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mercoledì 28 febbraio 2018

Ho messo l'asterisco



Il mondo va proprio alla rovescia, al Brennero niente mentre la neve è arrivata in Sicilia. Chi ce l’ha con Pioli dirà che la neve sui cannoli attacca meglio della squadra Viola. E sempre gli stessi, dopo essersi lamentati a mezze giornate della sua conduzione tecnica, si lamenteranno del lavoro arretrato sulla scrivania. Lo avete giudicato, deriso, criticato, lui però le decorazioni natalizie non le ha ancora tolte. E voi? Io per paura dei giudizi così severi, in questi giorni di grande freddo (Berlusconi può essere esposto a temperatura ambiente), ho comprato il pesce fresco, ma quando sono arrivato a casa ho detto alla Rita di evidenziarlo subito con l’asterisco prima che qualcuno abbia da ridire anche sul mio pesce congelato. A Napoli non sono più forti solo per via di Sarri, hanno una marcia in più a prescindere, ho visto ai semafori venditori di carote “po’ pupazz”, e venditori di granite con neve e sciroppi Fabbri. Il Bambi a proposito di genio va addirittura oltre quello napoletano, è infatti l’ìnventore della terapia dello spremere arance rosse con le proprie nude mani assassine mentre Pioli rilascia interviste. Poi tutta questa franchezza di giudizio sul conto del Mister mi disorienta, sono più portato a indovinare tutto da quei mezzi sospiri che sfuggono prima di tacere. E meno male che mi viene in soccorso quella parte di me che di solito si fa inculare dai ristoratori, che mi permette di attualizzare certi paradossi, sono infatti uno dei pochi a chiedersi se è nato prima l’uovo 64 o lo chef Giacomo Gallina. E la stagione per fortuna aiuta visto che alla fine mi va bene tutto. Ma con molto ghiaccio.

martedì 27 febbraio 2018

Proviamo a distrarci


Non provate a prendere per il culo la candidata M5S quando sostiene di non essere un’economista, ma di leggere ogni tanto l’Econmist, perché noi non siamo allenatori anche se guardiamo le partite. Sinceramente puntavo sull’ondata di gelo, sulla neve a Roma, che potesse distrarre, e invece che si vinca o che si perda è sempre la stessa musica, si parla soprattutto di quanto sia scarso Pioli. Ma capisco che sia diventato un lavoro e neve o non neve, come lavoratori ci sono dei doveri imprescindibili che vengono prima del piacere della vittoria. Personalmente non vedo l’ora che Berlusconi vada al Governo per toglierci il gol sbagliato. Non siamo i soli comunque, a Torino hanno scritto sulla neve abbasso Mazzarri, a Roma abbasso Di Francesco, anzi, noi siamo avanti perché per noi Pioli è un pupazzo anche senza neve, i nostri cani hanno tutti il cappottino e i lavavetri sono attrezzati. Comunque ribadisco il concetto di ieri, essere una persona semplice aiuta molto in questi casi, non analizzo le storture tattiche, ma giro per casa, felice, ripetendo la parola “poppe”. Anche se devo riconoscere che con Sarri, Allegri, Giampaolo, Gattuso c’è una bella differenza, e che con Putin i treni arrivano in orario anche con la neve. L’unica cosa che mi dispiace delle critiche a Pioli è che essendo gratis non posso sperare in una loro delocalizzazione. E poi temo per gli alberi da frutto. Se non bastano le elezioni, il freddo, “la mossa del cavallo” di Camilleri, a distrarci dal nostro chiodo di garofano fisso, vi esorto a cercare dentro di voi la sensazione più simile all’amore a prima vista che abbiate provato. Che non sia un vostro pensiero naturalmente. Per me è stato passare davanti alla vetrina di un forno e vedere un pan di ramerino.

lunedì 26 febbraio 2018

Vino di merda mi si dirà



E’ toccato a Biraghi deciderla mentre le punte sono alla macchia (sprecano due volte Falcinelli, Simeone, Gil Dias, e anche Veretout che punta non è). L’unica cosa bella, o una delle poche, è proprio il gol partita. Oltre alla vittoria naturalmente, sempre meravigliosa. Difesa a tre, due punte, vento, le novità. Non ho studiato e questo ha fatto di me un uomo semplice, grezzo, tale da non avere la struttura necessaria per distinguere tra vittorie belle e brutte, grossolano tanto da apprezzarle entrambe. Terra terra insomma, macinato grosso da accontentarmi di scavalcare l’Udinese e di tornare nella parte sinistra della classifica. Ho addirittura cenato con il vino per il ritorno alla vittoria in casa che mancava da quasi tre mesi. Vino di merda mi si dirà. Che la settimana preelettorale sia decisiva lo si capisce perché succedono le cose più inattese, tipo la Fiorentina vince malgrado Pioli, il vento che non causa figuracce ad Astori, e infine Biraghi decisivo per la vittoria. Se poi vince il PD è probabile che torni al gol anche Simeone. Quanti soldi buttiamo nella macchina della giustizia con processi lunghi quando basterebbe farli giudicare qui sul blog. Noi siamo il quarto grado da quando sputavamo sul quarto posto. A chi durante la partita è rimasto schifato, sgomento, deluso, tanto da pensare persino di andarsene da questo Paese di merda (vi invito nuovamente a guardare l’ultima puntata di Petrolio), dico di rimanere pensando alla carbonara, all’amatriciana, alle lasagne, al lampredotto,  allo zuccotto, insomma, rimanga Viola per mangiare. Pensate a quei poveracci che vivono in certi paesini dove non c’è una squadra di calcio da tifare e nemmeno un ristorantino a trattenerli. Stamani mi sono svegliato allegro per la vittoria, ma anche perché ho pensato che il 4 marzo si vota e cambieranno le cose. Poi mi sono ricordato che un par di centomila persone a Firenze avevano giudicato Alonso un bidone e che votano tutti, forse però anche Freud qualche puttanata l’ha detta. Se c’è una cosa che invece deve farci preoccupare davvero è ciò che emerge da un’inchiesta commissionata dal Centro di Coordinamento Viola Club, secondo la quale un prete medio tromba almeno il doppio di quanto trombiamo noi tifosi Viola. E se ci chiedi se guardiamo i film porno per masturbarci, neghiamo e rispondiamo di farlo solo per vedere se c’è qualcuno che conosciamo. E poi ho il timore che per prendere quei 200.000 voti Salvini ci giuri che Simeone diventerà un gran centravanti. Il bicchiere mezzo pieno? Il fatto che dopo aver visto tutti questi attaccanti sprecare occasioni da gol, ci sentiamo tutti dei centravanti.

domenica 25 febbraio 2018

E' chiarissimo dove sia il male


Tra le tante divisioni in città, passera o cicala, lampredotto o trippa, Diladdarno o resto del mondo, la mia personale battaglia rimane quella giornaliera con la Rita quando apre le finestre per arieggiare e fuori è meno qualcosa. Il Bambi, invece, è in lotta soprattutto con se stesso, guelfo e ghibellino nello stesso corpo, e così scisso non è ancora riuscito a scegliere se è il gatto o il cane il miglior amico dell’uomo. Lui lo sa che non lo giudico quando parla con i suoi animali, basta che lo faccia con la sua voce normale. Intanto arriva il gelo, fenomeno che auspico non sia strettamente legato al risultato di oggi pomeriggio. Chissà se anche il rigore dell’inverno verrà annullato dal VAR. Da piccoli, prima dell’avvento del meteo dicevamo “l’è buriana”, e forse c’entra qualcosa. Comunque la più grande lezione della storia, dopo Giuda e Biraghi in Nazionale, è chiarissima; il male sta a destra. Malgrado ciò rimango ottimista, per Saponara, per il freddo, per le elezioni, e così mi sdraio sul divano con la coperta senza nemmeno controllare dov’è il telecomando. Il freddo e la vittoria potrebbero però non andare d’accordo, magari non potremo ridere per via delle labbra screpolate. Oppure, i più accorti, malgrado il risultato negativo ma con le labbra protette dal burro di cacao, potrebbero sorridere come le mucche sull’insegna delle macellerie. I più accorti, già, quelli che si sono preoccupati per la mia ingenuità in fatto di ristoranti, io così soggetto alle inculate, vorrei rassicurarli perché sapevo quello che facevo. E alla fine, con quello che costa il mattone, posso dire di aver speso addirittura poco per fabbricare il ricordo di una bella serata.

sabato 24 febbraio 2018

Quando non c'era il meteo pioveva sul bagnato


La depressione dei tifosi Viola non mi meraviglia perché c’è anche gente che lavora e non si diverte. E quando rifletto sul senso della vita vuol dire che è arrivato il momento di buttare la pasta. Dopo la cacio e pepe ho fatto un sondaggio tra le strade di San Frediano millantando un fantomatico servizio che sarebbe andato in onda sul TG di RTV38 per accattivarmi l’interesse. Ho chiesto ai tifosi Viola come immaginavano il futuro. I più ottimisti hanno dichiarato di avere una visione di loro, pelati, nel salone di un barbiere con un forte profumo di dopobarba Floid, mentre leggono su Novella 3000 la fine che hanno fatto i bambini famosi dei film. I più pessimisti, quelli cioè che non si sentono all’altezza di continuare a sostenere una squadra così carente, addirittura con Biraghi in Nazionale, pensando a Di Maio che si sente in grado di governare l’Italia, passano automaticamente tra quelli che vanno dal barbiere a leggere le riviste scandalistiche. Molti di quelli che non vanno più allo stadio oggi sono più preoccupati del fatto che le aziende automobilistiche producono macchine con i finestrini più alti dei paletti, sentendosi così costretti a dotarle di sensori parcheggio. Qualcuno ha addirittura rimpianto i paletti del fair play finanziario. Le tifose col seno più scarso avrebbero preferito che Dio avesse fatto piatta la Terra. Un ex portiere di un albergo a ore rimpiange Neto. Alla fine è tanta la malinconia che si percepisce nel quartiere; per Cecchi Gori, per allenatori più capaci, per i quarti posti, alcuni diventati vegetariani anche per il quarto stomaco del bovino, un romano a Firenze dal ‘64, per il quinto quarto. Dei ragazzi di Quinto, Sesto e Settimello, di passaggio in Santo Spirito alla ricerca di fumo, hanno invece raccontato di avere malinconia, causa principale della dipendenza da stupefacenti, per la perdita dell’uso di certe parole tipo “sgozzata” e “spunzonata”, e di certi vecchi modi di dire tipo “piove sul bagnato” da usare in caso di sconfitta col Chievo. Chi segue le previsioni meteo sa che è prevista neve.

venerdì 23 febbraio 2018

Cerchi nel grano


Lo scetticismo che regna a Firenze non è un atteggiamento negativo solo nei confronti dei Della Valle, c’è chi non crede più neanche ai politici, mentre io son qui che non credo ai genovesi perché non penso che siano disposti davvero a spendere 10 € per 80 grammi di pinoli italiani. Per me millantano tipicità e manualità d’esecuzione, poi usano uno tra i pesti pronti commercializzati da Barilla (no pinoli), Saclà (pinoli 2%) e Rana (pinoli 1,5%).  E in tutto questo l’esponente di Forza Nuova pestato non c’entra niente. C’entra invece l’utilizzo di cibo industriale che non solo mina alle fondamenta le nostre tradizioni enogastronomiche, ma purtroppo provoca l’aumento di intolleranze, ed è un peccato che ormai sempre meno persone si cimentano con i cerchi nel grano perché soffrono di allergia alle graminacee. Km zero, biodinamica, finger food? Ovvero, per rispondere a questi canoni c’è un forte aumento di persone che si mangiano le unghie. Questo per quanto riguarda l’inferno, se invece dovessi descrivere il paradiso lo farei raccontando di un luogo dove gli errori non hanno più conseguenze. Là dove Sportiello piazza la barriera e Bernardeschi la colpisce. Così come se penso alla donna perfetta, penso a un essere mitologico metà panino col lampredotto, metà schiacciata alla fiorentina ripiena (di Giorgio). Poi arriva il gelo siberiano con Burian e penso che a Miami ci sono 25° e che un volo Roma-Miami costa meno di 500 € rientrando perfettamente nei parametri del fair play finanziario. Ma a Miami non c’è Celebrity MasterChef Italia dal 15 marzo. Quindi rimango anche perché a marzo farà più caldo e poi perché tra i 12 concorrenti c’è Lorenzo Amoruso e Daniele Tombolini. E a proposito di cibo industriale, subdolo, con le cui scorie dobbiamo fare i conti anche dopo molti anni dall’assunzione. Prendi la contestazione ai Della Valle, la colpa è delle crostatine completamente sbriciolate che quelli della Fiesole trovavano nello zaino durante la ricreazione alle elementari. Sarebbe bastato un panino con la mortadella e oggi ci sarebbe il clima ideale per ricostruire. Quello è stato il loro Vietnam.

giovedì 22 febbraio 2018

Alla faccia dello Start/Stop



Il problema di Simeone così come quello di Hagi, a differenza delle donne che sono donne sempre, è che gli uomini diventano giocatori di calcio a volte prima, a volte dopo e a volte mai. Anche se malgrado ciò l’Italia è diventata un paese dove ci sono talmente così tanti campioni che non si trova più un giocatore normale neanche a pagarlo 18 milioni di euro. Stessa cosa con le escort, ormai è pieno da tutte le parti e non c’è più una puttana. La tendenza è quindi quella di sopravvalutare giocatori dopo qualche bella partita, o più in generale la tendenza dell’ambiente è all’enfasi, ed è maggiore quanto maggiore è il numero dei semafori trovati verdi di fila. Si calcola che quando Corvino ha comprato Simeone ne avesse infilati 17 consecutivi partendo da Pizza Man in via del Sansovino e arrivando fino al primo del viale dei Mille. Alla faccia dello Start/Stop. Ci sono troppe dinamiche all’interno della gestione del comparto sportivo che neanche ce lo possiamo immaginare, ma che sempre più spesso producono rose piene di giocatori inutili come la “R” di Marlboro. E noi fiorentini siamo già difficili di nostro per accettare operazioni di scuderia tra agenti amici, non solo quindi per quanto riguarda gli allenatori, diciamo che siamo difficili in generale, e in San Frediano ancora di più se fosse possibile. Quando scrivo un editoriale bellissimo ne scrivo anche uno bruttissimo per bilanciare, poi li stampo entrambi e li distribuisco in Santo Spirito. E indovinate quale viene apprezzato di più? Nessuno dei due.

mercoledì 21 febbraio 2018

I giocatori non sono ragazze



Il problema non è Pioli, semmai è che appena impari a soffrire ti cambiano la tortura. Tipo De Zerbi, e prima ancora Delio Rossi. Cosa che potrebbe accadere anche con il cambio di proprietà. La cosa buona però è che almeno noi non voteremo mai Berlusconi perché è stato presidente del Milan. Per fortuna Della Valle non è candidato. Sostengo che la vita è semplice se si è saputo scegliere la parte da non sapere, nel mio caso ho scelto quella di natura tattica. Certo ci vorrebbero più colpevoli di cose belle che non di formazioni sbagliate, ma quando è così non mi perdo d’animo, unisco i puntini e trovo l’assoluzione. Intanto ho preso l’abitudine di segnare su un’agenda tutte le volte che manifesto impazienza, che sia quando ci sono annate di transizione, che quando non riesco ad aspettare che maturino le condizioni per lanciare un giovane nella mischia, così nella prossima vita potrò fermarmi in tutti i posti in cui ho pensato “non ho tempo”. Noi tifosi vorremmo che i giocatori maturassero prima, purtroppo però non sono ragazze. E non nego che anch’io certe volte vengo colto da attacchi di nostalgia, ma quando succede non penso a Cecchi Gori o a Borja Valero, e mi limito a comprare un pettine invece di rompere i coglioni. Il casino semmai è il tempo che passa, e non mi riferisco a un arco temporale privo di un riferimento preciso tipo un trofeo da mettere in bacheca, quanto alla nostra vivacità intellettuale che in San Frediano negli anni è fisiologicamente rallentata. Un tempo a proposito dell’ibrido uomo-pecora ci saremmo entusiasmati al solo pensiero che potesse avere una sorella. Oggi le pecore che ci interessano sono al massimo quelle nere, vedi Pioli, e certe volte non riconosciamo nemmeno che non sono pecore. E sospetto che l'uomo-pecora l'abbiano inventato a Campi.

martedì 20 febbraio 2018

Istinto di sopravvivenza



Questo cartello bisognerebbe farlo vedere a Pioli e spiegargli che ci sono anche i balconi rientranti. Non può far giocare sempre gli stessi altrimenti gli altri se ne vanno. Non a caso Hagi è rientrato alla base. A Palermo, e qui mi riferisco a Lo Faso, l’architettura barocca ha come suo tratto distintivo giustappunto il balcone rientrante. Sarà il prossimo. Simeone rientra troppo ad aiutare i compagni e così non segna. I Della Valle rientrano dell’investimento e prendono Pioli che rientra nel novero degli allenatori “signor sì. Mica come Mazzarri, oggi quello più agognato dopo aver perso il sonno per Oddo, e mentre il nostro era in mezzo a una strada, Mazzarri è stato strappato al Real Madrid da Cairo. E senza la simpatia tipica di San Vincenzo, quella di scoglio per intendersi, la tifoseria è depressa, bisognerebbe prendere esempio dai russi che invece sono sempre positivi. La gente che non va più allo stadio, disillusa e recriminante, ha preso altre strade, c’è chi si fa legare al letto per farsi frustare e chi la domenica preferisce andare all’Ikea. Chiamiamole pure degenerazioni ai tempi di Pioli. Anche il Papa fa il ritiro ad Ariccia per consolarsi con la porchetta. Dopo una partita impostata con la difesa a quattro invece di quella a tre, una di quelle con Milenkovic sul Papu Gomez che così tanto fa indignare il tifoso Viola medio, non ci resta che un bagno caldo e un appuntamento in un motel di infima categoria. Badate bene che io mi astengo dal criticarlo non tanto perché lo apprezzo, non lo critico perché mi farebbe male venire a sapere che potrebbe persino rallegrarsi di essere criticato da certi tifosi. Semmai lo apprezzo per istinto di sopravvivenza, perché ho paura che i dirigenti Viola pensino a Cappato per sostituirlo. Si mi fido di lui, sarà anche per questo che gli presterei il mio cavetto originale dell’iPhone. Abbiamo fatto scappare Hagi, adesso abbiamo bisogno di sognare con Lo Faso, e penso a Ljajic che con Mazzarri ha giocato zero minuti in sei partite, e capisco perché è così apprezzato.

lunedì 19 febbraio 2018

Maledetta nebbia



Buona prova della Fiorentina contro una bella Atalanta. Le vele di Calatrava a Roma, l’ennesima occasione divorata da Simeone a Bergamo, (lancio di Badelj, l’argentino si libera di un avversario per poi sparacchiare alto invece di servire Veretout tutto solo al centro area) sono il simbolo dello spreco. Pareggio da non buttare in un campo difficile, ma rimane il rammarico per aver gettato al vento la possibilità di piazzare il colpo del ko. E’ un’occasione persa e il punto serve poco alla classifica. Comunque manchiamo negli episodi e non nella gestione della gara. La squadra ha lavorato bene, ha concesso poco e quel poco solo su palla inattiva. Nelle ultime tre partite contro Bologna, Juve e Atalanta la Fiorentina ha dimostrato di esserci. Badelj migliore in campo, bravo anche Milenkovic sul Papu, inesistente il primo giallo, si fa apprezzare Benassi. Chi continua imperterrito a dare del ceppicone a Pioli sta affrontando lo stesso problema del Bambi quando per colpa della nebbia fitta invece che dal tabaccaio entrò dalle cinesi e gli fecero un pompino. Maledetta nebbia. Ho avuto modo di scorrere i commenti pieni di imprecazioni durante la partita, non capisco perché visto che la squadra è da apprezzare, ma lo capisco se penso che i locali sono ormai tutti curatissimi ed è difficile per chi beve e bestemmia trovare un altro posto dove ritrovarsi. Però posso dare un suggerimento a chi vive male questa Fiorentina di transizione e non riesce a smaltire tutto il malcontento, quando non c’è nebbia e il tabaccaio si vede benissimo, quando il servizio pizze a domicilio non motiva a uscire la sera dai propri pregiudizi, quando tutto sembra andare storto e pure Astori risulta tra i migliori, ricordo che esiste la ragazza con l’orecchino di perla, e uno può sempre pensare che sorrida a lui.

domenica 18 febbraio 2018

Come è possibile?

La Roma vince a Udine e l’Inter perde a Genova, così il sabato di campionato ci ha detto soprattutto che Florenzi ormai piace solo alla nonna. Anche se preferisco parlare di Fiorentina così come Eugenio Giani preferisce la politica locale a quella nazionale perché ci sono più rinfreschi e meno programmi. E a proposito della partita di oggi a Bergamo speriamo che la squadra abbia almeno il coraggio di quelli che si alzano per primi nelle standing ovation. Altrimenti ci riprende anche l’Empoli. Difesa a tre o a quattro, una o due punte, trequartista o no, sono tutti temi ancora irrisolti, ad uno invece penso di saper dare una risposta, l’eterno dibattito sull’orientamento della carta igienica sembra essere stato risolto dal ritrovamento del brevetto di un rotolo di carta igienica risalente al 1891. Sicuramente non può essere stato un ceppicone colui che ha definito quale doveva essere il verso giusto visto che da un portarotolo il cui asse orizzontale, e parallelo al muro, la carta può pendere sopra e davanti al rotolo stesso (approccio over) oppure sotto e dietro ad esso (approccio under). Ma lui (oggi sarebbe considerato un emergente come Oddo) ha posto fine alla questione descrivendo così la sua idea: “la mia invenzione consiste in un rotolo di carta arrotolato, con dei fori sulla linea che divide un foglio dall’altro così che possano essere separati facilmente, formando un nuovo articolo manifatturiero mai visto prima”. Ciò non toglie che se uno si trova nel bosco possa continuare a pulirsi con una foglia. Rimanendo in tema, se la Lazio e l’Atalanta vincono ci si può ritrovare nella merda pur avendo venduto e pur avendo comprato Borja Valero e Vecino. Come è possibile?

sabato 17 febbraio 2018

Passerà


Mamma mia che freddo fa a Mules (-10 l’altra mattina), e pensare che quest’estate non ne potevo più del caldo e agognavo l’inverno, mentre adesso che ci siamo dentro fino al collo vorrei che arrivasse Scarlett Johansson con due pizze gourmet. La passione per la Fiorentina vive momenti altalenanti come appunto le stagioni, legati all’età e alle diverse ambizioni della squadra nel tempo. Come vive oggi il Bambi la sua passione? Come uno che ha mal di testa da 48 ore e nessuna con cui rifiutarsi di fare sesso usandola come scusa. Quelli del Fronte Gobbo Interno invece, dopo aver cancellato la cronologia, eseguono sempre una rapida ricerca su Google con frasi tipo: “essere tifosi Viola” e “viva i Della Valle” per depistare. Io questa passionaccia la vivo con serenità, solo qualche strano momento quando il VAR ti toglie un rigore per un fuorigioco inesistente, un po’ come quando ti pagano la colazione al bar e non sai se spiegarlo alla cassiera oppure andartene alla chetichella anche se con le giuste motivazioni. Quelli che tentennano di più sono coloro che non sopportano che chi sbaglia una tartare venga umiliato in prima serata, mentre se il centravanti sbaglia troppo davanti alla porta la colpa è sempre dell’allenatore che lo sfianca con un lavoro improbo. L’autofinanziamento? La parte destra della classifica? L’errore al tiro? Il magone per la prossima plusvalenza? La soluzione a tutto è “passerà”, ma senza accento. E così il cerchio è chiuso, cerchio che rappresenta una delle due pizze gourmet. Quindi andiamo a Bergamo con la forza d’animo che ha sempre contraddistinto il tifoso Viola, più o meno tentennante, un tifoso che non si è mai concesso il lusso di crollare, ma che almeno un po’ di tristezza non se la nega.

venerdì 16 febbraio 2018

Quelli fatti male


So che c’è delusione, Saponara, la classifica di destra, ma tutto ha sempre un solo inizio. La prima delusione di ogni giorno è la batteria del telefono che comincia a scaricarsi. Poi è tutto una conseguenza. Gli unici esenti sono gli Hobbit che vivono nella contea lontano dal mondo del calcio, non fanno la pizza con l’ananas, producono ottima birra e fumano erba pipa. Non odiano i Della Valle e non hanno nemmeno l’ortica. Forse dovremo firmare il rinnovo del contratto di Badelj davanti a Vespa scavalcando Corvino. Ci ritroviamo così nel mondo insieme al palo di Dias e un mai una gioia. Poi Cannavacciuolo in discesa libera dallo Stelvio. Anche quest’anno non potremo mostrare trofei, la parte migliore di noi non sarà in una bacheca ma in un forno e potrà essere al massimo il pollo arrosto con le patate. Sarà un altro campionato in sordina, o se preferite senza audio al porno. Confesso non con qualche imbarazzo per chi è pure basso, che qualche soddisfazione me la sto togliendo al supermercato quando le vecchine mignon mi chiedono di aiutarle a prendere le cose nello scaffale in alto. Insomma, alla fine guardando la nostra radiografia diranno "ecco un altro di quelli fatti male". Quelli stessi tifosi Viola che quando rispondono “tutto bene” si vede lontano un chilometro il lampo di falsità. E per la serie al peggio non c’è mai fine, per quelli del Fronte Gobbo Interno la donna è mobile, ma nella loro zona non prende.

giovedì 15 febbraio 2018

Avocado e malinconia


Il mio sentimento più bello per San Valentino è incorporare la maionese, poi l’amore è anche la Fiorentina perché l’amore è cieco. In compenso ieri ho visto venditori di rose quotarsi in borsa, mica come Diego che alla fine con Italo non ce l’ha fatta. La mancanza di sensibilità ha fatto litigare il Bambi con la sua nuova compagna perché lei su un bigliettino ha scritto “Mi sono innamorata di te perché non avevo niente da fare”, ma lui in quelle parole non ha riconosciuto la poesia di Tenco. Allora per rabbia le ha aperto il rubinetto del lavello in cucina mentre faceva la doccia, e poi niente rose rosse ma solo fiori di zucca pastellati. Confesso che ho scambiato un ottimo San Valentino con un ottimo San Daniele. Mi aveva preoccupato molto l’effetto che la moda del guacamole sta avendo sull’ambiente, il fatto che il boom dell’avocado mettesse a rischio l’ambiente. In Messico la monocoltura è causa di deforestazione e di perdita di biodiversità. L’acqua è un’altra delle criticità, la produzione di 500 gr di avocado richiederebbe circa 272 litri d’acqua. Poi però ho visto la coltivazione intensiva dei capelli di Trump. Prima di uscire con lei il Bambi è passato a parlare di Fiorentina e allora gli ho fatto notare che poteva vestirsi anche meglio per portarla fuori, ma lui mi ha spiegato di averlo fatto per confondersi tra la folla. E poi il suo lato romantico è quello porno. Tra i miei San Valentino più belli ci sono quelli di quando baciavo la sciarpa Viola. Mentre tra i presupposti più seri quando conobbi la Beatrice dalle poppe grosse a comprare il vino. L’appello è quello di non farvi prendere dalla malinconia per un campionato così, perché poi un malinconico non può fermarsi davanti alle finestre che danno sui cortili, o fermarsi davanti agli ultimi treni per l’Europa League che partono, fermarsi a pensare alla formazione. Fermarsi.

mercoledì 14 febbraio 2018

Versione corta con un piede in macchina direzione Brennero


Ieri si parlava del prezzo delle pizze gourmet considerato esorbitante, che dire allora delle mele visto che il buco dei rimborsi degli M5S supera il milione e Di Maio li ha considerati mele marce. Per non parlare delle pere della Coop, un prezzo talmente gonfiato che si vede anche dai jeans. E allora il 2 a 2 del Tottenham a Torino che prezzo dovrebbe avere? Nella vita puoi fare tanti errori, sbagliare farina, strada, giudizio su Pioli, presidio Slow Food, piazzamento della barriera, ma sbagliare una ricerca su Amazon significa essere perseguitato da quella pubblicità per sempre. Poi ci sono quei bar dove anche se ci vai una volta ogni 15 giorni si ricordano quello che prendi. In fondo sperimento cose nuove come le pizze gourmet, le farine integrali, le uova di Paolo Parisi, i bar ogni 15 giorni, per poi scoprire fortificata la mia predilezione verso le solite vecchie cose tipo il panino con il lampredotto e la fica. In fondo sono una persona tranquilla, ma sgommare con l’auto in direzione Brennero mi gasa parecchio.

martedì 13 febbraio 2018

Cose di calcio

Ma perché il VAR non lo facciamo gestire da Google invece che da quei quattro raccattati, perché se ci pensate bene con Google Maps è possibile trascinare l’omino in una strada sterrata a caso al centro del Kentucky e girellare tra prati e villette dall’altra parte del mondo. Non ci sarebbe voluto niente a prendere Guida per un orecchio e trascinarlo davanti al monitor. Poi c’è il problema che quando il destino promette un calcio di rigore contro la Juve, incrocia sempre le dita. Capitolo San Valentino così me lo levo subito, chiedessero a me di scrivere una frase da mettere nei Baci Perugina, invece che a Emma, opterei per “Hai un gran bel paio di poppe”. Capitolo Mondiale 2018, la FIGC ha affidato alla Ragno la fornitura delle maglie. Capitolo Carnevale così mi tolgo anche questo, io che sono stato uno Zorro con il vestito di raso fatto in casa, oggi travesto gli articoli della Gazzetta in coriandoli. Il Bambi sostiene che un rigore dato e poi tolto in questo periodo è la vita che ci ha sorriso prima di scoprire che era la morte travestita per Carnevale. Se non ho capito male affittare i diritti da MediPro aumenterà i costi del calcio, e se Branduardi fosse eletto Presidente della FIGC potrebbe vendere i diritti ai cinesi che li affitterebbero ai russi che affitterebbero agli spagnoli che affitterebbero agli italiani che al mercato suo padre affitterebbe. Forse la felicità senza pizza è impossibile e oggi una pizza decente (farina 1 o integrale macinata a pietra, lievitata almeno 36 ore) non costa meno di 12 euro se gli altri ingredienti sono di qualità, ma il fair play finanziario ci impone quella surgelata. L’autofinanziamento ci porterà a mettere il dito in bocca per fare il rumore della bottiglia stappata. Rimpiattati in cucina scarafferemo vinacci sfusi lontano dagli occhi e lontano dal cuore dei nostri ospiti, dalla praticità del Bag in Box ce ne fregheremo della qualità dei terzini, e allora racconteremo di quando sei donne ci chiesero contemporaneamente di uscire, ma noi pur nella parte destra della classifica, per eleganza non citeremo mai che eravamo nel bagno delle donne. Eleganza poi trasformata nel terzo tempo.

lunedì 12 febbraio 2018

Un documento impressionante



Cosa succede dopo il VAR? Interrompi la dieta e ricominci a fumare. Non sei più quello di una volta. Se il VAR ti ha cambiato la vita a febbraio ti devi fermare a riflettere, i nuovi progetti li farai a marzo. Meglio fallire col bel tempo. Non più interpretazioni ma oggettivi messaggi della pubblicità, la maggior parte degli stimoli ce li danno quelle delle automobili. Siccome non ho visto Sanremo e quindi non ho argomenti parlerò male del VAR. E dico che Rizzoli e Nicchi dopo la promozione di Guida sono diventati credibili come le offerte di Poltrone & Sofà. E l’assistente al VAR di turno ci dirà che il colesterolo in eccesso va pastellato e fritto. Anche perché secondo il VAR nella carbonara ci va messa la cipolla. E con il VAR anche il cinismo è diventato romantico. A questo punto potrebbero metterci anche Nino Frassica alla supervisione. Da quanto è successo emerge che Guida è sicuramente stato uno di quelli che ricordavano ai professori che era giorno d’interrogazione. Alla fine ho pensato che tutto ciò avesse fatto crescere in me un sentimento fortissimo e che nessuna parola mai potrebbe descrivere. Un sentimento che sembrava essere; sconfitta, attesa di una decisione contraria, disperazione, perdita di una decisione favorevole, e infine malinconia dell’esistere. Ma era solo fame. I danni del VAR sulla psicologia delle future generazioni ad oggi non sono calcolabili, nel frattempo però vi mostro un documento impressionante su cosa succede dopo tre minuti e venti di attesa, il fotogramma coglie perfettamente la capacità dell'uomo Diladdarno di adattarsi alle situazioni, così mentre l'arbitro torna sulle proprie decisioni il Bambi torna alle proprie origini.

domenica 11 febbraio 2018

Il tempo delle anomalie (o melie)


Comunque in questo tempo di contraddizioni e mutamento delle decisioni arbitrali post VAR, là dove il piazzamento della barriera è diventato creatività a momenti e gol certo, l’unica cosa su cui possiamo fare davvero affidamento è il cortisone. Ma non c’è solo il profumo del rigore e l’amaro della revoca a rimarcare il tempo delle anomalie, quando arriva la tramvia bisogna prima far scendere le persone e solo dopo possiamo salire. Se amiamo la vita certe storture non ci devono comunque instillare il dubbio di non essere corrisposti. Ci sarebbero anche i figli che hanno sempre il telefono in mano, ma se li chiami non rispondono mai, al massimo un messaggino. Poi come un raggio di sole nella notte della beffa, un’anziana signora si è voluta ribellare al VAR, salgono dei ragazzini urlanti sulla tramvia quasi vuota, la signora mi guarda e sorride per rassicurarmi, si volta verso i ragazzi e urla “Avete finito di rompere i coglioni?” Forse il segreto è vivere la vita come se andasse tutto bene. Ma anche la classifica non va perché Facchinetti e Fogli non possono arrivare davanti a Mario Biondi, almeno il Napoli si riprende il primo posto. Tra un anomalia e l’altra il segreto per addormentarsi dopo una partita persa così, con tre minuti e venti di reflusso gastrico dal dischetto, e la necessità di togliere prima il palo di Gil Dias dall’occhio per vederci bene e così togliere la pagliuzza dall’occhio del fratello Viola, per addormentarmi ho contato i Pooh. Anomalie come la terza sconfitta consecutiva della Lazio (colpa nostra perché tutto è cominciato da quando l'abbiamo presa ad esempio per denigrare il nostro comparto sportivo) e soprattutto che più si va avanti con l’età e più ci si commuove facilmente, specie quando chiedi un’informazione a dei giovani con la sciarpa Viola e questi ti danno del “lei”. E sempre a proposito di anomalie, in che senso il 4 marzo non possiamo votare Veretout?

sabato 10 febbraio 2018

Le bustine monodose



Diciamo che quando è sceso il gelo subito dopo il raddoppio di Higuain per un attimo ho sperato che fosse la cerimonia dei giochi invernali. Non siamo bravi a centrare la porta, vedi il palo di Dias e l’incapacità di Thereau di appoggiare in rete, però consoliamoci, perché si dice che siamo i migliori della serie A a mettere il caffè nella moka senza spargerlo da tutte le parti. Francamente non so se è più fastidioso un rigore dato e poi tolto dal VAR dopo che ti è passata davanti tutta la vita, oppure quelle bustine monodose per il fegato ingrossato dal VAR, che “puoi prenderla al volo” come sostengono i produttori del medicinale, e invece per aprirla ci vogliono le forbici. Se Alex Sandro la gioca dietro o no intenzionalmente, l’arbitro dopo tre minuti e venti di interruzione deve andare a vedere. Sennò la mamma maiala non ce l’hanno solo i produttori dei medicinali che si aprono con le forbici. Bella Fiorentina diciamolo, ottima partita e sconfitta immeritata. Abbiamo concesso poco e purtroppo gli episodi non sono stati favorevoli. Serata crudele con il rigore non rigore, il palo di Gil Dias, il gol proprio di Bernardeschi, il gol fallito da Thereau e il raddoppio di Higuain che è argentino come Simeone ma in più è anche un centravanti. Siccome come dice Dostoevskij il soffrire passa ma l’aver sofferto non passa mai, mi ha chiamato il Bambi, e a quel punto la domanda è stata d’obbligo, se perdi con la Juve in casa senza meritarlo, continui lo stesso a mangiare in maniera sana e bio per allungare la vita di merda? Gli ho risposto che oggi è tutto più difficile, non c’è solo il fair play finanziario tra noi e la felicità, e malgrado abbiano venduto Italo e Diego non possa venire sempre in ritiro per farci vincere perché ha da vendere Italo, un tempo potevi dire che se dai un pesce a un uomo lo nutri per un giorno, se invece oggi provi a insegnargli a pescare ti rompono il cazzo i vegani. Ma al Bambi non bastano certo le mie risposte strampalate, gli ci vorrebbe dell’erba, una bottiglia di ottima grappa e l’estate.

venerdì 9 febbraio 2018

Il pensiero-pronostico


Tre italiani su dieci sono ex Pooh ormai, due juventini su undici sono ex Viola. Questa premessa per dire che se Sting è davvero amico di Nek, in uno scontro diretto anche Simeone può fare più gol di Higuain. Crediamoci allora. Insomma, certe mattine ti svegli proprio con una voglia incredibile di vincere contro la Juve. Intanto Lo Faso ha fatto circolare in Rete la foto che Pioli tiene nell’armadietto e che dimostra senza ombra di dubbio la sua avversione nei confronti dei giovani. Poi ci sarebbe il problema dei vecchi dentro che rompono il cazzo fuori. Dopo che la questura ha analizzato la scaletta dei cori di stasera presentata dalla Fiesole, in riferimento a “uccidiamoli, uccidiamoli, uccidiamoli”, è già stata allertata la Leosini per le domande di rito nel post gara. Attenzionato anche il Bambi dopo che si è fatto sfuggire di voler tornare indietro nel tempo solo per uccidere quella voglia di crescere in fretta che aveva da piccolo. Si, la Fiorentina potrebbe vincere sempre che non faccia la mia fine, ricordo ancora quando la maestra Bianco disse a mia madre che se non mi fossi perso avrei potuto fare grandi cose. Fino alla diffusione del GPS mi sono arrangiato con lo stradario. Un’offerta come quella degli americani per Italo è plusvalenza allo stato puro, il famoso treno Italo che passa una volta sola. Il Bambi però è incazzato non tanto perché un’altra azienda italiana va a finire in mani straniere, piuttosto perché i Della Valle oltre ai due miliardi potevano chiedere anche due terzini a modo per chiudere l’affare. 50 milioni in fondo sono il 2,5 %, forse, perché anche in matematica mi sono perso. Non l’ho mai fatto ma per una partita così azzardo anche una sorta di pensiero-pronostico, un nuovo modo di parlare di calcio quando non si capisce niente di calcio e non solo, utilizzando un linguaggio meno tecnicistico possibile, un linguaggio alla meno; si cambia perché si cresce, si cambia perché capisci che non ne vale la pena, si cambia perché tradiscono la tua fiducia, e poi si cambia per infortunio.

giovedì 8 febbraio 2018

La dieta della passione


Dopo aver scoperto che la scollatura della Hunziker è stata progettata da Calatrava, mi è tornato in mente quando nel ‘87 disegnò una nuova passerella innovativa tra l’Isolotto e le Cascine, rimasta poi in qualche cassetto, dimenticata, per far posto ad un banale facsimile di quella abbattuta, semplicemente un po’ più grande. Classico esempio di ridimensionamento, fair play finanziario e bacino d’utenza in un colpo solo. Purtroppo nel calcio non ci sono le belle persone, quelle che quando sei a dieta e mangi integrale, si nascondono per mangiare il cappuccio e il cornetto con la crema. Nel calcio ti sbattono in faccia due squadre titolari di cui una va in panchina, mentre tu fai fatica a metterne insieme undici di un certo livello. E vai in difficoltà quando manca Laurini. Noi siamo a dieta maledetta Juve, sappilo, i tifosi della Fiesole non faranno nemmeno la coreografia perché era previsto lo zucchero. Ora poi che stanno cominciando a menarcela con il centrocampo dell’Inter contaminato da ex giocatori Viola, giocatori tossici e non in grado di consentire ai nerazzurri di lottare per lo scudetto, non vorrei che ce li volessero impacchettare per ridarceli. Non tanto per la qualità dei singoli che sarebbero comunque in linea con le nostre ambizioni, quanto che non credo ai cavalli di ritorno, rischiano di fare la fine di Ruggeri che era meglio se non li riuniva i Decibel. La dieta della passione. Moriremo di fair play finanziario, di autofinanziamento, di ceppiconi, di giovani che non giocano e se ne vanno, di mancanza di chiarezza, di gol sbagliati, di scudetti che meriteremmo perché noi siamo Firenze, di giocatori a scadenza, di fiorentini che non spendono, di fame di vittorie, di giornate corte, di pioggia senza mare e di giocatori che parlano bene del proprio allenatore quando noi ne pensiamo tanto male. In breve moriremo per abuso di carboidrati. Perché ogni volta che pensiamo che poteva andare diversamente, ci avveleniamo un po’.

mercoledì 7 febbraio 2018

Quando la rima è sfavorevole



Ieri in Giamaica si è celebrato Bob Marley mentre in Italia è cominciato Sanremo. A Firenze ci interroghiamo sul perché Lo Faso non viene convocato mentre in Oltrarno si parla soprattutto del gran gol di Chiesa. La cosa in comune? A Firenze qualcuno evidentemente si fa le canne, in Oltrarno si spaccia. Sarò influenzato da Sanremo ma io sono più preoccupato per Povia che ha minacciato di ritirarsi piuttosto che per le mancate convocazioni di Lo Faso. Paolo Mugnai scrive invece di Lo Faso sicuramente perché gli avrà piovuto dentro il colletto. Quei goccioloni singoli che ti centrano da una decina di metri e ti scuotono. E già me lo vedo, su un monitor di servizio della redazione da dove scrive, scorre il gol di Chiesa in slalom mentre mette a sedere i difensori del Bologna prima di scaricare in rete, ma lui, Paolo Mugnai, ha l’aria cupa da madre superiora o infermiera capo, e ha pensieri solo per Lo Faso. Anche il Bambi per colpa di Lo Faso ha litigato con la sua nuova compagna, lui pensava che fosse incazzata nera con Pioli perché un attimo prima l’aveva vista leggere l’articolo incriminato di Paolo Mugnai su Violanews, così per allentare la tensione le ha suggerito di non essere arrabbiata perché diventa bruttissima quando ha l’espressione arrabbiata, ma lei non era arrabbiata per niente, anzi al contrario era felice per il gol di Chiesa. Ma ormai la frittata era fatta. Nella settimana di Fiorentina-Juve, e dopo la vittoria di Bologna si sentiva proprio il bisogno del comunicato della Fiesole, e anche di fare polemica sulle mancate convocazioni di Lo Faso, e allora anch’io voglio dire la mia; perché Sanremo e non invece lo Zecchino d’Oro? Beppe Vessicchio vaffanculo. Poi parla pure quel Maistro che infiamma Gavorrano, il babbo di Hagi figlio che rilancia il Vitorul Madrid, Dragowski che non gioca perché fa rima con Paszkowski mentre Sportiello con Fiorello, Marzullo e Militello. Troppo svantaggiato il portiere di padre polacco. La Hunziker intanto ride, ma per i giovani Viola c’è poco da ridere, non giocano e li pagano pure in bitcoin. Oggi mi aspetto un altro gran pezzo di Paolo Mugnai questa volta sul pericolo dei giocatori a fine carriera che intossicano il centrocampo dell'Inter. Succede che all’indomani dei festeggiamenti per lo scioglimento dei Pooh, sul palco di Sanremo ieri si è manifestato il dramma, inaspettato, un evento catastrofico come il ritorno alla spicciolata di quelli che un tempo erano i suoi componenti. Prima te li levavi in una botta sola, adesso Riccardo Fogli insieme a Roby Facchinetti e poi Red Canzian da solo che forse avrà voluto Spalletti stanco di Totti. Red Canzian che oltretutto fa rima solo con Erdogan. Alla fine appare profonda l’avversione di Pioli nei confronti dei giovani che potrebbero cambiarci la stagione, anzi, direi abissale, come lo scollo della Hunziker.

martedì 6 febbraio 2018

Senza brutte sorprese a parte i marchigiani che capitano in Piazza San Felice


Quella di Bologna è stata una partita senza brutte sorprese come quando compri una scatola di biscotti danesi al burro e dentro ci sono dei biscotti danesi al burro e non il necessario per riattaccare i bottoni o rammendare i calzini. Oppure Laxalt sui titoli di coda, chiedere a Inzaghi. Il Bambi che è nato nel mese di Carnevale, Sanremo, San Valentino è normale che sia incline alla malinconia e alla facile tristezza, è l’ora di sfatare certe leggende e smettere di dare la colpa sempre ai Della Valle. E aprire la porta dopo che hanno suonato in tv non può essere addebitato al fair play finanziario. Il Bambi insiste, altro che mese di nascita, insiste al limite dello stalking, come quando si lasciò con una ragazza delle Due Strade ma continuò a scriverle tutti i giorni perché doveva rivederla per forza. E non era nemmeno innamorato ma le aveva prestato l’iPod e col cazzo che glielo voleva lasciare. Mi ha confessato che lui non vorrebbe parlarne dei Della Valle ma non ha il posto per conservare le parole. E poi a San Valentino diventiamo tutti un po’ più romantici. Anche se lui è più propenso ad aprire una comunità di recupero per quelli con la partita IVA. Ma il Bambi non è solo antidellavallismo, è anche quello che la mattina va a fare colazione in piazza San Felice e paga due caffè, uno è per lui e l’altro è per chi sarà. Ho provato a dirgli che potrebbe essere anche un marchigiano.

lunedì 5 febbraio 2018

Non ci daranno noia nemmeno i leggings color melanzana


Gara non entusiasmante ma vittoria giusta. Una reazione si è vista, anche se la squadra ha vinto soprattutto grazie a un pezzo di classe del suo gioiellino che manda a spasso mezza difesa del Bologna. Vittoria che torna dopo 5 turni. Sorvolerei la sequenza tragicomica dei calci d’angolo e darei i meriti di questa vittoria a Chiesa prima di tutto, poi a Pioli e alla squadra (impegno e ritrovato spirito di gruppo si sono visti), non ai Della Valle e neanche alle sollecitazioni dei tifosi, malgrado Diego vanti dei precedenti in materia. Bene la coppia dei centrali, bene Benassi e Veretout, Badelj principalmente per l’assist, mentre l’evanescente Simeone non sembra essersi ancora liberato dal fantasma di Babacar. Sempre se il problema era veramente quello. La notizia negativa è invece il sacrificio estremo di Magda morta per rimanere fedele al solo Furio, oggi avrebbe dovuto adorare anche Federico. Ringraziamo “Chiesino” quindi, non solo per il gol vittoria, ma anche perché altrimenti le statistiche avrebbero evidenziato che siamo meno precisi persino dello sparatore di Macerata. Che già ci danno la colpa di aver minato il centrocampo dell’Inter con Borja Valero e Vecino. Tre punti che ci permettono di preparare con serenità la sfida di venerdì e di affrontare la settimana senza troppi isterismi. Oltre a Sanremo. Saremo anche più propensi a non far troppo caso alle donne con i leggings in ecopelle color melanzana. Poteri di un risultato positivo sull’aspetto psicologico del tifoso. Perché se fosse per il lunedì anche lui ci eviterebbe alla grande. Diciamo che ho qualche grammo di ottimismo per la sfida con la Juve, ma è per uso personale.

domenica 4 febbraio 2018

Torna anche Cecchi Gori


La Firenze della contestazione ai Della Valle sta cercando nuove strategie da adottare per lasciare le proprie fidanzate prima di San Valentino e risparmiare i soldi della cena e del regalo. Il fair play finanziario tocca tutti prima o poi. Avessimo una proprietà più vicina alla squadra, per San Valentino quegli stessi tifosi non saprebbero cosa regalare al proprio smartphone. Il Bambi che deve cambiare la macchina, dopo Inter - Crotone mi ha telefonato per chiedermi un consiglio su come sembrare ricco spendendo poco. Fair play finanziario che in tempo di elezioni ha colpito anche il candidato grillino costretto a pagare 7 euro di affitto per una casa popolare. Attenzione poi alle interviste perché sono fatte apposta per fregarvi, lo schema è quello della lista della spesa che ci viene consegnata come se niente fosse; acqua, latte, detersivo. Poi prendi l’acqua gassata, il latte intero e il detersivo per la lavatrice, ma voleva il latte scremato, l’acqua naturale e il detersivo per i piatti. Non sono interviste quelle di Corvino, sono trabocchetti. Si riuniscono le Spice Girl, forse torna anche Cecchi Gori. L’unica cosa che sembra non essere mortificata dal fair play finanziario è la crisi di mezza età, io sono già alla quarta. I Della Valle sono andati in ritiro a trovare la squadra, meglio di niente, dobbiamo tenere duro fino ai prossimi, nella speranza di non fare come quel lavoratore di Amazon che si è licenziato per cercare un impiego migliore ed è stato assunto come cavia dalla Volkswagen. Se potessi chiedere a Dio come rinascere nella prossima vita, non avrei dubbi; vorrei rinascere Viola. Magari anche superdotato o intelligente in modo da gestirmi meglio nei momenti di fair play finanziario. Macerata come verbo, è evidentemente la vita di chi spara agli stranieri, del resto dopo aver scoperto che anche i panda non sono solo teneri e coccolosi, come conforto e certezza non mi rimane altro che la moka da due; vero inno all’intimità. Se mi vedrete uscire di casa avvolto nella bandiera Viola pronto a sparare cazzate all’impazzata sappiate che sarà stato perché non sopporto che la partita con il Bologna venga considerata un derby.

sabato 3 febbraio 2018

Per far polemica ci vuole Sanremo



Mi alzo, colazione con yogurt bianco intero, lamponi, more (solo se italiani), miele toscano di castagno, lavoro, torno a casa, cena, un paio di puntate di Masterchef 7 consecutive, vado a letto. Troppe emozioni per considerare la possibilità di un gol di Falcinelli al suo esordio. E meno male che non ho i cerchi da 17” che da soli danno già così tanta adrenalina. Eventualmente ci scappasse il golletto del Diego quello buono berrò come se avessi l’autista. Ho come la sensazione, però, che il Fronte Gobbo Interno possa guardare all’avventura del nuovo attaccante Viola come guardavano quelli che impennavano con il motorino, illusi quest'ultimi perché convinti che fossero sguardi di ammirazione mentre era solo speranza di vederli battere una boccata per terra. Delle volte mi sento in colpa a non partecipare alla polemica, non prenderne parte somiglia molto alla diserzione. Mi rassereno un po’ solo quando capisco che alcuni di quelli che fanno polemica hanno guardato le 11 serie di Don Matteo, e malgrado ciò vogliono proporre soluzioni. Per far polemica ci vuole tempo, per avere tempo ci vogliono i soldi, per fare i soldi ci vuole la carta, per fare la carta ci vuole un albero, per fare un albero ci vuole un fiore, ci vuole un fiore, per far polemica ci vuole un fiore. Magari ritroveremo l’unità d’intenti quando comincerà Sanremo che è proprio la città dei fiori. Probabilmente con l’addio di Babacar finisce anche la storia del Marasma, e mi viene in mente quando dopo la morte di Oliver Hardy, Stan Laurel dichiarò che era la fine della loro storia. E cominciò a frequentare cartolerie, passava i pomeriggi fra gli scaffali colmi di quaderni a righe, matite e penne di qualche negozio di Santa Monica dove si era trasferito con l’ultima moglie nel ‘58, in un appartamento affacciato sul Pacifico. Il Marasma ha sempre preferito scrivere sui lenzuoli, e poi le cartolerie stanno scomparendo. Rimane via Santa Monaca affacciata sull’Oltrarno.

venerdì 2 febbraio 2018

Le riserve che stanno in panchina hanno la funzione di aumentare o mantenere la biodiversità dell'area tecnica



A sentire il Bambi dopo il terzo bicchiere di vino, Corvino mette troppo sale dappertutto tranne che nella lavastoviglie. Che non è propriamente un giudizio tecnico sulla campagna acquisti. Ma passando davanti allo specchio mi sono regalato un sorriso pensando a un gol decisivo di Falcinelli. Intanto è stato scoperto un piano diabolico ai danni di Babacar, tutti gli allenatori che ha avuto non l’hanno mai fatto giocare titolare considerandolo una riserva. E’ emerso questo gioco di scatole cinesi dopo un controllo incrociato di tutte le formazioni della Fiorentina con lui in rosa. La panchina come paradiso fiscale della riserva nel senso di area naturale protetta. Il mercato è stato analizzato e bocciato dagli esperti, attività di monitoraggio che fa seguito ad altro studio di cui mi ha messo a conoscenza un amico artigiano, tra i tanti tifosi Viola capaci di individuare cause e rimedi alle carenze del comparto sportivo, purtroppo c’è anche una realtà che vede circa 8.000 imprese artigiane fallite in Toscana nel 2017 (molti sono tifosi Viola che non hanno creduto al fair play finanziario come strumento per tenere in ordine i conti). Molti avevano seguito il suggerimento delle associazioni e si sono indebitati nel mezzo della crisi, per innovare, dando in garanzia le proprie abitazioni che presto andranno all’asta. Suggerimenti che possono ricordare quelli di certi tifosi Viola per fare una squadra competitiva senza badare a spese. Comunque sono d’accordo con quei tifosi che non vogliono andare a stuzzicare conflitti irrisolti quando con il mercato di gennaio se ne possono creare di nuovi e più interessanti. Se continuiamo così alla fine del girone di ritorno crolleranno pure le incertezze. Quando poi fate riferimento al peso di Eysseric avete mai pensato che lui a differenza di quei giocatori che hanno da nascondere qualcosa, proprio per quelle caratteristiche che stigmatizzate, non può avere dei suoi simili nell’armadio in quanto notoriamente scheletri?

giovedì 1 febbraio 2018

Non è il voto al mercato



Falcinelli per Babacar provoca scontento, del resto a Firenze puntiamo sempre alla perfezione come quei genitori, anche loro Viola, che sono ricorsi al TAR perché il bambino ha preso 9 a scuola e per loro meritava 10. E così come per il sette e mezzo, il Bambi mi ha detto “Un’altra delusione e sto”. Ciao Baba, te almeno continuerai a giocare, Vincenzo Mollica purtroppo no, lui smette e va in pensione alla faccia di Buffon costretto ancora a parare i rigori per campare. Posso spiegare perché non soffro l’arrivo di Falcinelli, sono un predestinato, pensate che da calvo precoce non ho vissuto nemmeno il dramma dei primi capelli bianchi. Si consolino gli scontenti per il fatto che il Diego di Marsciano almeno non è francese, grasso e non porta i braccialetti. Voglio ricordare per il vostro bene, che anni, amori, bicchieri di vino, operazioni di mercato a gennaio sono cose che non si dovrebbero mai contare. Nel dubbio mi racconto la favola del magari non se n’è accorto nessuno che Babacar andava a scadenza di contratto nel 2019. Evviva Falcinelli quindi, che non sarà Cutrone, ma che comunque indosserà la maglia Viola e sarà sempre meglio di quelle fiche che ce la davano solo il giorno di San Valentino perché volevano il regalo. La regola più universale della vita del resto dice chiaramente che quando c’è qualcuno che fa qualcosa, c’è sempre uno che non fa un cazzo pronto a criticarlo. Non solo critiche, spesso anche gesti completamente inutili tipo alitare sulla punta della biro che non funziona. Tranquilli, alla lentezza di gennaio risponderemo con l’eiaculazione precoce di febbraio, forse con qualche gol di Falcinelli che farà male, e con il Bambi che schifato perché voleva Gori, e prima voleva Hagi, e prima ancora voleva Moretti, per non parlare di Venuti, ha deciso di smettere di seguire la Fiorentina per girare i supermercati alla ricerca del barattolo di carciofini sottolio perfetto.