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mercoledì 10 ottobre 2012

Il cielo sopra Santo Spirito

Il cielo sopra Santo Spirito è una saccapoche di lampredotto e salsa verde usata per riempire un po’ gli orizzonti sconfinati dell’Africa di Lele, citando Wenders perché come Berlino anche Firenze ha il cielo come unico elemento comune alle sue due anime, divisa com’è non solo da Guelfi e Ghibellini o da gufi e bighelloni, ma anche da uomini e donne, vecchi e bambini, dall’Arno, da poveri e ricchi, gobbi e Viola, dai gobbi gratinati, dalle fave come me e il “give me five” di un’integrazione difficile. Con i negozi storici che chiudono, con i fondi vuoti e con i bassifondi pieni di fave, con il ricordo di Duilio 48, del 28 a due piani che è anche il numero dei becchi, del bar del Necchi e di “Amici miei”, di San Niccolò e delle zingarate, degli zingari che puliscono i vetri al semaforo. Una città di cultura e di chi definisce zingaro Mihailovic, di Stendhal e di bellezza da sentirsi male, e di chi sta bene per i morti dell’Heysel, di chi guarda la città dal Piazzale con l’umore nero e di chi invece preferisce il cavolo nero, ma anche di chi non capisce un cavolo e allora preferisce Tutunci a Della Valle. La ribollita, le budelline, i budelloni di  via de’ Macci e budelli di strade come via dell’Ardiglione, i libri usati in via Laura, il panino tartufato dal Procacci e Ferragamo. Schegge di memoria e lo Scheggi, le Cascine e la Carlotta, svegliarsi con il cappuccino e la briosche, oppure in via del Campuccio con il fiasco di vino, la mitica “sveglia appetito” con digestione a rate come per una cartella di Equitalia. La Costoli e il sapore del cloro, e costoli quello che costoli ma del Viola m’innamoro, il Badiani e il “riso e Buontalenti”, viale Talenti e il grigio della periferia, il traffico lontano dalla poesia e dal Rinascimento, il Ponte alla Vittoria dove i fiorentini in coda invecchiano aspettando la pensione, la tramvia, Renzi, il Vivoli, il Calcio Storico, il giardino di Boboli e il Bobolino dove andavo a prendere il muschio per il presepe, l’afa e il pan di ramerino, lo zuccotto e lo zuccone che vede pontellizzazione e smobilitazione, Alinari e le fotografie alle quali mancano gli odori degli argentieri e del mercato di San Lorenzo, il Conte Razza e Marino Groovy. Viviano unico fiorentino in una squadra dalle mille anime che però si riconosce nell’anima della città e della maglia che indossa, con tanti giocatori di tante altre Fiorentine che sono rimasti a vivere a Firenze, lontano dal cupo affaccio di città senza cartoline, ma con il Cupolone sotto braccio. La prima partita che ho visto in Maratona contro l’Atalanta quattro a zero centravanti Sergio Clerici colpo di fulmine, il primo amore alle Due Strade e tutte le strade del cuore portano al cuore di Firenze e ti lasciano Firenze nel cuore, una città bellissima che ti spezza il fiato, in un testa a testa tra capolavori e teste di cazzo, con gli occhi del mondo addosso, schiacciata dal provincialismo e la schiacciata del Pugi. E voglio chiudere con lo stesso lirismo di Wenders di quando Damiel assiste agli esercizi della donna che lievita al di sopra di lui come un angelo, come anche Vargas che lievita invece come un maiale, e come Andrea che come un angelo aveva scelto come suo ultimo desiderio la basilica di San Miniato al Monte per guardare Firenze prima di andarsene, l’Etruskolo, che da lassù ci guarda e gli sembreremo ancora più giù che nei bassifondi. Ogni gol della Fiorentina è un abbraccio a lui. Un ricordo sempre vivo.

107 commenti:

  1. E' un pezzo dedicato a Lele, indubbiamente: di tutti quei luoghi, di tutte quelle persone, nel cuore nessuna croce manca. E ne avevo dimenticato solo Duilio: da bambino ho fatto cadere uno scaffale intero di giocattoli, accorsero due commesse in gentile accosciamento per rimettere a posto (ma il mitico negozio specializzato in baloccheria era Dreoni). Le viste di santo Spirito sono bellissime, Pollock, la prima davvero inedita e da quiz per accertamento di fiorentinità. Permettete un'appendice libraria: de profundis per Marzocco, Del Re, Le Monnier, Seeber (sta chiudendo Edison, recente e agghiacciante nel décor, poco fornita nell'umanistico, ma non è mai bello quando chiude una libreria e tanti dipendenti restano per strada), la città della cultura si rivela un bluff nel terzo millennio. In via dei Tornabuoni (oggi massacrata, come via de' Calzaioli, dal Nulla Che Avanza) una citazione s'impone per Neuber (le migliori lane del mondo, i migliori cappotti, venivano da Londra per comprarli, tanto per dire). Ma va via, Pollock, omai; ch'or mi diletta troppo di pianger più che di parlare.

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  2. Ti sei superato stamattina Pollock. Una prosa la tua che non ha nulla da invidiare alla poesia, che svela ciò che di Firenze, la città più bella del mondo e che noi amiamo non solo per quello, è meno famoso e che coloro che non ci sono nati non possono conoscere nel suo vero significato, anche se l'hanno visitata decine di volte. Un affresco anche universale però, e grande anche per questo, perchè fa ricordare a tutti noi i luoghi , anche i più ordinari,  della nostra vita dove siamo nati e cresciuti, e li rende grandi. La dedica finale a Etruskolo completa degnamente uno scritto sublime, con un atto d'amore . L'ho conosciuto poco Andrea e solo virtualmente, ma quanto basta per apprezzarlo nella sua profonda umanità e nella sua viva intelligenza, voi ed in particolare tu, col vostro ricordo di lui,  ce lo avete fatto conoscere come merita ed amare a nostra volta. Tutto ciò è un  patrimonio di altissimo valore, incorruttibile, un simbolo di questo "nostro" meraviglioso  blog.

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  3. Bellissimo il post di oggi, Pollock, pieno di amore per Firenze!
    Firenze!
    Firenze, la città più affascinante del mondo!
    Purtroppo sono anni che non vengo costì, ma mi ricordo i posti che mi facevano (fanno) sognare, San Lorenzo, Orsanmichele, la Loggia del Porcellino, Santa Croce.
    Il lungarno illuminato dalle rificolone.
    Il negozio di giocattoli dell'arbitro Menicucci (era diladdarno, ricordo male? Esiste ancora?).
    Decisamente devo organizzare un viaggio e portare la famiglia a Firenze.

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  4. Il cielo sopra(vvissuto)sopra Santo Spirito....per me essere umano propugnatore del Grand Tour questo scritto ricorda quando negli anni '70 il mio babbo arrivava col trenino da Valdarno a riscuotere in via Del Pollaiolo,ed io con lui;allora si faceva il giro non-turistico,con le persone che si prodigavano a spiegare,non come oggi che quasi evitano il forestiero.Guardando Firenze da giovincello ho capito perchè mio padre partì(400 km all'epoca) come invasato per aiutare gli alluvionati,una mattina presto;il suo amore per la viola non c'entrava,era Firenze centrata nel cuore.In via Salutati,prime fughe adolescenziali,ad organizzare "Ululati dall'Underground",da Contempo per i dischi,con gli Undrground Life a registrare una canzone insaporita di sinistra,il 45 giri dedicato a Baggio,poi al Giubbe Rosse per fare il fighetto....e l'investitura per portare lo striscione "Antonio unico 10-V.C. g.Antognoni Frascati" al Franchi,alle 8 già eravamo all'Accademia a far colazione,mostruosamente in anticipo!Grazie Gubernator.

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  5. Il negozio di giocattoli di Menicucci non c'è più, era tra piazza Pitti e il Ponte Vecchio, e tra le a ltre cose potevi trovare Pinocchi di legno di tutte le misure, Blimpe il Dreoni c'è sempre, e se tu ricordi Neuber allora mi fai venire in mente Bianzino dove mi piaceva andare a scegliere il cotone per le camice. Chiari troppo buono, come la schiacciata con l'uva.

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  6. Pensando a questioni meno
    edificanti stamattina m’è venuto in mente un gran bel ( si fa per dire) paradosso.
    Buona parte dei politici italiani sono una vergogna del nostro paese, ciò è
    stato reso possibile da un sistema elettorale senza preferenze, buona parte degli
    italiani disprezza giustamente suddetti vergognosi politici e rivuole quindi le
    preferenze, ma…..laddove ci sono le preferenze buona parte degli italiani
    riesce a fare anche peggio e……..elegge Fiorito, alias Batman.

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  7. Ciao Gianni,
    bellissima dedica. No comment.

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  8. CHIARI,i politici stanno solo spolpando l'osso,come i miei cani quando invadono i pollai(e io pago!)cercano il midollo,ora.Finchè qualcuno non taglierà una mano a chi ruba,sarà così.Io. Ci darei di machete!(scusate in rigurgito giustizialista)

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  9. I miei luoghi fiorentini sono legati essenzialmente allo studio. E dunque la Biblioteca nazionale, Fiesole e l'Istituto europeo, Settignano e la Villa ai Tatti. La primavera e l'autunno sono le stagioni più belle ed ho avuto la fortuna di viverne alcune a Firenze. I mutamenti stagionali della città accompagnavano i miei mutamenti interiori di fronte a nuove esperienze di lavoro. Ricorderò sempre i palazzi che si stagliano contro il cielo grigio in autunno, e gli odori delle tavole calde in cui si entrava al momento del pranzo, come il rigoglio di fiori che si scorge salendo in autobus verso Fiesole o la vista della città dal belvedere del convento di S. Domenico. 

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  10. Hai ragione Sopra, ma quello che ho voluto evidenziare è che tanti, troppi italiani riescono ad essere persino  peggio dei peggiori politici. 

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  11. Ma un tu n'ha fatto che studiare e lavorare! ma tu se' palloso, ecco perchè ti piace tanto i'pretino!

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  12. Cartoline dall'AfricaCaro
    Pollock,al di la'di ogni ragionevole dubbio,oggi ti sei superato: hai
    alzato l'asticella ma ci sei passato sopra alla grande!
    Un
    salto indietro nel tempo,io prendevo il 27,a due piani,oppure il 6
    rosso.Le cerbottane con lo stucco,le sassaiole...lo sveglia appetito e
    il giadin di Boboli,itinerario fisso di chi faceva forca,io soprattutto
    nei giorni di matematica.C'era anche un cine,mi pare l'Italia,l'unico
    che apriva la mattina e che non aveva come clienti i secchioni.Aggiungo
    ai Vivoli e Badiani,il meno storico Giorgio,ma mito gourmant gia' da
    decenni,che agli inizi era luogo di gelati e compagnia.Da non
    dimenticare la Saida,oppure quelle delle sorelle,(mi pare ma te lo
    ricorderai sicuro)all'angolo di Via del Ponte Sospeso.e Ponte alla
    vittoria.E Bruzzichelli? Ma prima della Carlotta c'era la
    Romanina...spalle e vocione da Hulk Hogan.Questa e'Firenze.
    Grazie del regalo,quei tempi son passati troppo in fretta.
     
    Lele
     

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  13. Siccome un voglio esse' triste, l'unica cosa che piglio da i' tu' post l'è che anche da bambino e tu guardavi le cosce delle commesse.

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  14. Punti interrogativi africaniColonnello,a
    Dreoni,aggiungerei Horvat.Ma per comodita'io frequentavo uno,al
    Pignone in via Pisana,accanto Via Benozzo Gozzoli,piccino ma
    fornitissimo.O come si chiamava...Sacrestani?Puo'darsi Gianni?
     
    LeleCaro Lele, quando ero piccolo non uscivamo dal quartiere, mai, difendevamo il territorio con un sistema sofisticato di ronde, continuo.So una sega di' Sacrestani!Gianni
     

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  15. Confidenze africane


    Deyna,ti rispondo qui: Bertoni era quel grande che dici tu,e che dico
    anche io,ma non il grandissimo che avrebbe potuto essere.Il suo
    carattere,gascone ma un po'fragile,ma soprattutto l'idiosincrasia per
    una vita da atleta(parlo di alimentare,era in sovrappeso quasi sempre)e
    la poca voglia di correre negli allenamenti,sono stati i suoi limiti.Se
    gli davi la palla,la sbucciava come un'arancia,e ti dribblava sempre,ma
    se gli chiedevi le ripetute...Quando ho accennato a stimoli,mi riferivo
    al bisogno continuo di essere apprezzato,come se fosse un po'insicuro
    dei grandi mezzi che aveva.Ricordo ero presente ad una cena da
    Crispino,una domenica sera,da dove si guardava la DS,insieme a qualcuno
    dei nostri giocatori,e lui quella giornata fece un gol capolavoro col
    Napoli,una rovesciata e palla nell'angolo basso.Uno di loro,non ricordo
    chi,disse ridendo:ora Daniel chiamera'uno per uno tutti noi per chiedere
    se abbiamo visto il suo gol.Questo per dirti che aveva bisogno sempre
    di conferme.Firenze aveva puntato su un tutt'altro tipo di
    professionista,come sono i tedeschi,e poi ci si ritrovo'con Socrates ma
    ne abbiamo parlato.E'vero che prima dell'epatite esprimeva il suo
    miglior calcio.S'andava allo stadio soprattutto per lui,e sono certo che
    senza quello stop,avrebbe colmato lo step da grande a grandissimo.Ci
    parlai qualche volta,ed era simpaticissimo.Fu lui che mi disse una cosa
    su un collega,che ti diro'in privato.La sua fiorentinita'
    e'autentica,credo sia ancora nostro tifoso.

    Lele

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  16. Grande Poeta, mi hai fatto immaginare una Firenze che ho vissuto, ma ero troppo piccolo per serbarne i nomi. Mio padre ha lavorato là negli anni '70, e ci portava spesso, il sabato, fino più o meno ai miei 6/7 anni. Ricordo un giocattolaio fornitissimo, chissà se è uno di quelli che dite, in una viuzza senz'altro non troppo battuta. Aveva in vetrina un enorme castello con finestre che si aprivano facendo uscire macabre figure, non riuscii a convincere mia madre a comprarmelo, ahimé. I desideri non soddisfatti si conficcano nel cervello, tanto che me ne ricordo ancora. Ho tante altre immagini e sapori di quella Firenze, per me sono ancora ben chiare, ma non saprei darvi punti di riferimento. Dei bellissimi scorci, giardini. Buona parte del tempo lo passavo "parcheggiato" nel cortile interno alla sede de L'Unità, a disegnare, leggere Topolino o a giocare con soldatini e animali di gomma. O a sfogliare libri nella libreria Rinascita: alcuni, che ho ancora, me li portavo a casa [pagando, Chiari!], più che altro su preistoria ed animali, ma anche Gianni Rodari. Ricordo anche le manifestazioni pro-Vietnam ["Americani a casa - o-o-ooooh", mi allenavo per lo stadio che sarebbe venuto in futuro], e una gigantesca Festa dell'Unità credo nel '75, col mitico gioco del porcellino. Trovai un lunghissimo verme in una pozzanghera, e lo volevo portare a casa, già gli avevo dato un nome, chissà come fecero a farmi desistere dall'insana idea. A uno stand c'era Guttuso, a cui portai una cartolina, mostrando il retro: "O Guttuso, me lo fai un disegnino?". Con due rapidissimi movimenti di biro rossa mi lasciò una rosa, che all'epoca non apprezzai troppo: "Ah, grazie, però disegna meglio il mi babbo!". Imbarazzo generale, lui però rideva. Ce l'ho ancora incorniciata, ma oggi che l'apprezzo sta inesorabilmente scolorendo. Poi il caldo insopportabile sui viali alberati, e il grande cartello con la locandina de "La Febbre del sabato sera". E ho ancora ben impressi nella mente i ritorni a Lucca, sul tramonto, sdraiato sui sedili posteriori a fissare i i puntini ipnotici sul rivestimento interno del tetto della 128, o a guardare fuori le nuvole, iniettate di rosso e arancio dal sole. Ci fu poi in altra età lo stadio, Antognoni, Desolati, Galli, Bertoni, Passarella, la Fiorentina. Ed è inutile che ne parli, perché sono ricordi condivisi da tutti noi. Ho frequentato anche la Contempo di cui parla Sopravvissuto, sia la vecchia, angusta, che il nuovo negozio, all'epoca ultramoderno. Conoscevo gli Underground Life! Che bella, comunque, Firenze. Non riesco a spiegare, ma non l'ho mai percepita come le altre città, ma come un'entità vivente, con tutta una serie di associazioni che mi è impossibile rendere. PS: ma questa Carlotta dev'essere "quella" di cui parlava spesso anche Scacco...ma allora ha ragione Jordan, vu siete tutti buhi!

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  17. Sì, ma su Bertoni la penso così anch'io, e l'ho anche scritto in passato sul sitone...Esploso giovanissimo nell'Indipendiente - magica coppia con Bochini - con cui vinse anche l'Intercontinentale contro i gobbi, sembrava destinato ad essere uno che avrebbe fatto la storia del calcio. Ha mantenuto solo parte di quelle promesse, non dimenticandoci comunque che ha vinto un Mondiale nel '78 in una finale combattutissima ed equilibrata, a dispetto del risultato, una delle pochissime veramente belle che ho visto. Con un suo gol a suggello. Nell'82 in Spagna era anche partito bene, ma era la squadra a non esserci più, dopo la guerra delle Malvinas. E' vero anche che non riusciva a tenere il peso, per lui non ingrassare di 4-5 kg era più difficile che per Monzon non mettere su un etto, e che in allenamento non era propriamente un trascinatore quando si trattava di correre...Però il progetto di "teutonizzare" la Fiorentina a me non piaceva troppo, soprattutto perché il leader era Passarella, e gli avrei affiancato un altro argentino. Daniel, anche se non fece mai il salto definitivo tra i grandissimi, a sprazzi lo è stato, ed anche così nel campionato italiano faceva una bella differenza...Quello che è mancato è stato piuttosto un grande centravanti italiano da affiancargli, tranne forse nell'81/82, quando Graziani aveva ancora un po' della potenza originaria. Una dupla con Giordano, con dietro Antonio, sarebbe stata perfetta, davvero un peccato. Io non frequentavo come te l'ambiente dei giocatori, anche perché ero un pischello, ma ci parlai qualche volta dopo gli allenamenti, che andavo a vedere portato da Loris Ciullini, e confermo che era molto simpatico. Da come parla, penso anch'io che sia ancora tifoso viola. Peccato non sia mai stato preso in considerazione come osservatore o qualcosa del genere, perché di giocatori ne capisce moltissimo, vedi - un caso per tutti - il suo consiglio di acquistare un giovanissimo Samuel, purtroppo non seguito...Anche nelle valutazioni in negativo e nei ridimensionamenti ci prende, ricordo che sconsigliò Bolatti perché inadatto al calcio italiano, e disse che i vari Salvio e Banega non erano i fuoriclasse descritti da stampa e addetti ai lavori, che li pompavano tantissimo.

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  18. Mi unisco anch'io al ricordo di Etruskolo, è stato un piacere scambiarci idee sulla nostra Fiorentina. Me lo rammento anche come piuttosto alieno ai cuadradismi e vuturismi vari, sono sicuro che oggi si godrebbe senza tanti distinguo questa bella Viola...

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  19. Bella Firenze quella che descrivi Pollock.  Complimenti davvero.

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  20. Oltre a cambiare i luoghi, talvolta possono cambiare i gusti delle persone. La tua piazza del cuore, Pollock, mi è stata antipatica per anni. Benchè si portasse dietro la nomea di luogo del fiorentino per antonomasia, è lo scorcio del centro che ho scoperto più tardi, perchè per noi 13-14enni dell'hinterland, che iniziavamo a fare le giratine per Firenze arrivandoci con i mezzi pubblici (a proposito, il 28 è la linea che porta a Sesto, ma di quello a due piani non ho il minimo ricordo: di quali anni si parla?) il capolinea era Santa Maria Novella. Così come, uscendo la sera una volta "motorizzati", frequentavo più spesso la zona di Santa Croce o la Flog al Poggetto.
    I miei primi "impatti" con Santo Spirito furono a parire dai 19 anni, una volta l'anno, quando dovevo andare proprio dietro la chiesa in foto, a fare il rinvio del militare (anzi, del servizio civile), e per me significava levataccia e mattinata persa tra code e snervante burocrazia.
    Così come l'altra piazza che spesso nomini, il Cestello, la associo alle scomodissime lezioni dentro quel teatro, una soluzione sbarrocciatissima che l'Ateneo aveva preso in mancanza di luoghi più adatti, a casusa del sovraffollamento di iscritti (i nuovi poli sarebbero stati ultimati di lì a pochi anni).
    Poi col tempo ho iniziato ad amare sia la piazza che tutto il quartiere, che è diventato il io preferito, un must per le mie lunghe passeggiate serali con annessa bevuta (odio a morte invece quelli che non fare 3 passi lasciano la macchina nei posti dove non si potrebbe). Una sera di questa estate mi sono fermato con una ragazza in Piazza della Passera, mi sono preso una birra al barretto all'angolo e mi sono seduto su quella panchina con alle spalle la trattoria nota per il lampredotto. Mi sono intrattenuto a chiacchierare fino a una certa ora, quando il bar e il risorante erano già chiusi, e per la piazza non passava più anima viva: quella piazza così piccola, così geometrica, così chiusa tra i muri, così bianca, così ordinata, così illuminata, così silenziosa... sembrava veramente di essere nel salotto di casa, non mi era mai capitato prima di osservarla con tutta quell'attenzione.
     

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  21. Oh Vita, ora tu ci scateni Jordan che non potrà mai accettarlo che tu vada in una piazza con quel nome e con una ragazza, a chiaccherare e non trombare, ma cosa aberrante per lui che neanche la tocchi visto che tu sei così impegnato a controllare le geometrie, i muri bianchi e l'ordine di quel luogo, ora ci dirà sicuramente che siamo tutti una maniha di buhacci.

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  22. ahahah o Pòllocche, digli ai'Jordan che i'sabato sera si può anche star svegli fino all'arba!     

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  23. Ah, scusate se esco dal tema di Santo Spirito, ma il ricordo di militare e annessi, in tema di vie di Firenze, mi ha fatto tornare in mente un aneddoto.
     
    Quarta liceo, dovevo fare la visita militare alla celeberrima Morandi, zona Santa Maria Novella, presentandomi entro e non oltre le ore 8. Febbraio, temperatura sotto zero.
    Avvicinandomi in stazione a Sesto intorno alle 7.15, vedo che sta arrivando un treno sul binario ove da sempre si fermano, in continuazione durante le ore di punta, tutti i treni che vanno a Firenze. Vedendolo, corro a velocità record per acciuffarlo, e ce la faccio, senza aver ascoltato l'annuncio dello speaker. Il problema è che lì per lì non avevo tenuto conto del fatto che, ogni 10 treni che passano, 1 va a Campo di Marte anzichè a SMN. A un certo punto, resomi conto della destinazione che stavo raggiungendo, lo sconforto. Scendo a Campo di Marte alle 7.40, non sapevo come fare, inizio a vagliare tutte le soluzioni possibili: autobus, taxi, ma avrei dovuto partire immediatamente e nel mio raggio visivo non ce n'erano. E non avevo neanche il cellulare, non erano ancora così diffusi. Alle 7.45 decido di appallottolarmi il piumino sotto il braccio (avevo un golf di lana, una t-shirt sotto, i jeans e dei non proprio comodissimi scarponcini tipo anfibi) e parto correndo all'impazzata, non sapendo quale fosse la stada più breve; miravo la cupola del Brunelleschi come punto di riferimento, da lì poi sarebbe stato semplice arrivare in Santa Maria Novella. Fortunatamente all'epoca ero allenatissimo, si può dire che feci una ripetuta di 15 minuti non-stop aiutato dalla forza della disperazione (se sgarravo di 1 minuto, non osavo immaginare le angherie che avrei subito), col clou sui marciapiedi di Via Cerretani, dove una fiumana di persone incravattate si vedevano piombare contromano questo pischello "fuggiasco" col viso violaceo e grondante sudore nonostante il freddo cane, che li travolgeva tipo treno senza neanche chiedere scusa (quel minimo di fiato rimastomi, dove tenermelo caro), o nella migliore delle ipotesi colpiva a ginocchiate le "24ore" che avevano in mano. Alla fine ce la feci, arrivai sul cancello alle 8.00 spaccate, in condizioni che più impresentabili non si può, ma le umiliazioni dei militari le avevo scampate.

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  24. Quanto a Tarantino, Deyna, trovo eccezionale Reservoir Dogs, innovativo (anche se, purtroppo, ha causato la proliferazione di tarantinati e tarantinismi indecenti) Pulp Fiction, incommentabile l'episodio da lui diretto in Four Rooms, ammirevole Jackie Brown, insopportabili sia Kill Bill 1 e 2 che Grindhouse,  notevole nella prima parte e scadente nella seconda Inglorious Basterds. Nel complesso, un autore significativo che però, anziché diventare grande, ha sino ad ora preferito divertirsi e divertire cinefili-nerds-brufolosi dai palmi callosi.

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  25. Mentre segnalo che anche la Libreria del Porcellino non è più e che dunque, per comprare un libro, occorre recarsi nell'anonimato multinazionale e merceologicamente indifferente  della Feltrinelli o di Mel Books o nella nicchia universitaria ma un po' uggiosa di via degli Alfani o dal camaleontico Chiari in via de' Servi che moltiplica e diversifica se stesso fubescamente e sukkescamente mentre la concorrenza soffre (regge Salimbeni, ma è divenuto catacombale da quando scomparve il vecchio, che mi vendeva prime edizioni a prezzi spellanti, per i quali sicuramente l'oculato spenditore genovese del sitollock raccomanderebbe il mio ricovero, magari in Baruzziana ligure), vorrei medicare nostalgismi reumatici e portare all'attenzione chi resiste sulla breccia, all'insegna dell'antico ancor rubizzo. Volete alzare l'asticella della glicemia ben più di quanto abbia fatto al Milan l'ebetino incensato dal Dubbio in versione «Uno che se ne intende»? I guelfi stanno per Badiani, i ghibellini per Vivoli, i primi onorano il Buontalenti e l'ampiezza maggiore del gusto, i secondi la varietà, la minor festa zuccherina e la maggior vivezza al palato del frutto. Bricolage? Leoni in via Nazionale non morrà mai, mentre da i' Rulli, a du' passi da i' cavalcavia dell'Affrico, troverete la vite assurda uscita di norma nel 1927 e mai più rifabbricata, fermo stando che gli oltrarnisti passeranno mezze ore di fila col numerino da Ceccherini, caverna di Alì Babà per i fanatici del trapano (io però andavo in Piazza della Libertà, in un gran bazar ora chiuso, perché serviva una bionda da noir dei '40, una cosa mondiale, sempre in tuta di jeans e aria annoiata, ancheggiamento alla «guarda pure, chi se ne frega, tanto non la vedi nemmen col lanternino», sapeva tutto, dava consigli tecnici davanti a platee di artigiani non si capisce se più ammirati per il topesimo inarrivabile o per la competenza infallibile). Passamanerie? Non regala nulla, ma se volete un pompon su misura anche per il vostro padulo, nel colore che più gli si attaglia secondo che mamma vi fece, non c'è dubbio: Quercioli e Lucherini, in Porta Rossa, 'dno tu vo' andare sinnò? Ma è tutta una finta, la malinconia ritorna, se pensi che le scarpe chic o era Beltrami o era Mantellassi, e le borse era Ciocca o nulla, e Principe vestiva la borghesiona arrivata che Neuber sprezzava e la sera chi mai potrà più seder con la bella al Capitol e vedere il tetto aprirsi sulle stelle o sugli ultimi fuochi del pomeriggio? Chi serrarsi al Gambrinus per film che dopo quindici giorni facevano mancare anche gli strapuntini a chi non fosse venuto con venti minuti d'anticipo? Chi all'Ariston? Chi agli Artigianelli? Chi agli essais dell'Universale, nella giungla del Pignone? E le maialate del Columbia, che uscivi in via Faenza e frotte di mignotte a fiche rotte ti promettevano la replica del film vivo-live? Ahi dolore dolore dolore! Ah, la caponata di Giorgio di una volta!

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  26. Le Iene è il mio preferito, Pulp Fiction ha dato il via ai tarantinati, quindi mi piace ma non lo ammetto, Jackie Brown non mi piace del tutto, gli ultimi proprio no [e non per il classico luogo comune: "Era meglio il primo X - sostituire nome a caso, da Vasco Rozzi a Wim Wenders", anche se in molti casi è vero]. Kill Bill in alcune parti è intollerabile, in altre valido, anche se è soffocato dal citazionismo di quel nerd. Colonnello, bricolage, fai da te? Ora viene Jordan e ti dice che sei buho, achtung!

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  27. Daniel Bertoni era un mio idolo di bambino, ricordo in particolare un gol spettacolare al Genoa praticamente dalla linea di fondocampo, oltre alla nota doppietta ai gobbi. Con Ciccio Graziani formava una coppia perfetta (una coppia da scudetto, ahimé, rubatoci).
    Ricordo benissimo quello che disse di Bolatti e anche io ho sempre pensato che si debba ingaggiarlo come talent scout viola per l'Argentina.
    Retrospettivamente, mi chiedo: ma perché ai Mondiali in Argentina giocava con il numero "4"?

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  28. Ora però le ditte citate nonché lo Scheggi, presente una volta sì e una no nei topics pollockiani, possono passare dal creatore del sitollock e pagare tangente regolare.

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  29. ...e allora Eredi Chiarini per quelli più potta, e Raspini dove lo metti Blimpe, che non ce la deve pagare regolare tengente lui, poi c'è l'Arlecchino dove adesso c'è Sapori & Dintorni della Conad, e a proposito di bulloneria, non si può dimenticare un mito come Anelli e Tondini in viale Petrarca e poi sempre lì "gomme auto da Renato Pecchioli, viale Petrarca viale Luigi Gori", e sempre dall'altoparlante dello stadio " China Gambacciani elisir di lunga vita, china Gambacciani il segreto per star sani", poi Gherardini e il Diavolo Rosa, poi mi ricordo il duraio che arrivava alle scuderie con il betino tre marce, la cassetta dietro d'acciaio, metteva il motorino sul cavalletto e apriva, duri, mente e liquirizie. Noi si giocava a pallone ma l'intento era solo quello di colpirgli la cassetta per buttargli tutto a terra. "Pezzi di merda siete e pezzi di merda resterete" era il coro del duraio quando il piano andava in porto. E aveva ragione.

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  30. Antognoni, non vorrei ricordar male, ma credo che gli argentini si fossero numerati in ordine alfabetico, ragion per cui Ossie Ardiles giocò col numero 2 - preceduto da Alonso se non erro - e nell'82 con l'1.

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  31. Bertoni era l'ala destra per eccellenza, un giocatore indispensabile nelle grandi squadre italiane dell'epoca. I migliori nel ruolo era Causio, Bruno Conti, Claudio Sala e appunto Daniel. Il compito di questo tipo di giocatore era vivacizzare il gioco di attacco e aprire le difese con tecnica e dribbling. Alessio Cerci, se fosse nato qualche anno prima, sarebbe stato perfetto in quel ruolo. All'ala destra alla Causio infatti non si chiedeva lavoro di copertura se non sporadicamente. In seguito il ruolo si è evoluto. In quella posizione giocano ora giocatori capaci di attaccare ma anche di difendere, come Robben o lo stesso Cuadrado. Cerci poteva tranquillamente effettuare una transizione che ne avrebbe fatto uno dei migliori esterni destri del campionato. Aveva ed ha infatti fisico e corsa per poter lavorare nella fase di non possesso. Credo gli sia mancato un maestro  nel momento cruciale della carriera. Non faccio nomi onde evitare polemiche ma ci siamo capiti.

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  32. Le iene è stupendo ma è una strepitosa piece teatrale più che un film. Pulp Fiction per me è uno dei più grandi film di tutti i tempi, un capolavoro assoluto da ogni punto di vista, e per mantenersi a quel livello, con i successivi, bisogna chiamarsi,Chaplin, Hitchcock, Wilder, Fellini, Scorsese, De Sica, Visconti. Tarantino da questo punto di vista ha sicuramente deluso, gli è capitato quello che , in altro genere cinematografico, è capitato a Benigni, in crescendo  fino a La vita è bella per poi deludere.Tuttavia sono in speranzosa attesa di una nuova impennata di entrambi.

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  33. Vero, Lud, anche se Bertoni era assai più punta dei tre tornanti italiani...Il Benigni regista, Chiari, a me non è mai piaciuto granché, "La vita è bella compresa".

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  34. Confermo che la nazionale Argentina aveva numeri in rigoroso ordine alfabetico nel '78; idem nell'82 e nell'86, però in questi due casi con eccezione del numero 10, indossato da quello lì bravino che giocava nel Napoli (nell'86, il numero 1 dell'Argentina era un certo Almiron, attaccante nonchè padre dell'Almiron che ha giocato un anno anche a Firenze); lo stesso dicasi per i mondiali del '90, ma stavolta all'eccezione del 10 se ne aggiunsero altre tre, quelle dei portieri che indossarono rispettivamente l'1, l'11 e il 22. Dai mondiali del '94, i primi col Bati, non c'erano più ordini alfabetici di alcun tipo.

    Passarella è colui che ha "battezzato" la mia prima da spettatore al (ancora per poco Comunale), la prima volta che il mi'babbo si decise a portarmici avevo 7-8 anni e battemmo il Lecce 3-1, con gol di Monelli e doppietta di Passarella, di cui uno su rigore se non ricordo male.

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  35. Il Benigni regista? Boh... però credo che più veloce almeno di Montolivo la passerebbe

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  36. Deyna, per me invece se Benigni avesse coltivato soprattutto  la vocazione del cineasta e mantenuto l'ispirazione in quel campo,  poteva raggiungere i livelli di Totò attore e di Chaplin attore e regista.

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  37. Pollock proprio nel giorno delle tue rimembranze fiorentine il "simpatico" commento di Marchionne su Firenze! Che ne pensi del simpaticone canadese?

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  38. "Piccola, povera città" la definisce Marchionne, e per certi versi ha ragione. Non per la storia evidentemente, ma di quella lui se ne frega bellamente, visto come sta utilizzando il marchio della Lancia Flavia per cercare di vendere un cesso di macchina agli americani.

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  39. Stavolta non concordo Chiari. Pulp Fiction (più che bello) è un film innovativo ed in questo senso importante, ma non lo inserirei neppure tra i primi cento in una classifica generale. Anche tra i contemporanei, Tarantino sta a distanza siderale quantomeno da Sokurov, Lynch e Malick (senza citare Reitz e Resnais) ed è comunque inferiore ad un'altra ventina di registi in attività.

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  40. Rispetto la tua opinione Antoine,  tanto più visto che  dimostri molta raffinata competenza e altrettanta passione in materia. Il mio è un parere del tutto personale e amatoriale, non certo quello di un critico. Mi pare tuttavia che nelle graduatorie dei più grandi cento film di tutti i tempi, Pulp Fiction ci sia unanimemente.

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  41. Parimenti rispetto io la tua, Chiari, anche perché, come giustamente osservi, Pulp Fiction è in via generale citato nelle classifiche periodicamente stilate dalla critica.

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  42. Già difettava di stile il personaggio ma tale definizione è aberrante, al limite del grottesco. Una mancanza di stile (che si riflette sui modelli, of course), di cultura (ma in questo è certamente più americano che italiano) e di tatto incredibile. Per rispondere ad un sindaco che gli ha mosso sacrosante ed argomentate critiche offende una città intera. Non poteva che provenire da quella immonda galassia.....

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  43. Vitalogy forse è un po' più giovane della media e fa bene a esprimere gusti propri senza farsi condizionare da classifiche e manuali. Storicamente l'impatto di Pulp Fiction è stato epocale. 

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  44. Cari Pollock e Venetoviola, la Fiat sembra che li cerchi col lanternino i propri managers, di squallida e cafonesca ignoranza,  in perfetta sintonia con la grossolanità, povertà di stile e scarsa affidabilità delle proprie vetture. Potremmo anche fregarcene, se non fosse che con gli anni tutto ciò è diventato il marchio di fabbrica  di tutta quella che un tempo era un prestigiosissima  cultura industriale italiana.

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  45. Marchionne non si rende nemmeno conto dei danni che sta facendo in Fiat. Quest'ultima uscita è un'ulteriore danno arrecato al marchio che rappresenta e di cui dovrebbe curare gli interessi nonché gli investimenti. Proprio non gli riesce, è più forte di lui. Allibisco quando sento descriverlo come AD capace. Capace di che ?! 

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  46. Detto questo non sono un seguace di Tarantino, i suoi film successivi li ho visti sì e no una volta. Da  Pulp Fiction invece, quando  lo passano su sky, spesso mi lascio attrarre  e me lo rivedo, in versione originale è irresistibile.

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  47. O favelesse ma io un mi chiamo miha Roberto che se un trombo un mi diverto. E chi te l'ha detto che un ci sono stato anch'io a guarda' le stelle con chi merita accanto, anche perchè un tu mica arrivare e toccagni subito le poppe. Gli investimenti e son contemplati pe' i' raggiungimento dello scopo (con la "o" chiuisa). Ora, magari avre' trovato una piazza co' un'antro nome, quello sì. Piazza della Passera un mi sembre miha sia i' massimo pe' uno scopo roimantico.

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  48. Che palle, ma chi l'è Tarantino? 'ndo gioha?

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  49. Pollock oggi ti sei superato, grande!

    Stupenda anche la dedica ad Andrea.

    Riguardo a Tarantino anche io come Deyna ho come suo film preferito Le Iene anche se ogni volta che guardo Four rooms mi scompiscio dalle risate, la scena finale è da premio Oscar!!!

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  50. Mondiali 1978:Ubaldo Fillol n.7.Tarantino( il regista) folgorante,poi si è guardato troppo allo specchio,meglio il Tarantini riccioluto dell'albiceleste,arcigno e deciso.ANTOINEROUGE,di Robert Rodriguez,cosa mi dici?Al di la dell'assonanza con il nostro Gonzalo,non è male nel suo genere.

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  51. Scusate, ma non vedo l'offesa e dunque l'accanimento contro Marchionne, se Firenze fosse davvero piccola e povera: offesa sarebbe se fosse una città corrotta e di corrotti. Inoltre, la polemica è con Renzi, il quale potrebbe essere sindaco di città povera e piccola senza che ciò diminuisca la veridicità delle sue dichiarazioni. Insomma, non c'è offesa, non è come se qualcuno dicesse che Golfino è un ladro, una testa di cazzo, un incompetente e un rotto in culo. Quel che è chiaro è piuttosto che molti adesso potrebbero credere che le decisioni di fischietto grottescamente avverse alla Fiorentina nelle ultime tre giornate abbiano una firma, ormai, quella di un ladro, di una testa di cazzo, di un incompetente e di un rotto in culo. La logica con la quale un ladro, una testa di cazzo, un incompetente e un rotto in culo crederebbe di offendere una città con affermazioni puramente neutre sono peraltro le stesse con le quali un allenatore di drogati e un drogatissimo credettero di offendere Zeman che denunciava la loro condizione di imbroglioni e di drogati: tutto quel che seppero rispondere fu che Zeman non aveva mai vinto niente. E che c'entrava mai col fatto che fossero imbroglioni e drogatI? Parimenti: cosa c'entra mai che Firenze sia piccola e povera col fatto che Golfino sia un ladro, una testa di cazzo, un incompetente e un rotto in culo? Indubbiamente, se dopo le affermazioni di un ladro, di una testa di cazzo, di un incompetente e di un rotto in culo, un solo fiorentino (dico uno solo!) pensasse di comprare, nuovo o usato, un trabiccolo di cui si fa responsabile quel ladro, quella testa di cazzo, quell'incompetente e quel rotto in culo, Firenze dimostrerebbe di essere piccola e povera moralmente e invererebbe quel che goffamente e pertanto inefficientemente avrebbe voluto eventualmente intendere un ladro, una testa di cazzo, un incompetente e un rotto in culo.

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  52. E dei fratelli Coen che dici Antoine?  Sono troppo rozzo se dico che mi piacciono molto?

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  53. Infatti Colonnello, il rotto in culo  anche a DDV non ha mai  risposto nel merito delle critiche mosse,  a lui ed alla FIAT, ha sempre cambiato discorso con battute divaganti e di infimo livello del tipo: "stia zitto lui che produce scarpe" , o : "non mi rompa più le scatole".

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  54. COLONEL,mi hai tolto le parole dalla tastiera.Il Sebach di turno parla 2 ottave sopra il rutto ma dimostra di essere lo Schettino della Fiat.

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  55. Cagate pazzesche africane
    Antoine,Colonnello e tutti gli altri,mi appello alla vostra competenza per sapere se sono un perfetto ignorante se giudico,Dal tramonto all'alba,che non avete
    citato,una cagata pazzesca,fantozzianamente parlando.Rimasi fino alla
    fine solo per ascoltare i pezzi blues,quelli si di alto valore.
    E se sono nel giusto a ritenere Blade Runner di Scott,e Aguirre il furore di Dio di Herzog,dei capolavori.
    Grazie
     
    Lele

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  56. Reiterare quelle provocazioni prendendo di mira una città che niente ha a che vedere con gli attacchi subiti rende bene l'idea dello spessore dell'omuncolo. DDV lo ha spalmato cavalcando un loro autogoal del quale non vogliono prendersi responsabilità (tipico dei quaquaraquà) e che forte del gradimento della stramaggioranza dell'opinione pubblica lo ha visto nettamente vincitore per knock out al 1° round. Messi alla berlina hanno pensato bene di far parlare lui ma il tono e la sostanza delle repliche squalifica non solo lui ma un'azienda che dallo stato (noi, appunto) ha ricevuto parimenti a quanto ha dato (e nell'ultimo periodo manco quello). Insomma, avranno pure una liquidità di 20 miliardi di euro (quelli promessi per fabbrica Italia) ma il dividerli fra gli azionisti macchiandone l'immagine e, di riflesso, la redditività, non solo dovrebbe farli correre ai ripari ma dovrebbe impartirgli una lezione indimenticabile per quanto concerne la scelta dei manager alla guida. D'altronde i ricambi sono quelli che sono, adoratori di piste e di compagnie di dubbia sessualità, presidenti di squadre cabaret (fior fiori di dirigenti pure li) e tolto il rampollo più grande che si fa scrivere pure i discorsi quando appare in pubblico o alle assemblee dei soci rimane il nulla. Non si preoccupino, se le vendite vanno a picco non è certo colpa dei modelli di previsione delle vendite. "Quello che noi spendiamo per un parafango lui ci realizza l'intera linea di borse", che è scarso lo si capisce anche da questo, uno le borse le vende per intero, e bene, lui con quei parafanghi appiccicati al muso di una vettura ci sta riempiendo i piazzali dell'invenduto.

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  57. Lele, "Dal tramonto all'alba" è in effetti, per me, cagata pazzesca, anche se Tarantino è responsabile, almeno ufficialmente, solo in veste di attore. Io più che per il blues rimasi fino alla fine per la Salma ancheggiante e per Juliette Lewis, ex appetitosissima ninfa. "Aguirre, furore di Dio" è un capolavoro, c'è poco da dire, anche per la storia della sua lavorazione. Peccato che Pizarro non vi sia protagonista come in viola, eheh. "Blade runner" lo trovo un ottimo film, ma forse non proprio un capolavoro com'è considerato da molti, però dovrei rivederlo...

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  58. Credo per ordine alfabetico... ai mondiali di Spagna Ardiles aveva il n° 1.

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  59. Cast africano


    Deyna,vedi l'incompetenza,credevo che Tarantino fosse anche regista...Blade lo so a
    memoria,forse perche'da appassionato di fantascienza,lessi prima il
    libro di Dick.Ho il doppio CD,dove in uno di questi si spiega come e'
    stato ideato e realizzato,e trovo stupefacenti gli effetti,derivati
    dagli scarsi mezzi tecnici dell'epoca.Lo stesso stupore provo quando
    rivedo 2001,girato ancor prima,altro mio preferito.Vidi il primo
    Scott,capitando al cine all'aperto a Fiumetto,dove c'era la prima de I
    duellanti,e ne rimasi folgorato,quindi il primo Alien.Poi e'scivolato
    anche lui su cagate pazzesche.
    Menzionando Juliette Lewis,mi viene in mente un altro ottimo film,sempre di fantascienza,Strange Days della Bigelow.
     
    Lele

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  60. allora un ce ne 'mporta na sega, e si vo' gente sicura, abituata alla serie A.

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  61. Gli ripeto la domanda fatta qualche tempo fa. Come mai la Cytroen mette la C3 sul mercato a poco più di 10000 euro nonostante che sia fatta in Francia, a stipendi francesi, e senza finanziamenti pubblici (proibiti), mentre la Fiat mette sul mercato la 500L fatta in Sebia con l'85% dell'imprendimento finanziato dal governo serbo e pagando 300 euro al mese agli operai, a quasi il 50% di più? Se ne vendesse una caterva sarebbe anche furbo e coglioni chi le compra, ma, se poi, anche quelle riempiono i piazzali, non è il caso che la smetta di dir cazzate e pensi dove ha sbagliato e di grosso? Vieni avanti Chietino!

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  62. E della giovanissima Juliette Lewis di Cape Fear ne vogliamo parlare?

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  63. AntoineRouge non mi hai risposto sui fratelli Coen. Ho capito, mi sono risposto da solo e non vuoi infierire, eh eh eh.

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  64. Sbaglierò ma penso che oggi Marchionne e D'Alema nella loro polemica con  Renzi si sono dati una vile martellata sui coglioni da soli. In buona sostanza è D'Alema che s'è fatto del male.E me ne compiaccio fino ad un certo punto.

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  65. E' proprio così Ludwig, i manuali e le classifiche non condizionano i miei giudizi, nel cinema come in altre arti. Ma non sono un ottuso saputello, ascolto tutti, mi confronto, ci rifletto, talvolta cambio idea ma giudico sempre con la mia testa. Posso apprezzare cose che riscuotono il massimo successo sia di pubblico che di critica, cose apprezzate dal pubblico e non dalla critica, e cose apprezzate dalla critica ma non dal pubblico. Come possono piacermi cose bocciate sia dal pubblico che dalla critica, ad esempio un film tratto da un libro di Bukowsky (ora arriva Jordan e dirà "allora se tu sei buko dillo", eheheh), che vidi 6-7 anni fa in prima visione, tra l'altro di sabato sera alle 21 in un multisala: nel parcheggio c'era un traffico inimmaginabile, alle casse una coda interminabile, in sostanza su 16 sale ce n'erano 15 piene, tranne quella quella del film che volevo vedere io, dove eravamo -senza scherzare e senza usare iperboli- meno di 10 persone. La settimana successiva, il film era sparito da tutti i cinema. Nonostante l'insuccesso, a me piacque un sacco e oggi mi piace sempre di più.
    Sono così anche nella musica. Non amo ad esempio gli U2, nonostante facciano concerti davanti a 100.000 persone e piacciano al 90% dei miei coetanei, però amo ad esempio gli Iron Maiden cho visto in concerto sempre in mezzo a 100.000 persone. Così come amo altri artisti che ho visto esibirsi in localacci bui e fumosi davanti a 15-20 persone.
    Sono a conoscenza dell'impatto di Pulp-Fiction, al quale tra l'altro contibuii anch'io pagando biglietto di cinema, avevo sui 18 anni o forse uno o due meno, ed è rimasto un cult anche tra i miei coetanei, anzi forse è proprio la mia generazione quella che ha dato il maggior supporto a tale nomea. Non è che non mi piacque, anzi, bel film, solo che non ne rimasi folgorato come lo rimasero invece tutti i miei amici (che tra l'altro, in serate passate in casa, me l'hanno fatto rivedere più volte), e col tempo il mio giudizio non si è smosso di parecchio.
     

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  66. AntoineRouge, insopportabili i «Kill Bill»? Ma dài! Sono come romanzi dannunziani, vogliono reggersi per pura virtù di stile: in natura c'è il cane, c'è il gatto, ma ci sono anche il canguro e l'ornitorinco. I «Kill Bill» sono una pappola di grani da delibare isolatamente e da ricomporre nel gusto secondo l'associazione che, di volta in volta, meglio aggrada o ispira. Sono d'accordo invece nel giudizio positivo su «Jackie Brown», gran film incompreso (ho capito che hai vocazione classicistica, comunque), opera chiusa, dai sentori chandleriani ma tenuta costantemente, fino al finale, sottotono, con una straniante ma controllata dilatazione dei tempi del genere. La sprezzatura nelle scelte di casting è magistrale, l'insuccesso del film dovuto alle attese di un pubblico superficiale, che aspettava il rincaro sensazionalista, dopo «Pulp Fiction», e si ebbe invece un testo dai dosaggi interni degni uno speziale, quasi un ritorno al figurativo picassiano dopo il periodo cubista.

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  67. Hai pienamente ragione Vitalogy, tieni conto però che c'è anche un eccesso di tipo opposto, che è quello del'anticonformismo intellettualistico. Tu non ne sei contagiato perchè sei giovane.Ma io sono della generazione dei cineclub, dei dibattiti sulle tante  Corazzate Potemkin dell'epoca, quando un film solo perchè era americano doveva essere brutto , mentre negli USA  hanno la scuola di recitazione più evoluta del mondo, l'industria cinematografica più sofisticata che utilizza non solo il meglio della tecnologia ma anche dell'intellettualità artistica e letteraria in circolazione. Ovviamente bisogna saper scegliere perchè in questo mare di produzione la logica commerciale la fa da padrone,quindi inondano il mercato anche di molta spazzatura buona per tutti i gusti.Secondo me Pulp Fiction non solo ha fatto epoca ed ha creato un genere, ma nel genere rimane unico e inarrivabile. Nelle graduatorie dei primi cento è messo nel mucchio e mortificato, dal mio punto di vista è nella graduatoria top ten di sempre, ed in questo caso l'anticonformista sono io. Solo gli inglesi per il loro background, che ha le sue radici nel teatro shakespeariano  e in un particolare modo di porsi di quel popolo nei confronti dell'interlocutore, superano gli americani nell'arte della recitazione.

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  68. Lele, saresti in buona compagnia, credo che il 90% delle persone creda che il film sia di Tarantino, io stesso pur sapendo che è di Rodriguez, lo associo sempre a lui, che vi compare solo come attore. Potenza del culto di cui godeva all'epoca...Il cinema all'aperto di Fiumetto, se non sbaglio e se non ce n'erano altri, l'ho molto frequentato da piccolissimo, quando andavo in vacanza con i miei al Tonfano...Ci ho visto "Anche gli angeli mangiano fagioli" [eheh], diversi cartoon di Tom & Jerry, e tutti i primi 007. Ricordo che c'era in programma anche "Il profeta del gol", il film di Ciotti su Cruijff, ma non so perché non mi ci portarono. Ricordo anche che alcune signore, all'uscita da "Yuppi du" di Celentano, raccontavano scandalizzate di quanto fosse osceno, e che due di loro avevano vomitato. Altri tempi..."2001" pure lo vidi da piccolo, a 8 anni credo, e fu un'esperienza lisergica. La Juliette Lewis di "Cape Fear", Chiari, è un'istigazione al crimine. Magnifico De Niro che si finge insegnante di teatro per adescarla. Gli U2, Vitalogy, io li ho sempre detestati, delle loro parti preferivo di gran lunga Gavin Friday e i suoi Virgin Prunes. Gli AC/DC non li ascolto da una vita, ma il loro concerto in Argentina dev'essere stato qualcosa da non perdere, anche senza il vecchio Bon Scott.

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  69. In compenso l'Italia vanta nella sua storia cinematografica un numero non esiguo di registi di grandissima levatura mondiale che ha del miracoloso.Quanto all'arte della recitazione in Italia, lasciamo perdere, qualche mosca bianca, qualche comico di valore, poi molta mediocrità. Ci sono attori e attrici italiani contemporanei che vanno per la maggiore e recitano con la cantilena, peggio di me nelle rappresentazioni liceali.

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  70. Sono pochi ma buoni, Chiari: francesi e tedeschi ne hanno avuti di più, tanto per confrontarci con realtà storiche, culturali e demografiche comparabili.

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  71. Deyna, se non ricordo male Juliette Lewis per quella sua interpretazione in Cape Fear fu candidata all'Oscar.

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  72. Non seguo molto gli Oscar, Chiari, non saprei...Registi italiani: diversi grandissimi e grandi, anche tra quelli autori di film di genere o commedie, ma tutto è finito, a mio parere, verso metà anni '70. Dopo è stato un florilegio di sopravvalutati o di incapaci assoluti. In effetti, ripensando agli attori, tranne i comici raramente son stati all'altezza dei registi...

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  73. Ma di carcio un si parla più? Di tutti questi cazzi di film un n'ho visto che Blade Runner e quella clona mora e me la sare' fatta volentieri ma un mi ricordo artro. Ma Tarantino che gioha ancora? centrattacco?

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  74. Io non l'avrei fatto, il remake: l'originale era diretto da un mestierante, reduce dal successo di cassetta dei «Cannoni di Navarrone», ma i due interpreti maschili erano immensi, quasi catafratti nei rispettivi ruoli e nelle performance fra le più alte della loro carriera. Nel film di Scorsese, costruito a colpi di bravura, De Niro deborda e alla fine annega più il film, che il suo personaggio nella scena finale. Giulietta deve eccitare fantasie sadiche perché da allora ha girato un numero pazzesco di pellicole in cui si fa terrorizzare e peggio.

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  75. Tornado a Pulp Fiction, ammetto che un po' bisogna averci vissuto con gli statunitensi, come è capitato a me,  per  apprezzarlo  fino in fondo in tutte le sue sfaccettature, realistiche, ironiche e spietatamente auto-ironiche. Faccio un esempio, tra i tanti che potrei fare di quel capolavoro forse il meno ricordato: il monologo di Christopher Walken sulla storia dell'orologio, che vale, da solo, il prezzo del biglietto.  

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  76. Guarda che sei tu, Jordan ad aver disertato per giorni dando il cattivo esempio e lasciando la scolaresca in libertà: adesso provaci, a rimetterla seduta sui banchi!

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  77. Eh, grande attore, Chris! Negli States lo pigliano per il culo (amabilmente) a causa del birignao, un po' come facevano per Jimmy Stewart (che Bing Crosby imitava deliziosamente).

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  78. Jordan, che ne pensi tecnicamente di De Gea?

    http://www.youtube.com/watch?v=ndhmdwIswp8&feature=related

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  79.  
    Chiari, dei fratelli Coen, posso darti man forte se vuoi essere difeso per il "Grande Lebowsky", film che so a memoria, non mi annoierebbe mai, e poi vi è presente come co-progonista Steve Buscemi, ovvero il Mr.Pink di "Reservoir Dogs" (che forse per tale motivo è il film che rivedo più volentieri tra quelli di Tarantino, regista che ribadisco non appassionarmi troppo), in assoluto uno tra i miei attori preferiti, di cui ho visto tantissimi film, tra cui "Fargo" che forse è il mio preferito tra quelli in cui è protagonista, e "Big Fish" (che, restando in tema di registi "mostri sacri", è l'unico film di Tim Burton che mi piace, nonostante sia il più disprezzato dai tanti fans di tale regista).
    Tra i registi inglesi mi piace molto Guy Ritchie, che da quando si è separato da Madonna ha ricominciato a fare film degni del suo livello.
    Tra gli americani, a parte i mostri sacri come Scorsese e De Palma (scontato che mi piacciano), mi piace molto Cronenberg (anche se in realtà è canadese), e qualcosa di Soderbergh, soprattutto il capolavoro "Traffic".
    A proposito di anni '70, Italia e America, Chiari, uno dei miei film preferiti è di un regista italiano ma produzione USA, ovvero "Zabriskie Point" di Antonioni, film che fece addormentare la gente insieme a cui lo vidi.   
     
    E ora, siccome avete citato la topa, veniamo a Juliette Lewis. Dei film in cui è presente lei, quello che forse mi pace di più è "Strange Days" citato da Lele. Lei è una bellezza particolare, più che bella bella in sè la trovo affascinante, ma fa sangue un sacco, al punto che 5-6 estati fa andai anche a vedermela dal vivo in concerto, a Firenze, nel prato sul retro dell'ippodromo delle Mulina. Come forse qualcuno saprà, oltre che far l'attrice ha cantato in un gruppo che se non conoscete non vi perdete granchè, scopiazzavano qua e là tra il punk-rock e genericamente tra la scena alternative dell'asse New York-Detroit della seconda metà degli anni '70, tirandone fuori un rockettino tanto orecchiabile quanto plastificato e nient'affatto orginale (certo, sempre meglio che Giggi D'Alessio, eheheh). Risultato: sciolti dopo un paio di dischi e 2-3 singoletti "MTV-fonici", la stessa fine di un altro centinaio di gruppi anglosassoni a cui le major nella prima decade degli anni 2000 hanno tentato di far percorrere la stessa strada, con le medesime ispirazioni, ma sono durati tutti quanti poco più di un gatto sull'Aurelia.
    Visto che il concerto non mi entusiasmò, la cosa più interessante era proprio lei, Juliette. Indossava un pantalone nero che era un incrocio tra un fuseax e una sottilissima calzamaglia: ha un culo e due cosce ESAGERATE, che per un'oretta o poco più potei ammirarmi proprio a distanza di un metro dal palco, poichè non c'erano nè transenne nè la barriera di gorilla sull'attenti, essendo presenti io dico forse nemmeno 100 persone . 
     
    Deyna, invece per me il più grande gruppo irlandese restano i Thin Lizzy. Quanto agli ACDC, anche senza il povero Bon, un sacrificio sarebbe valso la pena, in quello stadio...

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  80. Jordan mi ha appena confessato la sua top five:

    1) Improvvisamente l'estate scorsa
    2) Belli e dannati
    3) Riflessi in un occhio d'oro
    4) Querelle de Brest
    5) La legge del desiderio

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  81. Ma come, Deyna, ma allora... ma allora... ahahahahahahahahahahahahahah!

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  82. Deyna, la top-five è uno scimmiottamento del leitmotv del Nick Hornby di "Alta Fedeltà" o è casuale? Perchè nel primo caso si rischia di iniziare il giochino delle top-five: la mia top-five dei film, la mia top-five delle canzoni, la mia top-five delle donne che vorrei trombarmi, la mia top-five delle donne trombate, la mia top-five delle figure di merda, eheheh... tanto questa settimana è anche fermo il campionato... ma forse i'Jòrdanne e s'innervosirebbe...

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  83. ahahahah e "i segreti di brokeback mountain" un gli garba?

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  84. Ehi, ci credi? "Alta fedeltà" non me lo sono ancora visto. Per non innervosire Jordan si potrebbero però fare top five calcistiche di vario tipo...

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  85. Sì, il problema è lo stop della Nazionale, è in quel periodo che la latenza gli si scarica e che si divincola ferinamente contro le leggi freudiane: ma tutti qua sanno che sul suo comodino troneggiano «La statua di sale» di Gore Vidal e «Maurice» di Forster, i suoi romanzi-feticcio! Non lottare più, Jordan, abbandónati! AntoineRouge attende solo una parola!

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  86. Ahahahaa no, I segreti della Montagna dei rottinculo non gli piace, dice che è troppo poco torbido e morboso.

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  87. Colonnello, per non parlare delle due foto-icona che fanno bella mostra di se' appese sopra a detto comodino!

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  88. Ahahahahahahahahahah! Complementari! E il sorrisino del Mala, poi, te lo raccomando! Adescatore! Da gelato offerto al parco al piccolo Jordan! «Ma che bel bambino! Che bel vestitino alla marinara! Ti hanno lasciato solo? Vieni con me, ti compro un pallone nuovo e ti racconto delle cose che non sai...»... ahahahahahahahah!

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  89. La top five dei cantanti preferiti di Jordan

    1) ABBA.   2) George Michael.   3) Boy George..............................

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  90. Ahaahahahahahahahahahahahaha oddio, moio.

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  91. Anche "gli occhiali d'oro" di Bassani e "Morte a Venezia " di Mann non mancano nella biblioteca a Vicchio.

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  92. Se parlate degli U2, devo dire che erano il mio complesso preferito negli anni '80. Da quando hanno fatto la loro maledetta svolta pop all'inizio dei '90 ho smesso di seguirli. Ma l'album dal vivo (e relativo video) "under a blood red sky" tratto da un concerto del 1983 e' stupendo.

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  93. Certo Antognoniforever, col Monto in veste di Tadzlo, come Deyna scrisse qualche giorno fa... ahahahahahahahahah!

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  94. Perchè tu me lo chiedi in questo consesso? un sarà mica buho anche lui? Come portiere è capace di tutto, di parare l'impossibile e di fare cappelle enormi. Essendo giovane ed avendo enormi potenzialità si può pensare che con l'età prevalgano le prime, il Manchester United ci crede ed ha un contratto di 5 anni quindi non vedo cosa ce ne possa fregare a noi, o non hai ViviUnodinoi?

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  95. Allora, tanto pe' chiarire, de firme un me ne 'mporta una sega, un guardo nemmen quelli gratisse ne' voli intercontinentali, a meno che un ne cominci uno pe' dormicci. Della musica, jazze, poppe (no di quelle sì, ma non in campo musicale) reppe e artri cazzi un son nemmene icche vor dire. Sicchè se la tua top-five l'è pe' fa' battute di'cazzo su ' i' solito argomento un le capisce artro che quell'altro vispacchiotto di' colonnello e io un posso nemmen replicare. Di que' cinque che tu dici e un n'ho visti neanch'uno, nè ho voglia di vedelli, nè so nemmen di' che parlano.

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  96. Lo vo' un consiglio? va a fa' un viaggio pornografico a i'buio.

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  97. L'è più facile che tu ce l'abbia te la foto di Berlinguer in poster nella camerina con le candeline pe' 'nginocchiatti 'n preghiera. Quello con le frecce chi l'è?

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  98. Te tu ti sbagli con le tu' esperienze giovanili alla Festa dell'Unità.

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  99. E dai! e un so nemmen chi sono! 

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  100. Tu quoque, co ' i'nome di' mi' idolo, e tu vo' da' la cortellata! Fa' battute su argomenti ignoti alla controparte l'è vigliaccheria pura. Morte a Venezia e deve essere anche quello roba da finocchi.

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  101. Di Montolivo giocatore un ne voglio parlare, ma su i' fatto che sia da paragonare ad un adolescente bellino e finocchio, e ci andrei piano. Tutto l'odio viscerale di Deyna è notoriamente originato da tutt'altro, la gelosia e l'invidia per la De Pin.

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  102. Messaggio africano di ieri seraCazzo,parlate di Chris Walken e me lo sto vedendo proprio adesso in un fantastico Things to do in Denver when...con Andy Garciascusate "Things to di in Denver when you're dead"
     
    Lele
     

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  103. Bellina quella di Pieraccioni: "Quando Marchionne ha detto "piccola e povera" a Firenze, ha fatto confusione con lo slogan della nuova Punto".

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  104. Jordan, il San Sebastiano è Mishima, noto destro finocchio, che si dette la morte che sappiamo. Ti chiedevo di De Gea perché mi fa pensare a Neto [non fraintendiamo, lo spagnolo è assai più forte, almeno in potenza], è un portiere agilissimo e molto giovane, su cui Fergusson ha puntato forte. Se lo fanno a Manchester, che non si poteva fare noi, un po' più in piccolo? Comunque concordo col tuo giudizio, oltre alle parate strepitose è ancora soggetto a cappelle [altro che Neto, in quel caso, a Firenze l'avrebbero crocifisso], specie su tiri piuttosto centrali, in cui non vedo solo mancanza di concentrazione, ma anche una strana [non] impostazione tecnica [Galli ad esempio era da manuale in quello], ma chiedevo appunto a te che sei l'esperto...Ad ogni modo ha un potenziale mostruoso, credo proprio che verrà fuori alla grande. Strane storie incrociate, tra l'altro, la sua e quella di Sergio Asenjo, giovane portiere che anni fa pareva destinato a una carriera brillantissima. Preso dall'Atletico Madrid, un infortunio al ginocchio aprì la strada proprio alla sua riserva De Gea, che gli tolse il posto. Andò in prestito al Malaga, un altro infortunio credo, poi il ritorno tra i Los Colchoneros, dove si è trovato di nuovo la strada chiusa da un'altra promessa locale, Joel, e dal belga Courtois, fortissimo, in prestito dal Chelsea. Ha solo 23 anni, Asenjo, ma come Neto sta perdendo importanti anni per giocare e crescere. Per me era molto forte, ricordava un po' Peruzzi [purtroppo anche nella propensione agli infortuni], ricordo che Corvino lo voleva portare a Firenze per il dopo-Frey.

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  105. E' vero per Asenjo, ma, almeno lui è stato fermato da infortuni e da giovani anche più promettenti, lui è stato mandato a giocare. Neto è in panchina da due anni senza una possibilità, fermato da una società che non ha capito nulla, almeno nei suoi riguardi. Che potenzialmente sia inferiore a De Gea lo vorrei vedere provandolo. E' meno esplosivo ma quanto ad agilità credo che abbia qualche vantaggio e, a giudicare dal campionato che ha fatto in Brasile è molto più capace di concentrazione, quindi molto meno soggetto ad errori. De Gea nella breve carriera ne ha già fatti parecchi, per sua fortuna non decisivi (più sbaglia, più vincono) ma ha le caratteristiche del grande portiere ed una società che ci crede e lo sostiene.

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  106. Sì, Neto è un po' più agile, forse anche più che un po', ed anche più concentrato [dici poco], ma certe parate in rapidissima sequenza spinta-distensione totale non credo sia in grado di farle, o almeno gliene ho viste fare molte meno che a De Gea. Ma anche restasse un po' inferiore sarebbe ugualmente su ottimi livelli, il problema è che ormai a Firenze lo vedo bruciato. Speriamo almeno, a questo punto, che ViviUno di Noi© confermi gli ultimi miglioramenti [comunque le grandissime parate che dicono non le ho ancora viste, è molto più reattivo e questo è confortante, ma ha preso tiri piuttosto centrali, nulla di sensazionale].

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