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venerdì 30 settembre 2016

Ci deve essere una morale anche senza avere visto la partita




Dal risultato e dai tabellini penso ci sia stata una certa superiorità, e dal trentesimo in poi sicuramente numerica. Non l’ho vista, e che dire quindi? Che ero a fare altro così come quando c’era da salvare il salvabile io preferivo ballare il ballabile. Ho seguito distrattamente anche gli 80 anni per Silvio se è per questo, e deve essere che questa volta sono state accolte le richieste del PM. Vedo dalle formazioni però che abbiamo giocato con due attaccanti, prima Babacar-Kalinic e poi Zarate-Babacar, ci deve essere una morale anche senza aver visto la partita, così come c’era quando raccontavo e non vedevo le favole a Tommaso. Questa partita ha la stessa di quella del pifferaio magico, che se metti un po’ di buona musica alle feste attirerai molta passera. O gol. E poi una partita che sembra fatta apposta per mettere in risalto il buon lavoro del Corvo. Ma se la curva sostiene con cori e striscioni che invece la campagna acquisti è stata fallimentare, io non mi metto certo a contraddirla, così come non contraddico mai la Rita durante quei 25 giorni di preciclo. Devo essere onesto, non ero in Valle Isarco, solo una scusa, di fatto solo un depistaggio, la verità è che ho voluto sfruttare l’ottantesimo compleanno di Berlusconi visto che per festeggiarlo le escort hanno fatto uno sconto 35%. Dico a tutti quelli che si augurano la morte di qualcuno (anche a coppie di due quando si parla di fratelli) che poi si è costretti a comprarsi tombe coibentate a prova di pisciate. Però ho letto che Zarate ha segnato e commosso lo stadio, che al 21' i viola si svegliano e vanno vicini al gol con Kalinic che aggancia in area ma non riesce a dare la zampata vincente. Poi, al 24' Kalinic a Olivera sulla sinistra, cross per Babacar che arriva per un soffio in ritardo sfiorando solo il pallone. Poi ancora Babacar controlla male in un paio di occasioni ecc ecc. Alla fine l’ipocondria mi consente di sentirmi come i poeti maledetti moribondi per la tisi anche se ho solo un accenno di mal di gola, e Cognigni presidente.

giovedì 29 settembre 2016

Il brevetto


Chi oggi s’indigna con Pinchiorri e risponde piccato a mezzo striscione e ieri si indignava per le battute omofobe tipo “arbitro buho”, sono gli stessi che pensavano solo a cantare “Cecchi Gori alè alè, Cecchi Gori alè alè” quando Banfi cantava “non sono frocione, non mi chiamo fri fri, sono commisserio e vi faccio un culo così”. Per fortuna sono nella Valle Isarco e così evito di leggere rimostranze contro Pizzaman, o ancora più sottili come quelle che tradiscono sorpresa non tanto per la scoperta dell’hamburger di soia, quanto per aver ignorato l’esistenza delle mucche di soia. E sempre e solo per la solita mancanza di chiarezza da parte della società. Non vedrò nemmeno la partita così la mia analisi potrà essere lucida come la vostra che invece la guardate, e finalmente ci capiremo. Mentre per gli 80 anni del Berlusca, Matteo ha ritirato fuori il progetto del ponte sullo stretto (che potrebbero costruire con il suo naso), un escamotage per evitare di fare edilizia popolare in Sicilia e allo stesso tempo invogliare gli sfrattati ad andare sotto ad abitarci. Adesso un milione di posti di lavoro malgrado il fair play finanziario, subito dopo un nuovo referendum. Si o No al ponte in autofinanziamento grazie alla plusvalenza realizzata con la vendita del Ponte all’Indiano”. In merito all’auspicato avvicendamento societario prendo atto che sempre più tifosi si sono abituati a prendere “cambiamento” per sinonimo di “miglioramento”, che nemmeno pensano più che possa significare “inculata”. Nel prossimo futuro intanto basterà una semplice mail per diventare tutti nipoti di Mubarak, mentre il procuratore di Badelj sarà indagato da Henry John Woodcock nell’ambito dell’inchiesta “a coso, ma vedi d’annà affanculo!”. In questi anni di blog ho pensato molto ai tifosi che potrebbero morire senza aver visto una nuova proprietà, per quelli però non si può fare niente, sculo. Però ho studiato a tempo perso un dispositivo che potesse permettere a chi è colpito solo da morte apparente, di poter far sentire comunque la propria voce contro i Della Valle anche da una posizione scomoda come quella del tifoso neanche più cliente. In mancanza cioè di uno striscione a portata di mano. Ho depositato ieri il brevetto prima che parta la battaglia contro la sagra del tortello a Compiobbi, perché Della Valle no, il ponte sullo stretto no, le olimpiadi no, insomma, con voi non si può fare un cazzo.

mercoledì 28 settembre 2016

10 + 10 + 10 + 10


Totti quaranta, Jovanotti cinquanta, la sorella bona del Bambi venti (qui alla Mazzanta). Kalinic ha comunque ancora dodici anni per arrivare a quota duecentocinquanta. Domani Berlusconi ne farà ottanta. Numeri che dimostrano quante cose si possono fare; come segnare valanghe di gol, cantare serenate metropolitane, salvare la nipote di Mubarak dai gorghi fangosi della politica, se però non trasmettessero tutte ‘ste partite in tv da guardare. Si parte con l’anticipo di campionato che attraversa il fine settimana fino al posticipo, poi giù per la Champion fino all’Europa League. Nel frattempo ho misurato il mio QI che è centotrenta, ma si sa che dopo mangiato è un po’ più alto e allora ho preso la pasticchina. Tutto questo ci distrae, oltre a dover studiare le espressioni del calciatore sostituito che prende a pedate la bottiglietta d’acqua, per tenere la contabilità di tutti questi numeri, più classificare le varianti del tre-cinque-due-uno, non ci accorgiamo nemmeno del sorriso della moglie al fornaio. A niente ci sono servite le scappatelle della moglie di Fantozzi. E secondo una logica tutta pirandelliana questo editoriale non esiste, oppure l’hanno letto in centomila. Poi il referendum di ottobre lo si fa il quattro dicembre perché è Santa Barbara e torna meglio con chi è abituato a spararle grosse. E mentre Totti compie quarant’anni, Brad e Angiolina si lasciano, il Bambi va ancora in giro con una Panda del novantatre. Tutti questi numeri per ribadire il concetto che la matematica non è un'opinione, e quindi difendermi dai sospetti della Rita che sostiene che bevo troppo e per questo dico tutto e il suo contrario. Quando invece sono mesi che non vado in acetone.

martedì 27 settembre 2016

Dylan Dog compie 30 anni. Matura presa di posizione contro di loro



E poi appena diventato maggiorenne anche Google ci svela che tra le varie classificazioni di devianze sessuali c’è da annoverare quella per cui ti svegli al mattino con la turgida voglia di scrivere striscioni contro di loro. Quando l’amore invece è quella cosa che si dimostra stando zitti soprattutto al mattino presto. Capisco però che l’anima del tifo è contraddizione allo stato puro. Ci sono tifose della Fiesole che in settimana si presentano alla cassa del market di via Romana (dove un tempo c’era il cinema Astor), con la Nutella e la crema drenante. E non è neanche tutta colpa del tifoso, la scienza infatti ha scoperto l’enzima che costringe la Fiesole a credere che con un’altra proprietà la bacheca si riempirebbe magicamente come quella del Barcellona. E’ stato scoperto in una vecchia intervista di Vittorio Cecchi Gori concessa in esclusiva ad Aldo Biscardi. E se un giorno mi leggerete scrivere male dei Della Valle vorrà dire che ho preso l’enzima e che è arrivata l’ora di chiudere il blog per disinfestazione. Non voglio fare come Bruce Willis, uno che se l’avesse saputo prima di fare quella fine avrebbe chiesto di farsi ammazzare in qualche film. Punto tutto sui mocciosi, confido nell’intelligenza delle prossime generazioni che popoleranno lo stadio Dopo Della Valle. Il Bambi era a bere un bicchiere di vino in Santo Spirito quando uno dei bambini che giocavano a chi buca entra l’ha colpito con il pallone (uno dei futuri capi Ultrà), e subito l’ha minacciati che alla seconda pallonata glielo avrebbe bucato. “Signore è di spugna, non si buca”. Del resto in curva ancora ti rubano l’accendino, ma con questa lucidità mentale molto presto ti ruberanno il cavo di alimentazione del cellulare. Ma un merito i contestatori ce l’hanno, così come Sgarbi, quello di divulgare anche se non sempre in modo simpatico, la cultura da stadio in maniera leggera. Insomma, nessuna storia d’amore finita, farà male come lasciare la Fiorentina in mano loro. Una sola perplessità aleggia su San Frediano, perché invece di continuare a chiedere chiarezza ai Della Valle non si pretende con la stessa cocciuta determinazione anche di conoscere la data del referendum?

lunedì 26 settembre 2016

Squadra allungata come certe promesse


Tolte le vittorie scontate del sabato di Juve e Napoli, la domenica ci regala un campionato imprevedibile. La Roma perde secco col Toro, l’Inter non va oltre il pari casalingo con il Bologna, il Genoa finisce in 9 contro il Pescara che usufruisce del doppio vantaggio per la seconda partita consecutiva. Ranocchia gioca una bella partita e Ilicic sbaglia il suo primo rigore in serie A. Domenica imprevedibile, insomma, come la mamma che poteva scegliere la destra o la sinistra mentre l’aiutavamo a piegare le lenzuola. Sgomento soprattutto a Roma, e non solo dopo la notizia sulla Marini che abita nel palazzetto in cui visse Byron, ma per quelli che credevano Spalletti un Dio, si dovranno accontentare di pronunciare “corpo di Cristo” ogni volta che mangiano una galletta di riso. Comunque è sempre meglio seguire una squadra che perde, invece di passare la domenica a mettere a posto il cassetto dei medicinali o riordinare le bollette. Lo zero a zero di Firenze alla fine non accontenta nessuno, entrambe recriminano. Nove arbitri su dieci lo danno quel rigore su Adriano (anche se era fuori area). Coraggioso al limite dello sciagurato Sousa che va vicino al suicidio con l’abbassamento di Sanchez al posto di Gonzalo, la sostituzione di Badelj e l’inserimento di Tello e Baba. La squadra finisce per allungarsi come certe false promesse per mail circa il nostro pene. Certo che il rigore di Ilicic poteva cambiare la partita, ma la squadra continua comunque a fare una fatica enorme a creare occasioni da rete. Tutto sempre troppo orizzontale e manca sostanzialmente quella cattiveria nel cercare la porta che vedo invece in certe donne perfide che chiedono alle quarantenni in fase adolescenziale se vogliono il loro posto sull’autobus. Mentre già alla seconda uscita ci possiamo sbilanciare su Salcedo (pulito e cazzuto) che sembra un altro acquisto indovinato dal Corvo dopo Sanchez. Terza partita casalinga senza subire gol, la nota positiva, il dramma della domenica è invece la bocciatura del povero Kondogbia, un caso umano come quelli che andavano a suonare a “La Corrida” facendo le scoregge con le ascelle. Il Bambi infine, dopo l’ultimo Daspo durante il quale aveva ben chiaro dove andare a firmare prima e dopo la partita, esce fuori da questo pareggio, abbastanza disorientato. La donna con cui esce in questo periodo, dice che d’ora in poi quando c’è una partita uscirà con le sue amiche. Quello che il Bambi non ha capito è dove deve firmare.

domenica 25 settembre 2016

La Bianchi del 64


Furio è un ex fiaccheraio figlio di Gigi il fiaccheraio, un tipo sempre molto attento ai particolari, con una grande passione. Ieri a Porta Romana è stato ripreso da una ragazza con i lineamenti forti che lo ha pregato di smettere di guardarle il culo. Non si è fatto ne in qua e ne in là, gli ha risposto che lo avrebbe fatto volentieri se solo non appoggiasse su una Bianchi del 64. “Ma la sella non è originale”. Precisando che ai fiaccherai più che il culo è sempre piaciuto di  più la donna che accavalla le gambe. Cosa impossibile da fare su una bicicletta da uomo. Riguardo la partita di stasera il mio timore più grande non è Tom su Bacca, piuttosto mi fanno sempre un po’ paura le suore quando ti guardano con quell’aria di sfiga mentre le incrocio in via de’ Serragli poco dopo il Goldoni. Mentre il Bambi si chiude sempre di più in se stesso quando arriva il Milan di Montolivo a Firenze, una gara che sente troppo, e a me che cerco di stemperare la tensione scrivendo bischerate sul blog rimprovera che nel coltivare i rapporti umani esagero troppo con il letame. Del resto siamo quello che pestiamo. Per lui, solo nel decaffeinato macchiato con il latte di soia c’è più finzione che nella dichiarazione: “vado al Milan per vincere”. Faccio vostre le dichiarazioni post-partita di Montella al Club di Sky che ho sognato stanotte, come buon auspicio: “la bottiglia che butti nell’umido, il gol che prendi al novantesimo, la fiducia che perdi all’improvviso. Cose difficili da recuperare”.

sabato 24 settembre 2016

63



Mi sembra di aver capito dal messaggio della Lorenzin che i pompini solo come preliminari. E il Bambi è incazzato nero. Che già per combattere gli amici che si sposano e fanno figli ha deciso di non avere più amici. In più c’è questa migrazione dal mare verso i boschi per fotografare le foglie e metterle sui social che lo infastidiscono quando va a cercare i funghi. Lui che non crede più ai Della Valle e a Cognigni da Benalouane, e in generale non crede alle persone da quando scoprì che la madre faceva il purè con le buste e non con le patate. Non riesce nemmeno a credere come possa fare a vivere nella menzogna quello che ha dichiarato che il sacchetto del pancarrè si chiude facilmente. Ma che ne sa la Lorenzin dei problemi di coppia, di quando spogliò per la prima volta la Burbassi non riuscendo a nascondere la delusione, e allora lei scoppiò a piangere chiedendo a Dio la prossima volta di farla meno sensibile e con le poppe più grosse. Io gli ho suggerito di tranquillizzarsi, meglio incazzarsi per la Fiorentina che per Gianni Morandi che fa la spesa di domenica. E’ avvelenato per il No alle olimpiadi, ma soprattutto per quello sull’anticipo di cassa. A niente è servito dirgli che Cognigni ha almeno detto SI a Valsoia. Poi mi sono guardato dentro e ho capito come mai c’è questa uscita ciclica di utenti dal blog. Un po’ come Roma e Napoli dai preliminari di Champion. E che sono solo depistaggi quelli con i quali viene motivato l’addio. La verità è che spesso sono di corsa, chiedo scusa quindi se a volte i miei editoriali contengono più di qualche refudo. Per non parlare di titoli e foto come quella di Abdul-Jabbar che non c’entrano un cazzo.

venerdì 23 settembre 2016

Quando bastano due gocce d'acqua


Il giorno dopo ancora Udine ci rimane la consolazione tipica dell’invito non gradito dove in fondo c’è scritto “segue buffet”. A chi è stanco di Sousa, stanco dei Della Valle, stanco di Cognigni, tanto da non apprezzare nemmeno il buffet, consiglio di andare a dormire per non essere più stanco. E comunque attenzione a sputare su tutta ‘sta roba, vi ricordo che dopo il divorzio tra Brad e Angiolina (in Santo Spirito si dice che lei l’abbia beccato a masturbarsi con le foto della Leotta) ci rimangono solo Costanzo e la De Filippi. E’ anche vero che stanno cambiando le abitudini dei tifosi e dopo il no della Raggi alle Olimpiadi l’importante è diventato non partecipare, mentre quelli che criticano la proprietà perché non spende e anche perché spende male, il caffè lo assumono per calmarsi. Ma io li capisco bene quelli che fanno i versacci a “gnigni” o fanno le vocine stupide agli animali, facevo lo stesso con le poppe grosse della Beatrice. Sono convinto che chi attacca tutto e tutti sono gli stessi che ai matrimoni si attaccano l’un l’altro per fare i vagoni del trenino. Il mio invito è quello di non fare troppo i sofisticati, specie chi fino a ieri beveva l’acqua dei termosifoni. A questo proposito vorrei proprio fare un editoriale parlando male di chi parla male, non lo faccio perché “se uccidi un assassino, il numero di assassini nel mondo rimarrà lo stesso” (non ricordo chi l’ha detto). E poi perché voglio essere costruttivo malgrado le macerie in cui versa la Fiorentina secondo voi, così oggi propongo la soluzione per evitare gli orrori delle terze maglie, e anche la campagna per il “Fertility Day”.  Tanto so che bastano i tre punti con il Milan e farete come i comunisti a cui bastano due gocce d’acqua per riporre le bici e tirare fuori le BMW.



giovedì 22 settembre 2016

Friuli terra di nessuno



Nel primo tempo molle della Fiorentina c’è solo il bellissimo gol di Baba in comproprietà con Tello (unico spunto) che ha solo il difetto di ricordare troppo quello di Bettega. Un lampo. Poi è un disastro assoluto al rallentatore. Impazzirà chi ancora non ha deciso la tipologia di materasso grazie alla Viola (a) molle del primo tempo che allo stesso tempo riesce però a farci venire il lattice alle ginocchia. E confuso è sembrato questa volta soprattutto Sousa a inserire giustappunto il confuso (anche se ha il merito di calciare bene il rigore). L’Udinese merita e il suo secondo vantaggio è un clamoroso errore di sufficienza difensiva su un calcio d’angolo regalato sciaguratamente con un uomo a terra contro due dei nostri in delegazione al cimitero di Longarone. Meglio il secondo tempo anche se resta incomprensibile come Sousa abbia cercato in tutti i modi l’espulsione di Milic non pensando a una sua sostituzione, graziato più volte da Mazzoleni. Dei cambi risultano impalpabili Kalinic e Cristoforo. Alla fine un punto ci può stare, di positivo ci prendiamo il recupero di Babacar e la vivacità di Chiesa che con il senno di poi avrebbe dovuto giocare dall’inizio. La squadra è parsa invece sottotono, si è visto poco movimento, la manovra lenta e prevedibile. Faccio fatica a riconoscere la mano di Sousa, io che non ho mai avuto difficoltà con le somiglianze. La più grande troia di San Frediano, per esempio, la riconoscevo perché dava sempre la precedenza a chi veniva da dietro. E quando ti toccava faceva ingelosire persino la Dea Kali. Alla fine bene Tata, Badelj nel secondo tempo, Sanchez, Baba e Chiesa. Di buono teniamoci la capacità della squadra di rimontare due volte. Udinese più brillante. Rimane comunque una prestazione deludente, e il modo di sbandare del primo tempo mi ha ricordato quelli che ti camminano davanti sul marciapiede e ti tagliano la squadra quando tenti di superarli. A Sousa il compito di trovare i giusti contrappesi per affrontare senza scarti laterali improvvisi la prossima partita contro il Milan. Insomma un pareggio che non accontenta nessuno, i tifosi del bicchiere mezzo pieno che avrebbero voluto vedere almeno la voglia di vincere, e quelli del bicchiere mezzo vuoto che per colpa della doppia rimonta non possono nemmeno incazzarsi come vorrebbero. Pareggio che lascia nella terra di nessuno anche l’antidellavalliano più convinto, se pur con qualche vantaggio su quello del bicchiere mezzo vuoto. Essere costretto a una vita di merda, quella cioè di chi vive nella speranza di perdere, una volta all’inferno potrebbe essere compensata con una riduzione di pena.

mercoledì 21 settembre 2016

Tempi moderni



Fare un contratto a Tello così come si dice equivale a fare un biglietto “ti aspetto stasera al nostro posticino”, e metterlo sul parabrezza a una coppia nel bar. Non fa bene allo spogliatoio e neanche al rapporto di coppia. Il mondo è proprio cambiato, sparita la comproprietà i contratti prevedono bonus, certi riscatti diventano obbligatori a un numero stabilito di presenze. In alcuni casi il numero di presenze viene persino garantito al di là dei meriti. Chi ha un debole per il ciclo di Re Artù, i romanzi di Tolkien, i giocatori incedibili e altri generi fantasy, si trova in difficoltà. E in questa nuova realtà la domanda delle domande che ci viene posta diventa inevitabilmente ”E voi chi volete libero: Gesù o il Wi-Fi?”. Altri tempi quando di libero c’era al massimo Galbiati. Come se già non bastasse il disagio d’interagire coi figli adeguandosi al loro slang, ci sono quelli che in treno ti sbirciano lo smartphone mentre stai scrivendo sul blog, allora cambi mezzo di trasporto e te li ritrovi all’Autogrill a guardare negli orinatoi mentre pisci. Per non parlare dei terzi tempi, delle terze maglie, e delle terze che quando slacci il push up diventano prime. Nessuno smette più di studiare dopo la terza media, e si rimane in casa coi genitori fino alla terza età. Le squadre oggi hanno varianti tattiche all’interno della stessa partita, mentre le vedove dopo la cerimonia di sepoltura rifanno subito il bagno e comprano la cucina nuova. In più mettici che il tifoso Viola si deve confrontare con la polemica e il traffico dei viali tutti i santi giorni, i guelfi e i ghibellini ingrossano la fila alla cassa della Coop. Dove trovi chi ti consiglia di andare dallo psicologo, e se invece ci stai già andando ti consiglia di non andarci più. Quando un tempo il guelfo medio ti consigliava dove andare a magiare la schiacciata con l’uva più buona, e il ghibellino ti mandava a mangiare quella all'olio dal Pugi. Questi sono i tempi moderni in attesa di un Tutunci che ci elevi con un tappeto volante da una dimensione che non ci appartiene. Così mi sono dovuto adeguare e ho aperto questo blog per sparare cazzate con la speranza che mi noti uno sceicco appassionato di cazzate e mi offra soldi per farlo a casa sua. Anche le amicizie non sono più quelle di una volta, dove sono gli amici quando diventi salutista e nessuno ti ferma? Spesso quelli che sono ricchi dentro trasportano ovuli di cocaina colombiana dall’altra parte dell’Arno. Per fortuna la speranza di vittoria a Udine non guarda in faccia ai tempi moderni, in più per i quarantenni che raggiungono un certo grado di rassegnazione, c’è anche la speranza che venga confusa col sex-appeal.

martedì 20 settembre 2016

"La fantasia è un posto dove ci piove dentro"



Purtroppo il conflitto di interessi non tende ad arrestare la sua emorragia. E’ così che l’antidellavalliano usa cotone emostatico sull’umore sanguinante dopo una vittoria. Lo riconosci subito se poni particolare attenzione all’utilizzo che fa delle parentesi dopo un trionfo. Prendi la Nicoletta che va in Fiesole, bianca come un cadavere, ieri mentre tutti gli altri tifosi cavalcavano ancora l’onda lunga della vittoria l’ho vista affranta, e allora gli ho chiesto “cosa ti manca?”. Era lì con la Gazzetta sulla pagina della Fiorentina, sguardo spento, globuli rossi al minimo storico, mi ha risposto: “(i balli lenti, i complimenti sinceri che fanno arrossire, qualcuno con cui saltare le pozzanghere e il mare) Niente”. E il suo problema è proprio che si tiene tutto dentro (le parentesi), non scrive mai nemmeno sugli striscioni, e io so che è così non perché me l’abbia mai confessato, l’ha raccontato il suo ragazzo dopo averle visto le Marche in fiamme tatuate nell’interno coscia. E poi tutte queste cose tenute dentro alla fine gli sono finite nel culo, altro che dare la colpa alla ritenzione idrica. Quando invece dentro bisognerebbe essere belli e possibilmente anche sfoderabili, e lo dico ricordando che il 19 settembre del ‘85 moriva Italo Calvino che a proposito d’interni diceva: “la fantasia è un posto dove ci piove dentro”. E invece mi tocca vedere calciatori esultare con rabbia dopo un gol e mi chiedo se ce l’abbiano con il mondo perché non sanno come spendere i loro soldi. Insomma, tifosi che non gioiscono delle vittorie e giocatori che tirano fuori rabbia invece della felicità, mentre certe  housewives fanno esplodere le pentole a pressione per attirare attenzione, ma non vengono considerate nemmeno dalla CIA. Per tutti coloro che non gioiscono quando dovrebbero, che un po’ è anche colpa di certe mamme che dopo aver gridato “è prontooo” hanno fatto trovare nel piatto la Simmenthal, ci sarebbe un antidoto a tutta ‘sta sofferenza. Se il ritornello che li tormenta da quando erano bambini, è “devi mangiare la frutta”, ma nessuno gliel’ha mai sbucciata, basta ripiegare sulla torta di mele.

lunedì 19 settembre 2016

Il venditore di pentole



Partita bellissima giocata a viso aperto, grande ritmo e pochi falli. Va detto che il gol non è regolare così come dicevamo di certi rigori buffi assegnati alla Roma. Squadra in crescita con la novità da tre punti di riuscire a portare a casa l’uno a zero soffrendo. Sanchez si conferma essere un bell’acquisto, e anche Milic convince molto andando a limitare il tick tock di Salah. Unica nota negativa Tello. Il mancato rispetto del minuto di silenzio da parte dei tifosi giallorossi è una richiesta di aiuto così evidente che siamo tutti punibili di omissione di soccorso. Cosa ho fatto ieri sera per festeggiare? Nel 72 mia mamma mi comprò un pigiamino in Santo Spirito dicendo che era un po’ grande ma che poi sarei cresciuto e mi sarebbe tornato utile. L’ho indossato ieri per l’occasione. Detto questo, detto quell’altro dovrei raccontare la partita, descrivere gli episodi chiave e invece divago. Quello che mi imputa sempre anche il Bambi che non si spiega come sia possibile avere un blog dove si parla tutto il giorno di calcio, nel quale si approfondiscono aspetti tattici, si vivisezionano le partite, mentre io scrivo di tutto tranne che di calcio. Che dire se non che vivo così la mia passione per la Fiorentina, così come non ho bisogno di guardare programmi di cucina con grandi chef per farmi due spaghetti aglio e olio. Magari dico che abbiamo accorciato la classifica, che la Juve ha perso e che improvvisamente è apparso un altro campionato. Con il Napoli di Milik in testa, e Allegri che tiene in panchina Higuain. C’eravamo fatti tutto un altro film. E quando non approfondisco nessun episodio di natura tattica non mi limito a quello di casa nostra, così posso sostenere che la caratteristica principale che fa di Pogba un campione è Raiola. Così come posso immaginarmi a breve l’intervista del procuratore di Badelj nella quale chiederà i soldi delle commissioni. E se proprio devo entrare nel merito lo faccio solo per evidenziare il bel assist di Tomovic capace di leggere con intelligenza i tempi di inserimento per servire a Badelj il pallone del gol vittoria. Sontuosas la prova di Manolas per chi invece parla lo spagnolo. E poi Mazzarri è più forte di Mourinho? Cuore, fortuna e nel finale anche una gran parata di Tatarusanu su El Sharaawy. Se è vero che il Corvo sembra proprio aver indovinato gli acquisti, mi sa che ha ragione pure mia mamma, ogni volta che  torna da una gita con gli anziani mi chiama perché sospetta fortemente di un venditore di quelli che tentano di piazzare la merce sul pullman. Sostiene di non convincerla. Anche se pensavo fosse riferito a quel fondo di un centimetro scarso che lei non ritiene sufficiente. Ieri sera dopo la vittoria della Fiorentina eccola che mi chiama per festeggiare i tre punti, si, però soprattutto per rilanciare i suoi sospetti, visto che secondo lei dietro gli attentati con le pentole a pressione, ultimo quello di New York, c’è sempre lui.

domenica 18 settembre 2016

Il profumo della pioggia

Quello che mi ha sempre colpito di Ciampi è stata la capacità di nascondere l’accento  livornese. E c’è un motivo se parlo con leggerezza della morte, oltre che di Cognigni, da non confondersi con qualche rara forma di saggezza. L’equilibrio giusto l’ho raggiunto quando ho deciso di portare in macchina con me tarallucci e vino. Oltre a questi integratori naturali che hanno la funzione del Supradin per chi non può bere o mangiare dolci, tutto è cominciato dopo la visione di alcuni film che hanno inciso su di me in maniera profonda modellando seriamente una indole malleabile come il Das. “Oltre il giardino” mi ha mandato a Boboli, “il profeta del gol” mi ha mandato a calcio”, “pretty woman" mi ha mandato a puttane. E poi quando qualcosa va storto tipo la finale di coppa Italia contro il Napoli, do la colpa al carrello della spesa. C’è stato poi un punto di non ritorno, un episodio di grande amarezza che ha fatto scattare in me la voglia di cambiare atteggiamento nei confronti della vita. Fu quella volta che presi sul serio qualcosa e lei ci rimase male. Successe che dopo aver fatto l’amore con la Beatrice dalle poppe grosse (non si poteva dire altrettanto per il culo che invece tendeva al piatto) mi chiese dove vendevano le camice da uomo che quando le indossano le donne dopo un rapporto sessuale fanno il culo perfetto come nei film. Non colsi l’ironia e le risposi “io le compro da Bianzino”. Mi disse che non capivo una sega e da lì la storia cominciò a incrinarsi malgrado le sue poppe non conoscessero segni di cedimento davanti alla pressione costante della forza di gravità. Così decisi di non prendere più niente sul serio. E mi toccherà essere leggerino anche oggi per la morte di Padre Amorth, l’esorcista, l’unico in grado di fare uscire le mani dalle tasche dei Della Valle. E non fatevi infinocchiare dalla presentazione della nuova collezione autunno/inverno scelta dalla proprietà per vestire la squadra fuori dal campo. Braccini rimangono. Stasera contro la Roma c’è un gran bisogno di vincere per ricominciare a respirare il profumo del terzo scudetto. Perché alla fine siamo tutti un po’ come il Bambi che in questi giorni sembra aver scoperto il profumo della pioggia. Gli ho detto che evidentemente da bambino devono averlo tenuto in cantina. Insieme ai nostri sogni.

sabato 17 settembre 2016

La mezza truffa di piazza San Felice



Ieri corsetta a Central Park, colazione sul Lungosenna e poi via sulla Salerno - Reggio Calabria fino a Mormanno. Se poi c’è veramente qualcuno che legge gli editoriali e non ritenendolo ancora sufficiente si dovesse chiedere il perché scrivo certe cose, rispondo che è per lo stesso motivo che pur non avendo titoli nobiliari mi faccio dare del voi: la schizofrenia. La soluzione a Di Canio l’ha trovata  invece la filippina del Marchese Torrigiani che parlando al bar con il Bambi l’ha fatta facile: “se vuole lo pulisco io suo braccio con Viakal così leva tatuaggio di Duce e Sky fa lavorare di nuovo”. Con l’aggravante che l’ha detto prima della solita sambuca doppia. Poi al bar di piazza San Felice si è consumata la mezza truffa organizzata dal Bambi con la complicità del barista, così ha offerto un Bacio Perugina alla filippina, opportunamente selezionato dopo che vi era stato introdotto in maniera fraudolenta il bigliettino voluto. Nel frattempo che il Bambi ordiva trame torbide hanno riattivato anche la tramvia da Batoni a Federiga, rimane sempre il disappunto per tutti coloro che arrivati alla propria fermata non sapranno mai come è andata a finire la telefonata della signora in fondo. Prima o poi doveva succedere, avevano intitolato un aeroporto a una persona non ancora morta, cercando di bypassare l’anomalia con un diminutivo affettuoso, morto Ciampi adesso Ciampino ha un senso e alla fine ci guadagnerà in traffico aereo,  così come un quadro dopo la morte del suo autore. Capitolo Bernardeschi, le parole di Sousa nei suoi confronti sono state dure, sicuramente se le ha pronunciate pubblicamente un problema c’è e non si poteva più relegare dentro lo spogliatoio. Ma io capisco anche il ragazzo che può aver avuto qualche giramento di testa; soldi, Porsche, fiche. Sicuramente avrei fatto peggio se si considera che come uomo il rammarico più grande che ho è quello di non aver avuto una figlia femmina, solo perché così l'avrei potuta accompagnare al liceo linguistico. Con tutto quel ficaio. E poi forse Cognigni non ci ha detto proprio tutto, sennò non si spiega perché gli anziani hanno tutta questa fretta. Ma dove stanno andando? Cosa sanno che io non so? Sarà mica che hanno aperto il cantiere per il nuovo stadio?

venerdì 16 settembre 2016

Le terze maglie peggio delle terze linee


Nel primo tempo si è vista la miglior Fiorentina di stagione, buoni gli innesti di Salcedo e Oliveira, ma è Badelj che alla fine risulterà il migliore in campo. Non ce ne vorranno gli amanti delle olive greche e dei salmoni, se quelli del Paok quanto a simpatia se la battono con i balenieri norvegesi. Una vittoria, due pareggi e una clamorosa sconfitta interna sono il bilancio delle quattro italiane in Europa Leaugue. Una prestazione tutto sommato buona quella della Fiorentina, che a differenza delle prime uscite si è almeno riavvicinata alla porta avversaria. E le due punte aiutano, tre sono state le occasioni importanti; due di Babacar e una di Borja Valero. A parte questa inversione di tendenza la squadra rimane comunque ancora molto lontana da quella del girone di andata della scorsa stagione. Una squadra per la quale era difficile controllare il senso di onnipotenza, oggi rimasto presente solo quando mi viene bene il sugo. Non sarà che questo attaccarmi ai ricordi è semplicemente dovuto al fatto che invecchio? Incanutisco, oppure avanzo negli anni? No, sono tutte scuse quelle di vivere guardandosi indietro, il vero problema è che rincoglionisco. Tra le italiane è invece il Sassuolo molto italiano quello che si è comportato meglio, un gran bel risultato il suo, e non proprio con l’ultima arrivata. Il tonfo interno dell’Inter con gli israeliani dell’Hapoel (quasi 300° nel ranking) ricorda un po’ quel momento in cui manchi lo scalino e la sensazione è quella di cadere dal terzo piano (o terzo anello per gli interisti). Per uno sguardo ancora più in generale spicca tra tutte la sconfitta del Manchester di Mourinho contro gli olandesi del Feyenoord. Il dato più negativo di giornata, ancora più di certe sconfitte, rimane la bruttezza di certe terze maglie che scaldano come un buon frigo, quella dell’Inter è addirittura meglio di un congelatore a pozzetto. Poi sono rimasto indietro di qualche argomento che avete potuto trattare liberamente sfruttando la mia agenda. Riguardo alla musica devo dire che avete colpevolmente snobbato Baglioni che invece con il suo “seguire il tuo profilo con un dito” si è dimostrato quello più avanti di tutti, lui insomma il touchscreen ce l’aveva già nel 74. Poi avete raccontato i vostri gusti per certe tipologie di donne, e in questo caso non riesco proprio a sbilanciarmi (anche se metto una foto), sarà perché ho sempre avuto un debole per quello di Giotto che voglio confessare la mia confusione in materia con  le parole di Campanile: “le donne ci piacciono perché sono meravigliose, o ci sembrano meravigliose perché ci piacciono?”. Capitolo Di Canio, non ha perso solo il posto a Sky per via del tatuaggio, anche Premium gli ha chiuso preventivamente le porte in faccia per via di un cognome che se anagrammato ricorda troppo una bestemmia dislessica.

giovedì 15 settembre 2016

Quelli che a settembre oscillano

Con l’esordio in coppa torna di attualità anche la fase più critica per quegli indecisi che è meglio pensare al campionato, però poi è anche vero che diventa inutile arrivare in coppa se non viene onorata. Che non sono così distanti da quelli che a settembre oscillano tra l’iscrizione in palestra e il Barattolino Sammontana alla stracciatella. E mentre aspettiamo la squadra che scenderà in campo stasera a Salonicco provo a farvi riflettere su un dato almeno per me molto interessante: al mondo ci sono più capezzoli che persone. E del cielo stellato di questa estate non vi ho mai confessato che ho adorato più di tutte la costellazione delle piccole e grandi labbra. Così oggi mi immagino quelli che la coppa ci toglie punti in campionato, svegliarsi con la colonna sonora del Titanic come sveglia. E i bastian contrari non sono solo tra i tifosi, il Bambi sostiene che il miglior amico dell’uomo non è il cane come per quelli che amano i Della Valle, definiti tifosi a quattro zampe o “leccavalle”, ma il tonno, naturalmente stiamo parlando dell’uomo che non ha voglia di cucinare. E’ tanto che non viene tirato più in ballo Cognigni, oggi però vorrei portarlo ad esempio, dicendo a tutti gli amici americani che ci seguono da oltreoceano invece che da Oltrarno, che se noi non ci possiamo fidare di un ragioniere di Civitanova Marche, loro non dovrebbero fidarsi di una che si ammala di polmonite in agosto. E chiudo con una nota di colore, un’anomalia tipica fiorentina, un aspetto fastidioso che tocca chi vive in città. E non mi riferisco alla bistecca cotta troppo. Noi che abbiamo quel modo un po’ “ganzino” di terminare le parole in INO, “ti va un caffeino?”, “che ne dici di un antipastino?”, “qui fanno un risottino…” ecc. Poi ci lasciamo andare e gli chiediamo un pompino, e qualcuna si scandalizza pure.

mercoledì 14 settembre 2016

Quando le paure diventano speranze


Chi rimpiange Pasqual per i due assist contro il Crotone sono gli stessi che gioiscono perché tra un po’ non ci sarà più gente che puzza di sudore, non ci saranno più zanzare, e non si rimarrà più appiccicati con il culo sudato al divano. Si è fatto grande in curva il desiderio che cambi presto il tempo per esporre lo striscione: “Brutta la fine dell’estate”. Curioso intanto scoprire come la vita ti sposta le paure facendole diventare speranze (solo Tomovic rimane sempre uguale a se stesso nel nostro immaginario), quello che succede quando ti spostano la sedia all’ultimo minuto. Dico questo perché il Bambi ha incontrato una sua vecchia fiamma con la quale ha condiviso parte dell’adolescenza in via Santa Monaca, la prima fase della maturità in via Maffia, per poi perdersi di vista alla fine di Via del Campuccio. Oggi che si sono ritrovarti dall’ortolano di via Sant’Agostino, lei ha voluto fargli sapere come la vita gli avesse mescolato le carte facendogli passare parte dei suoi anni con la paura di essere sculacciata e il resto invece con la speranza. Una donna che ha vissuto a Milano, diventata cosmopolita vera, di quelle insomma che quando hanno il vibratore scarico prendono la metro gialla. Tutto ciò non è affatto dispiaciuto al Bambi che ha respirato nuovamente un po’ di carnale semplicità, stanco di tutto questo glam schic snob posh che gli avrebbe anche rotto i coglioni. Uno come lui che ha fatto tante cazzate nella vita, tipo Osvaldo che ha smesso di giocare per mettersi a cantare, ma che comunque non ha mai bevuto una birra analcolica. Poi hanno passato la notte insieme, lei ha lasciato Milano ed è tornata in San Frediano (era dovuta andarsene nottetempo dopo aver trombato anche con l’ultimo fidanzato di un’altra. Una sorta di Wanda Nara d’Oltrarno), oggi  abita in via della Chiesa ed è potuta tornare perché il tempo ha cancellato quel rancore che le donne del quartiere provavano per lei (nell’82 era più odiata della Thatcher alle Malvinas). Lui la mattina ha portato giù l’immondizia, lei gli ha dato un bacio sulla guancia, e questo agli occhi dell’Istat fa del Bambi una persona occupata.

martedì 13 settembre 2016

La ragazza del lago


Ieri nella mia analisi tecnica sempre molto puntuale ho sciaguratamente trascurato la vittoria dell’Inter in rimonta che invece ha dato un segnale forte: per la leadership di Milano c’è anche lei. Ma c’è un motivo che giustifica, anche se solo in parte, questa mia grave inadempienza, ripensavo ai bei tempi quando era il primo giorno di scuola e la sola preoccupazione che avevo non era come oggi la data per recuperare la partita col Genoa, ma convincere mia mamma a non vestirmi di merda. A questo proposito voglio augurare buon inizio scuola a tutte le mamme col suv e le poppe grosse. Per via di questi ricordi non mi ero dimenticato solo dell’Inter, ma anche che nel frattempo sono cresciuti i populisti in Bassa Sassonia. Infine sono stato impegnato con la foto di Miss Italia ritratta insieme alla sarta, per capire chi era la miss. E mentre c’è chi ancora chiede chiarezza più in generale, a distanza di quindici anni non mi è ancora chiaro se le torri sono crollate o le hanno buttate giù i Della Valle. Toledo in Primavera, Rogg che smentisce Juric, Tata che sostiene di essere più forti dello scorso anno, sarebbero tanti gli argomenti da approfondire se non fosse che i ricordi della scuola hanno avuto ancora il sopravvento riportandomi su un altro fatto che segnò gli anni dell’Istituto d’Arte. C’era una compagna di classe originaria del Lago di Como che non si era integrata tanto bene a Porta Romana, e che combatteva la malinconia lacustre con ripetute assenze volontarie che definiva “fare sega”, mentre io quando riuscivo a incrociarla e tentavo di farla desistere o almeno rallentare, gli ricordavo che a Firenze si diceva “ fare forca”. Poi quando mi sono reso conto che malgrado le tantissime assenze alla fine dell’anno veniva comunque sempre promossa, ho capito che aveva ragione lei. La sega la faceva al figlio del preside che era nella sezione di “Fotografia” (da qui l’autoscatto famoso che è circolato per anni). Anche il Bambi ha ricordato con dolcezza il suo primo giorno di scuola quando rubò le merendine a tutti i suoi compagni di classe. Ve lo ricordate vero quando rubarono gli occhiali a Mihajlovic in sala stampa? Quello fu il primo ma anche l’ultimo giorno che il Bambi riuscì a intrufolarsi all’interno del Franchi spacciandosi per un giornalista del Resto del Carlino (fece anche alcune domande con l’erre moscia).

lunedì 12 settembre 2016

Piove sui volti luciani


Piove sui volti luciani mentre Ilicic e Tello insieme si dimostrano, in altro nubifragio, più limitanti dello stesso campo vergognoso. Poi torna il sereno dagli undici metri sulla Roma, due partite completamente diverse quelle del prima e del dopo sospensione. Anche se Dzeko continua a tuffarsi quando non c'è più l'acqua. Ai tifosi del Milan dico invece che il segreto per rivalutare in positivo il lunedì è passare una domenica di merda. Adesso non mi resta che noleggiare un canotto per attraversare il dire di una partita che non c’è stata e il fare una partita dove c’è di mezzo il mare. Noi che non abbiamo un rigore a partita, e che non riusciamo a capire un disegno di Kandinskji che è 50 x 60, vorremmo comprendere i disegni di Dio? Non dico nemmeno comprendere la formazione di Sousa. Neanche la terza maglia o i disegni di certe fantasie che precedono la fila dei nostri giorni sempre uguali. E a proposito di chi sostiene che il maltempo sulle partite sia dovuto alle emissioni nell’atmosfera del mastice utilizzato nella produzione delle scarpe dei Della Valle, gli ossessionati dalle scie chimiche insomma, ieri che era l’11 settembre, in tutti i cantieri dove si utilizzano esplosivi per lo scavo, è stata proclamata la festa dei demolitori. E oggi chi si lamenta della classifica ha ragione, 3 punti in tre partite è piena media retrocessione, politica societaria fallimentare, non come l’Udinese che lo scorso anno ha lottato con successo proprio per la retrocessione. I 63 minuti che mancano al termine della partita non possono essere recuperati oggi perché la Fiorentina giovedì ha in programma la partita di Europa League a Salonicco. La prima data utile potrebbe essere il 25 dicembre alle 12:30, mi sembra ragionevole da una parte, e utile dall’altra. Capiremo così se Sousa ripresenterà la stessa formazione con Tello, e quindi se mangerà il panettone con o senza uvetta.

domenica 11 settembre 2016

Non c'è più religione



A chi sostiene che non c’è paragone tra Mammana e Salcedo rispondo che allora nessuna mano di donna che massaggia una schiena sarà mai sensuale come quella del pizzaiolo che allarga la pagnotta di pasta. E non crediate che non mi piaccia la passera eh? E’ solo diversità di opinione. Non a caso quando la Rita ha scoperto che sono sempre a caccia di fiche ho dovuto confessare che sono un accanito giocatore di poker. Scrivo certe cose e delle volte esagero perché sono solo un campione nel fare similitudini come...No, non è vero. Ho visto una “mezzoretta” di Juve con Higuain, Pjanic e Dybala, e quando ho detto a Tommaso che non c’è più religione, mi ha risposto che avrebbe preferito non ci fosse più matematica. Allora gli ho fatto presente di non continuare a infamare Tomovic perché ai matrimoni c’è sempre qualcuno vestito di merda, e di ricordarsi che quando non lo trova, vuol dire che quel qualcuno vestito di merda allora è lui. Poi è incredibile come in una partita con quattro gol, quello segnato di pancia non l’abbia fatto Higuain. Voi non ci crederete ma di Sousa non apprezzo soprattutto quella sua passerella prima di arrivare in panchina, in cui si regala ai tifosi per farsi i selfie. Ho capito insomma che se non ti fai un selfie non è mai accaduto. E’ così che mi è venuto il terrore di addormentarmi in treno con la bocca aperta e svegliarmi con la gente che si fa i selfie divertenti intorno a me. A chi invece non pensa di farcela a smettere d’infamare i Della Valle ricordo che anche Ligabue ha dichiarato “è un anno che non suono”, Luciano è decisamente più avanti, è probabile che almeno lui ce la faccia a smettere del tutto. Poi ottimo il truffone della Menarini, altro che la plusvalenza Alonso. Mi ha fatto pensare molto questa vicenda, più ancora della probabile formazione della Fiorentina di oggi a Genova, mi hanno sciupato anche l’immagine del dottore in Colorado che nel 40 andava a visitare il paziente con la sua bella borsa. Forse perché questo è successo qui vicino a noi e non in Colorado. Insomma, vi ricordate della gente da cui dovevamo stare lontani da piccoli? Ecco, quella gente siamo diventati noi.

sabato 10 settembre 2016

Tu chiamale se vuoi contraddizioni


Andrebbe capito meglio se l’intolleranza al marchigiano è dovuta proprio in quanto tale, oppure se stanno sul cazzo in quanto genere umano. Lo vorrei precisare per eliminare qualsiasi dubbio, altrimenti si potrebbe pensare che è la stessa cosa di quelli che ti dicono andiamo a funghi e poi si mettono le ciabatte sotto la doccia. Tu chiamale se vuoi contraddizioni. A questo proposito il Bambi sostiene che molti dei suoi amici Viola di San Frediano dichiarano la necessità di vendersi un rene per comprare l’iPhone, poi però lo comprano ogni anno dimostrando da una parte che in San Frediano niente è impossibile (figuriamoci il terzo scudetto), e dall’altra che abbiamo più reni della norma. Poi dicono che il problema sta nel modo di gestire la società troppo da lontano. Mentre la Cristoforetti incinta dimostra che bisognerebbe crederci di più nei rapporti a distanza. Diciamo anche che non è del tutto indicato combattere un’intolleranza così forte a colpi di 20.000 abbonamenti, che tradotto in soldoni è come quei parrucchieri cinesi con le modelle asiatiche in vetrina, e dentro ti fanno un taglio come Wanna Marchi negli anni 70. Quindi a tutti coloro che fischiano, scrivono comunicati o affiggono striscioni, ricordo che da sempre, a cominciare dall’uomo preistorico che lasciava la grotta per la caccia senza salutare, l’indifferenza rimane la più potente forma di contestazione. Ieri ho parlato della prossima risoluzione al problema delle ciabatte, oggi vi esorto a tenere duro (per Jordan va bene anche barzotto) perché rimangono ancora pochi giorni per le camice a maniche corte. E alla fine, ironia della sorte, una caratteristica come quella di una certa natura generosa e in certi versi addirittura rigogliosa (mi riferisco all’abbondanza di reni), che solitamente è sinonimo di superiorità genetica sanfredianina, con la storia del numero chiuso a medicina, i test d’ingresso la interpretano alla lettera come invece una malformazione, impedendo a futuri medici che male che vada avrebbero potuto fare comunque i dermatologi. Da un punto di vista tattico invece diffido un po’ da chi cerca varianti dell’ultim’ora, strategie della fase difensiva e fantasie della fase offensiva, verticalità, moduli che se si cambia la posizione di un giocatore in campo di 5 metri si determinano le sorti di una partita. Nuovi ricchi millantatori. Vi dimostro che anche il car sharing tanto strombazzato come soluzione alle esigenze di oggi, di fatto non è un’invenzione dei giorni nostri, ma una soluzione già in uso tra il '55-‘56 e il ‘68-'69.


venerdì 9 settembre 2016

Il segreto di San Frediano


Quando il tifoso Viola chiede chiarezza fa un po’ come Di Maio quando sostiene di non aver capito la mail. Una scusa che oltretutto aveva già usato quella volta della truffa postale con “enlarge your penis”. Ma che quella volta aveva funzionato. Se avete in mente di comprare il nuovo iPhone 7 vi accorgerete con stupore che c’è proprio una funzione che vi chiederà se avete capito le mail e se vi è tutto chiaro sull’autofinanziamento. Se il tifoso non apprezza più neanche i quarti posti, e per questo esprime tutto il suo malcontento, è perché abbiamo perso un po’ della nostra memoria sul recente passato, abbiamo perso cioè quell’arte di staccare lo scotch con i denti che a lungo andare è vero che ci faceva perdere il gusto per i sapori, ma non la nostra storia. Quelli della Fiesole intanto hanno fatto sapere che va bene la festa dei 90 anni, adesso però chiedono di radunare anche tutti quelli che hanno fatto promesse senza mantenerle in modo da mandarli a fare in culo tutti insieme. Gente che secondo l’ATF è capace di mentire anche alla domanda per recuperare la password. Ma a noi cosa ce ne frega del Vasari o del Brunelleschi, oggi intanto ci lamentiamo, poi magari ci ritroviamo primi in classifica e lo giustificheremo dicendo che può capitare a tutti un momento in cui le cose vanno bene; e che per questo non bisogna colpevolizzarsi perché tanto ci sarà sempre un girone di ritorno di merda. A proposito di questo cambiare umore in maniera stagionale mi viene in mente che c’è ancora un mese e poi Enrique Iglesias entrerà in una cabina telefonica per cambiarsi e uscire Michael Bublè. Cognigni intanto sta cercando di dirci: “vero, le vacanze, gli amici, le cene. Ma la gioia che danno le plusvalenze?”. Oggi chiudo con un segreto sanfredianino tra i più preziosi, che ho deciso di svelare come risarcimento a tutti quelli che compreranno la terza maglia, e anche per dimostrare quanto l’Oltrarno sia ancora più funzionale degli acquisti mirati di Corvino. Il segreto è che negli appuntamenti galanti non può mancare mai il fazzoletto imbevuto di cloroformio (ancora ricordo la pelliccia sfilata a Romy).

giovedì 8 settembre 2016

Per fortuna c'è il TAR


La vita ci dice che il fair play finanziario servirebbe anche al di là del calcio, oltre il giardino di Boboli. Conosco persone in San Frediano che comprano l’auto per andare a lavorare, lavorano per pagare i debiti fatti per comprare l’auto per andare a lavorare. Insomma, Diladdarno fare i debiti per lavorare non è proprio quello che si suol dire una gestione virtuosa del proprio vivere. A prescindere da quello che ne pensa la Uefa e delle cartelle di Equitalia. Gli stessi che poi si lamentano dell’oculatezza di Cognigni. Magari perché siamo più interessati alla cultura che non a certi aspetti puramente amministrativi, e se è così sarà persino peggio perché saremo discriminati anche da Youporn che tra le categorie non prevedrà mai “donne colte”. Unico lato positivo della fine dell’estate che ci rimane e che ‘sta volta abbraccia tutte le categorie, è che finalmente la gente non si sentirà più autorizzata a indossare le ciabatte. Rimangono solo quei giocatori scarsi che continueranno a tirare ciabattate da fuori area. Comunque tra i pro Della Valle e i contro, non ci sarà mai un punto in comune, per rendere meglio l’idea mi viene in mente l’avvertimento “telefonare ore pasti” che di fatto preclude ogni possibilità di contatto tra meridionali e settentrionali. Guelfi e ghibellini. Tutti sono contro tutti ormai tra le strade polverose della città. Mentre alle amiche del Bambi che vanno in Fiesole e che ancora “bubano” perché non hanno digerito la plusvalenza Alonso, ho consigliato di prendere una tisana per il ventre piatto, che so tranquillizzare sempre la donna. Tanto lo sappiamo che a Firenze non ci piace la tranquillità, abbiamo quella polemica dentro che poi destabilizza tutto l’ambiente, insomma da noi dura meno la serenità dopo una vittoria contro il Chievo che un allenatore a Palermo. Per fortuna però il Tar ha stabilito che masturbarsi in pubblico non è più reato, così potremo farci tutte le seghe mentali che vorremo.

mercoledì 7 settembre 2016

Il mercato è solo una concausa


Dopo la prima parziale rettifica al comunicato della Fiesole, è uscita finalmente l’ultima revisione che oggi recita così: “l’unica cosa buona di settembre sono i fichi”. A maggior ragione, visto il senso della nuova precisazione, il presidente dell’ATF ha pregato ADV di non mangiarne troppi per non rispondere di pancia. E ha precisato che chi pensa sempre al peggio non può essere considerato superficialmente un pessimista ma piuttosto uno statistico. A chi contesta alla squadra la poca propensione a tirare in porta, dico che per far aumentare questa caratteristica ci sarebbe voluto un pelo di passera, anche in prestito, ma oggi chi ce l’ha se lo tiene stretto. La cosa buona di certi striscioni però è che almeno sono perfettamente affissi, penso invece a quelli che si tatuano le scritte e poi non stanno fermi quando tenti di leggere. Per non parlare di quelli che non sai se è un tribale o se sono usciti dal mare con le alghe. Insomma avrete capito che mi dissocio da quelli che in curva leggono l’oroscopo delle ex per vedere se gli vanno male le cose. Naturalmente ognuno è libero di schierarsi dalla parte di chi vuole, ci mancherebbe, io stesso ho paura che stando dalla mia alla fine sto sempre dalla parte sbagliata. A maggior ragione da quando Andrea Camilleri ha compiuto 91 anni e ho il terrore di leggerlo sui pacchetti di sigarette. Purtroppo la fine della campagna acquisti è coincisa con la fine dell’estate, e il tifoso non solo ha finito le ferie e perso la prima con la Juve, è amareggiato perché non avendo lo smartphone impermeabile non è potuto entrare in acqua per fare il video di quello che stava affogando. Diciamo che il mercato è solo una concausa. Perché poi ci sono quelle coppie che lui ha finito i punti neri sulla schiena e allora lei manda in crisi il rapporto. Oppure quelli che hanno scritto cose molto dure su vecchie lenzuola perché pochi attimi prima la moglie gli aveva "whatsappato" se volevano quattro o sei bastoncini Findus. E poi in certe vite di coppia il tango per lei è un modo di esprimere la propria sensualità, per lui è solo un modo per prendere a pedate qualcosa che non sia il solito cane del vicino. Secondo me il tifoso ha fatto bene ad abbonarsi e male a scrivere quello striscione, la stessa cosa che è successa ad Immobile dopo il bel gol; si è messo a parlare e ha rovinato tutto.

martedì 6 settembre 2016

La Chiesa è molto meno rigida del fair play finanziario



Devo dire che le polemiche sui Dv, le bufale giornalistiche, gli agitatori da tastiera che operano attentati contro la propria squadra, non riesco più a digerirli senza l'aiuto della Citrosodina, ogni tanto ci riprovo a dire la mia, ma poi, appesantito, faccio fatica a ribattere. Le voci intorno alla Fiorentina non sono mediate, ritornano in gola come i peperoni. Tutto è diventato estenuante come quando vado al bagno dell’Autogrill. Venti minuti sotto la ventola per tentare di asciugarmi le mani e poi, sfinito, me le asciugo sui pantaloni. Anche perché io le verità in tasca come quelle di Bargiggia non ce l’ho più da quando la Rita mi ha detto di toglierle per evitare che s’intasi il filtro della lavatrice. Beati quelli che hanno lavatrici di ultima generazione. Preferisco cantare: “cerco l’estate tutto l’anno e all’improvviso…” è finita. O pensare che in Piazza Tasso ci sia il cafè Tortoni della Buenos Aires d’Oltrarno dove andare a vedere ballare il tango. O ancora, dirvi che il mio colore preferito non è il Viola, ma il rossetto. E non mi sento arreso solo quando cerco di mantenere un clima più leggero intorno alla passione Viola, ormai sono disilluso anche quando parlo di politica, evidentemente le violenze verbali mi fiaccano. Sono lontani i tempi di quando ancora m’infervoravo a parlare con la compagna Beatrice, lei così poco sensibile al problema, mentre io sostenevo che lo Stato doveva fare di più per i senzatette. Scusatemi se nei miei scritti c’è sempre meno voglia di combattere l’ambiente calcio, e allo stesso tempo comunque sempre troppo ottimismo pensando che mancano solo 365 giorni alle ferie. Malgrado la diversità di vedute ancora per fortuna riesco a sforzarmi di capire chi vive il calcio come uno “sfogatoio” delle proprie frustrazioni. Non a caso, e a proposito dell’ambito nel quale operano i Della Valle, anche la calzatura con allacciatura alla schiava ci mette un attimo a diventare con allacciatura alla pancetta arrotolata. Vorrei insomma che il calcio fosse vissuto come fa il prete di Serumido con i suoi fedeli, là dove la Chiesa è molto meno rigida del fair play finanziario, me l’ha detto il Bambi dopo che è andato a confessarsi. Lui gli ha detto che va dalle cinesi, e il prete gli ha risposto che farsi massaggiare non è peccato, e ha strizzato l’occhio. Altro che Cognigni.

lunedì 5 settembre 2016

Il problema è la lingua



Su Alonso il ciclo della critica è stato veramente completo. Diciamo anche capillare: 1) E’ arrivato uno scarto della serie B inglese (oltretutto a parametro zero per non spendere 2) Una volta in Viola non era buono 3) Perso un campione per fare la solita plusvalenza, e in cambio arriva uno sconosciuto in prestito (anche se con obbligo di riscatto). Insomma, si accusa la società di non essere onesta nelle dichiarazioni, quando sono anni che indica la necessità di far quadrare i conti per via del fair play finanziario. Sono usciti articoli in settimana dove i bilanci e le analisi conseguenti indicano chiaramente che la società doveva abbassare il monte ingaggi e rientrare per non incappare in sanzioni economiche, o in punti di penalizzazione, e non solo, basta guardare l’Inter che non ha potuto inserire i nuovi acquisti nella lista Uefa. Malgrado tutto ciò è stata messa in piedi una squadra più forte di quella dello scorso anno (almeno per me) grazie all’ottimo lavoro di Corvino. E noi cosa facciamo? Accusiamo la società di aver preso solo prestiti ( io no, e ho pure un alibi, la foto dimostra che mi stavo disinteressando e fortunatamente la Rita l’ha immortalato). Non solo, la si accusa allo stesso tempo di spendere male e di non spendere. La solita storia che va avanti ormai da anni. Di più noioso solo gli uomini che sono riusciti a dimagrire. Alle case servono delle fondamenta, le polemiche invece si costruiscono sul nulla. O forse il problema è davvero la comunicazione, diciamo la lingua, del resto sono marchigiani. Potrebbe davvero essere quello, perché ricordo quando da piccolo un turista chiese informazioni a mio nonno che era in compagnia degli amici al bar di via Sant’Agostino. In inglese. Dopo poco loro gli stavano spiegando scopa, briscola e 21. Cosa potrebbe succedere ancora? Di peggio intendo, oltre a essere tornati in città, oltre a dimostrarsi degli ottimi acquisti i vari Oliveira, Salcedo e Sanchez, potrebbe capitarci vicino in chiesa quello che ci ha rubato il parcheggio. In quel caso gli daremo il segno della pace, ma con riserva. Perché chi cazzo è Oliveira?

domenica 4 settembre 2016

Tornando a casa


Lo so il tifoso è difficile da accontentare, non è come me che il solo fatto di essere Viola mi rende cuorcontento. Il tifoso vuole la pizza ma vuole anche gli addominali. E un po’ di quel cuore lo lascio sulle dune della Graticciaia. Sono stato bene, pensate a come può essere stato Cognigni dopo aver messo a posto i conti con la plusvalenza di Alonso. Così. Tornando a casa ripenso a quel comunicato, stonato, almeno vissuto da qua, fossi stato a Firenze forse mi sarebbe sembrato solo come i cereali sbriciolati sul fondo del sacchetto. L’idea che mi sono fatto di quella tifoseria Viola sempre scontenta, è che non abbia ben chiara la realtà delle cose. Forse bisognerebbe che i film realistici invece di far vedere le persone che il sabato mattina fanno il brunch, le mostrassero mentre puliscono il bagno. Lascio il mare di settembre con un rammarico; c’è ancora gente bianca. Anche se la Rita che è più attenta di me sostiene che la persona a cui mi riferisco fosse un albino. Ma è bello anche tornare a casa per ritrovare certe sensazioni che qua non puoi vivere, come quelli che al semaforo “sgassano”, scattano, suonano, s’infilano, mi è sempre piaciuto ritrovarli al semaforo successivo. Non sarà macchia mediterranea, magari comunque sempre una Duna. E’ stata una vacanza bellissima, con un unico momento di alta tensione in spiaggia, quando un tizio con una cartina tatuata sulla schiena si è incazzato perché mi sono messo a consultarla. Poi l’ultimo tramonto sul lago di Burano. Avevo tanta paura di perderlo. Come quando l’autobus è in ritardo e ti vengono le paranoie tipo “e se non l’avessi visto passare?” Un autobus. Dieci metri di autoveicolo.

sabato 3 settembre 2016

Supercicc


Ormai si parla quasi solo tedesco in spiaggia. Mentre l’estate si stempera come il comunicato della Fiesole per mano dell’ ATF. Stare qui tra le dune, adesso, è un vero privilegio, come lo è stato Firenze e la Fiorentina per Alonso. La sua lettera è senz’altro meno rancorosa di quella della curva. Le minacce di quel comunicato raccontano che la vita in una porzione di stadio semicurva è come un film d’azione. E loro sono gli scagnozzi del cattivo. Alonso racconta invece che la Fiorentina è una famiglia, e la passione ha un solo nome: San Frediano. A questo proposito ho sentito il Bambi, mi dice che conosce qualcuno di quei ragazzi, una volta la mamma separata di due fratelli che oggi lavorano alla stesura di comunicati e striscioni, lo chiamò (stavano insieme) per aiutarla a separare i suoi due figli adolescenti che litigavano violentemente. Dopo che il Bambi intervenne per riportare la calma, lei si sfogò dicendogli che non vedeva l’ora che fossero diventati grandi abbastanza per confessargli che era lei a prendere e a fumare la loro erba di nascosto. Aggiungendo che tanto la pagavano con i suoi soldi. E’ anche da questi spaccati di vita vissuta che deriva il prodotto interno lordo di una curva. E niente Raf, degli anni 80 quando ancora andavo in Fiesole non è rimasto un cazzo. Certo c’è anche il rovescio della medaglia mi dice sempre il Bambi, questa volta a favore della curva: “che palle quelli che non bevono”. Secondo lui non hanno scuse per scrivere striscioni, comunicati o messaggi con il telefonino a quelli che non li vogliono. E senza bere non hanno quella scorrevolezza neanche gli articoli di Ciccio Rialti, Ciuk per gli amici, che quando da San Frediano passa al Sangiovese diventa Supercicc. I suoi articoli d’appoggio ai comunicati deliranti mettono fuori combattimento chi li legge, così come faceva Superciuk con la fiatata alcolica dall’odore nauseante. Mercato, bilanci, sogni spezzati. Pasqual trattato dalla società peggio di loro quando ancora lo infamavano, qui tra una cosa e l’altra si stanno dimenticando anche della legalizzazione. Amici tossici fate sentire la vostra voce, e poi fatela girare. Supercicc farà da filtro alle vostre contestazioni. Al limite farà anche solo il filtro.