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lunedì 30 aprile 2012

Niente gol ma solo Golgota


Arieccola ciucciata dalle streghe tornare a svolgere manovre allampanate, ansimare asfittica con tanto di pneumotorace, mencia come un sacco rapidamente svuotato dalle ultime prestigiose vittorie esterne, goderecce sì, ma miraggi in un deserto di soddisfazioni, e poi infortuni come pioggia acida, e squalifiche che ci costringono a raccogliere frutti ancora troppo acerbi, che allegano il palato come i cachi non ancora maturi. Grandi passi indietro anche senza Gamberini quindi, e mollezza comunque pur in assenza di Montolivo, e una sconfitta senza che questa volta possano essere considerati loro i colpevoli, è una sconfitta doppia, come al Quadrado erano invece quelle vittorie, ma per non perdere almeno i benefici dell’ultimo mese voglio considerare anche questa partita nel pacchetto della svolta, e analizzarla in quel contesto servirà almeno a rendere meno viziata quell’aria pesa e consumata che esce fuori da una partita dove si fuma e dove ci fumano. Molte sono state le partite che hanno consumato energie nervose e fisiche, mentre a noi ormai troppo stanca ricala invece la cataratta della tristezza sul campionato della Via Crucis, come sui nostri poveri gropponi martoriati, pesa la delusione di una partita che aveva tutti i presupposti, anche psicologici per dare uno straccio di continuità e alimentare una mini serie di vittorie, di quelle che rendono il lunedì quasi come il venerdì, se non fosse che non ti tocca la frittura di paranza. Ci credevo davvero a un filotto di vittorie, forse perché l’avrei preteso a parziale rimborso del fallimento di una stagione, appunto, che come sul Golgota ci vede arrancare con la croce, un rimborso che a questo punto invece andrà definitivamente insoluto come una ricevuta bancaria mandata a diritto, un interruzione di corrente quella di ieri, che sbrina il congelatore dove custodivamo quei due fagiani spennati nelle riserve di Roma e Milano, costringendoci così a buttare via tutto. JoJo sbaglia il rigore volutamente mirando il portiere già sdraiato in terra alla Frey, e lo fa per rientrare nel novero dei grandi, nella settimana degli errori d’autore di Messi e di Kakà, ma anche per riabilitare Ljajic che gioca male volutamente per solidarietà verso Montolivo, che è assente volutamente dopo aver saputo che anche la squadra sarebbe stata assente, come Rossi che proprio in virtù del tour de force avrebbe potuto fa ruotare non solo il nostro umore, dando almeno a Marchionni la possibilità di togliersi il muschio dal sedere. Salutiamo comunque l'esordio di Neto, faccina pulita e subito punita da un tanke vero, mentre un po’ ci preoccupiamo per quel destino cinico e baro, che tra i tanti che hanno dimostrato di avere la spalla tonda, va a offendere proprio la spalla del monumento eretto a centrocampo proprio contro il malcostume dell’assenteismo, dimostrando vandalismo allo stato puro nei confronti di una figura che per una ventina di minuti si è trasformato addirittura in un eroe un po’ tamarro sì, ma anche un po’ Beckembauer e un po’ Enrico Toti. Una Fiorentina che taglia sui costi della manovra presentandosi a Bergamo senza nemmeno la benzina nel serbatoio, che ci svuota l’entusiasmo come la manovra del Governo Monti il portafoglio, e intanto Renzi da il via alla notte bianca, dodici ore tra cultura e spettacolo, che in accordo con i DV ha evitato accuratamente che potesse essere proprio la Fiorentina a entrare in competizione distraendo i tifosi dall’evento, che avrà inizio oggi alle ore diciotto, e così la notte bianca ce l’hanno anticipata di un giorno, e per evitare una concorrenza considerata sleale, a Bergamo di cultura e spettacolo neanche a parlarne.

domenica 29 aprile 2012

La signora in giallo e il nipote in rossonero


E' abitudine della casa dare il benvenuto a chi si affaccia per la prima volta in cucina, e ieri non essendo di corvèe, come anche Corvino non v'è più del resto, non l'ho potuto fare, e allora per farmi perdonare lo farò oggi riservando a Magda il post domenicale, come l'omelia, scusandomi se per offrirle da bere le è stato mostrato da Deyna una rettoscopia, perché deve sapere, che lui, tra gli ospiti è quello più sensibile all'igiene e alla prevenzione del corpo femminile. Sono felice di questa nuova presenza, perché avendo perso un capitano per strada prima, degradato in ex capitano giocatore poi, fino a degradato disperso nella periferia più degradata della squadra, con Magda abbiamo la possibilità, invece, di riappropriarci un po' di quella concretezza laterale dei suoi appoggi, quelli per intendersi che mettevano la palla in banca, e allora forse si capisce anche il perché oggi non ci sia più accesso al credito, perché Riccardo sembra averlo definitivamente finito. Siccome però ho letto di anticipazioni in pillole da parte non solo di Magda ma anche e soprattutto di quel dispenser di verità di un Gat, che non sono concesse invece a noi umani, chiedo a entrambi di fare un gesto eclatante, visto che Guerini ha dato l'annuncio della conferma di Delio Rossi da Radio Pompelmo Rosa, perché non rendere immortale anche il mio blog rivelando qua la vera storia di Riccardo Montolivo in sette puntate sette, dando al blog il risalto mondiale che secondo me merita. Voi passereste da persone sensibili e generose, che hanno voluto fare del bene a uno tra i tanti sconosciuti anfratti della rete, e per me invece sarebbe risonanza magnetica alla stato puro, così da fare felice anche Deyna. Un vero scoop magari concordato con il Gat in conferenza stampa da Montecarlo per dare un aria ancora più esclusiva all'evento, esclusiva come avevo provato a fare quando questo luogo era ancora un salottino radical chic, prima cioè di essere stato costretto alla retrospettiva scollacciata per strappare quattro biglietti in più e non presentare la solita sala tristemente vuota. Luci della ribalta quindi, perché per il ribaltabile invece abbiamo già dato ai tempi della scoperta del pianeta donna, e come del resto anche con le retrospettive abbiamo abbondantemente profuso, a parte qualche colpo di coda come quello davanti al frigo. La mia preghiera domenicale quindi è quella di far scendere in campo il Gat come Berlusconi, e insieme a Magda, che non è la cugina di Mubarak sia chiaro, di raccontare la loro verità, intanto che cerco i contatti per invitare Salvo Sottile a presentare, la criminologa Bruzzone per far contento Deyna, e poi Paolo Crepet per fare crepare d'invidia il Guetta per questo mio grande scoop, perché il crimine irrisolto porta grandi ascolti, e allora vai con il criminologo Massimo Picozzi e Francesco Bruno, e così sul blog dopo “crimini e misfatti” presenterò “il misfatto di un rinnovo che non si è mai fatto”, Magda e Gat come la signora in giallo e Bruno Vespa, ma se tutto questo non dovesse accadere però, perché sarà scelto legittimamente il grande palcoscenico di Fiorentina.it, come Riccardo di non rinnovare, questo mio post allora avrà il valore di un test, come quelli per le allergie, per capire cioè, visto che senza Montolivo la Fiorentina va a gonfie vele, se dare la parola ai suoi difensori, se parlare comunque di lui nel giorno della partita della Fiorentina, possa in qualche modo incidere negativamente sul risultato. Adesso metto questo post sul vetrino in laboratorio e aspetto gli esiti del match di Bergamo, e se non dovesse andare bene, per noi questo esame antiallergico avrà rivelato la necessità di un antistaminico in dose massiccia, e con quel vetrino ci si farà un bel risotto con i carciofi, perché da queste parti si chiamano così quelli allergici alla nostra maglia.  

sabato 28 aprile 2012

Il lampre si fa dotto


Si va a Bergamo finalmente con un po' di vento in poppa, budelline e lampredotto, una salsa verde di campo da gioco, che ci dovrebbe veder giocare con i nervetti distesi, mi aspetto una squadra tignosa, volitiva, vogliosa di dimostrare il suo valore ritrovato, anche capace di cambiar pelle più volte nella stessa partita, un centopelli insomma. Francamente ci sentiamo un po’ meglio in questa vigilia, dopo che il campionato, invece, almeno fino alla trasferta di Milano ci aveva minato la salute, ci si sono torte le budella, tanto che per andare avanti siamo già al quarto stomaco della stagione, l’abomaso appunto, e come il lampredotto, il tifoso Viola è stato cotto a lungo in acqua, anzi in brutte acque, con cercipolla, disprezzemolo e sedano, ingredienti che sedano davvero il tifoso fino a togliergli la passione. Finita la cottura però, ecco la magia che sboccia in una Milano paninara sì, ma solo di Timberland, e poi in quella Roma considerata città di eternit dove ci siamo presi tre belle puntarelle scendendo in campo tra l’altro senza nessuna puntarella di ruolo, insomma, i vari Ibra e Totti ce li siamo messi dentro al “semmelle” e gli abbiamo inzuppati nello stesso brodo di cottura nel quale si trova adesso a decantare quell’altro brodo di Montolivo. Sale e pepe finalmente a condire una stagione povera come è povero il cibo di strada, come povero di attaccamento alla maglia è risultato chi ha fatto la salsa verde con il Milan per prendersi tutta la salsa e lasciare i suoi ex tifosi al verde. E poi olio piccante, che da dove scriviamo è stato usato abbondantemente anche per condire l’attesa di partite importanti e momenti difficili, per propiziare, che abbiamo reso ancora più piccante con la rassegna di attrici che ci hanno fatto il tirocinio con il peperoncinio che gli usciva da tutti i porri, che ci hanno fatto diventare talpe, slavati, lavati dopo, e salvati alla fine dalla conoscenza della tana, quella libera tutti, ma dal bagno soprattutto. E non ci deve essere trippa per quei quattro gatti di Bergamo, adesso è tutta roba nostra quella rimasta sul piatto del campionato, fuori gli scarponi per fare anche la scarpetta, e se piove che sia pure in inzimino, in umido cioè, con verdure a foglia, ma senza quella bietola che da quelle parti c’è cresciuta. Schermaglie a centrocampo con il Lazzaro purgante romano in ascesa nei nostri cuori, e frattaglie a più non posso, nel senso di metterci animella, cuore, polmone e rognone, perché rognosi gli vogliamo, su ogni pallone, perché se non si fosse capito “si vole” vincere anche a Bergamo, allungare la striscia di risultati positivi, di vittorie, per fare il tris poi con il Novara in casa. C’è voglia e bisogno di straviziare, di godere, di rifarsi in qualche modo di una stagione avara, e siccome qualcuno delle nostre parti, nell'inferno di questa stagione ci ha detto “galeotto fu il libro e chi lo scrisse”, noi, con l’essenza della cucina di strada fiorentina e con la Fiorentina diciamo “galeotto fu il lampredotto a Bergamo”, e già che siamo a parlare di bolliti, vorrei ricordare a quella testina di Montolivo con passata, che a Firenze il panino con il lampredotto ci piace con una faccia del pane inzuppata nel brodo, che è cosa ben diversa da un brodo con la faccia inzeppata con una passata, vincere domani quindi, e poi a chi non ci “vole”, via andare, noi ci teniamo maglia e lampredotto, e a qualcun altro forse, panchina e zafferano. 

venerdì 27 aprile 2012

La dieta a punti persi


Nei periodi di crisi bisognerebbe rivedere certi detti e abbandonare quelle abitudini che incidono troppo sullo spread, plaudo questa volta all’iniziativa di McDonald’s che ha lanciato per il mese di maggio il Mc Spread, un panino vuoto che il cliente può riempire con i propri debiti, “più ne hai e più diventa succulento” è lo slogan, perché venerdì pesce una sega con quello che costa, al limite un più biodinamico venerdì piscia, che costa solo l'acqua dello scarico, e allora sull’onda di una vittoria che riscalda ancora il cuore, senza andare a smuovere troppo la sabbia per non intorbidire l’acqua limpida della felicità, e visto che nella giornata della Roma liberata da un ventennio di ragnatele sul due in schedina, avevo trasformato un chilo di vongole in uno spaghetto meno gustoso solo della panna cotta di Lazzari, oggi voglio fare alcune considerazioni sulla gestione della cucina. Prendo spunto un po’ anche dalle dinamiche della giornata di ieri per staccarmi dall’argomento di cui parliamo giornalmente, e parlare invece dello strumento che ci permette di farlo, un consuntivo di questi mesi di blog che vorrei condividere con chi lo alimenta giornalmente dandogli spessore e ragione di esistere, e anche con chi non partecipa attivamente ma che comunque lo frequenta. L’altro ieri avevo dato qualche numero per farvi partecipi e allo stesso tempo per pasturare alcuni di quei tonni che passavano dal sitone per presentarsi puntuali alla mattanza, forse anche per dare ragione a Capannelle quando parlava di stagione lacrime e sangue, e infatti l’acqua si è subito tinta di rosso, per questo dicevo di rivedere in tempi di crisi anche certi detti, visto che non è più così vero che dalle rape non si possa cavare il sangue. Ma com’è la stagione del blog? Intanto devo dire che ritengo molti di voi più adatti del sottoscritto a scrivere su Fi.it perché lo frequentate con più cognizione di causa, con più competenza e soprattutto non andate fuori tema come il sottoscritto, e il fatto che qualcuno di voi sia andato via dal sitone e qualcun altro magari ci stia pensando, non mi fa affatto piacere, perché Fi.it continua ad essere il nostro sito, con tutte le valutazioni che si possono fare sul taglio editoriale dell’ultimo periodo, ma rappresenta comunque il nostro punto di riferimento, che da voce e notizie, e del quale sono ancora molto affezionato, e sul quale mi piacerebbe continuarvi a leggere, per il mio modo di scrivere alla fine era anche abbastanza scontato che ne fuoriuscissi. Mi è sembrato un percorso naturale, come quello appunto di ritagliarmi uno spazio più consono alle mie caratteristiche, senza invadere uno spazio che nasce più specificatamente per parlare di Fiorentina in maniera più attinente di come lo faccia io. Questo per chiarire che non ci può essere contrapposizione con il blog, come qualcuno sta provando a raccontare, principalmente perché quello è un sito di notizie, che viene riempito continuamente di contenuti da giornalisti, il blog ha in comune l'argomento Fiorentina e qualche utente. Facendo un primo bilancio, devo dire che mi sto divertendo e questo era l'obiettivo primario, visto che gestirlo è molto faticoso e che mi costringe a sottrarre del tempo ad altro. E oggi mi piace pensare a questo spazio come a un cortile all'ora della ricreazione, in modo che chi fuma possa farlo, chi vuole fare come Gamberini e Montolivo non potrà che danneggiare al massimo quello che gli sta a fianco, e in modo che se qualcuno ha voglia di  avanzare proposte, idee, correzioni, miglioramenti o qualsiasi cosa serva a fare sentire un po’ più suo questo spazio, sono qua ad ascoltarlo e solo ad ascoltarlo, perché tanto poi faccio come mi pare. Quando parlavo di fatica nel riempire tutti i giorni il blog pensando a cosa inventarmi, era compreso anche il fatto che spesso non riesco a leggere quello che scrivete, delle volte perché non ho il tempo e delle altre perché non ne ho voglia, ieri però mi è stato fatto presente che sono state offese delle persone, me ne dispiaccio e mi scuso con gli interessati se questo è successo, poi può succedere anche che qualcuno ritiene di essere stato offeso e io di non pensarla alla stessa maniera, comunque basta farmelo presente, “clicca qui per scrivere a Pollock” può essere utile per segnalarmi eventuali situazioni sgradevoli, in modo che possa valutare se intervenire o meno. Tornando a oggi invece, qualsiasi altro argomento è valido, anche fuori dal blog, fuori dalla Fiorentina, anche se uno è stato buttato fuori di casa e lo vuole raccontare rivolgendosi al mio gruppo di ascolto intitolato ad Alberto Sordi, questo è il momento. Oggi è bomba libera tutti per intendersi, e allora comincio io raccontandovi una mia grande intuizione, che mi ha permesso di ideare una dieta per la prossima estate che sta avendo un grandissimo successo, un uovo di quaglia insomma, una semplice intuizione che nasce dalla consapevolezza di aver scoperto un elemento in natura capace di far perdere, e su questo ho ideato una serie di videocassette per un allenamento specifico che un po' si rifà al grande successo che ebbe Jane Fonda con l'aerobica, per far si che  alla persona interessata a iniziare una dieta importante basterà scorrere le immagini della carriera di Montolivo appositamente montate, per perdere, in questo caso peso, ma andrebbe bene anche a chi volesse far perdere le proprie tracce ad Equitalia, oppure voglia far perdere le staffe a qualcuno. Molte donne mi hanno voluto ringraziare personalmente, e non posso certo raccontare come, riporto solo la testimonianza anonima della foto che mi ha lasciato sul comodino una qualsiasi di queste, una che ha voluto far volare la sua farfallina direttamente su una mia metafora, di quelle che hanno a che fare con la prostata. Oh Tocca, du’ paroline sulla trasferta di Roma unn’è che ti sono avanzate?

giovedì 26 aprile 2012

Palombella Rossi


E' una bellissima Fiorentina quella che è ripartita dall'Isola Tiberina, dalla quale siamo venuti via con la cassa del tesoro piena di quei tre punti di diamante da vent'anni naufraghi sul Tevere, dopo una crociera fluviale che ci aveva visti partire dalla Pescaia di Santa Rosa con una squadra talmente chiatta da farci schiattare di rabbia, imbarcando acqua fino ai Navigli, dai quali, dopo essersi imbarcati finalmente a bordo di un più consono bateau-mouche, abbiamo cominciato ad apprezzare finalmente anche il lavoro di Big Babol Capannelle al quale dedicherei la copertina. Si, insomma, anche se non proprio sulla Senna, almeno con una squadra che ha dimostrato un certo senno calcistico, mentre fino ad allora sembrava essere senza capo e ne coda, e così come ci aveva deluso prima di attraccare all'idroscalo, Delio ci è piaciuto da lì fino a quando è passato sotto al ponte Milvio. Siamo sempre nella Rive droite della classifica, però intanto abbiamo cenato navigando con le luci della ribalta e con una bella pajata di gol, e poi tanto, tanto vino de li castelli per festeggiare l'arrotato destro di Lazzari, che ha trasformato l'asma per una vittoria che sembrava ormai sfuggita, in un'orgasma che ha scacciato il fantasma della paura di retrocedere. Da sottolineare come Jovetic sia sia davvero ben integrato nel nostro calcio e paese, perché anche pur non sentendo sua la celebrazione del 25 aprile, ha comunque voluto quantomeno aprire la discussione sulla crisi della sinistra dopo che di testa ha proiettato sull'Olimpico una “Palombella Rossi”. E oggi mi sentirei di sponsorizzare la riconferma di Delio per ricominciare a pensare a una Fiorentina finalmente di tutti, anche se un po' temo quelle sue doti di sciamano nel riuscire a procurare rovesci, ma se la squadra si confermerà questa fino alla fine, magari chiudendo intorno ai 50 punti e andando sulla Rive gauche della classifica, quella conferma se la sarebbe pure meritata, come non se la meritava invece per quanto fatto fino a Milano. Se vogliamo tirare fuori del buono da questo campionato, bisogna cercare di dimenticare le doti da rabdomante di Capannelle, e riconoscergli intanto il merito di aver avuto ragione su Lazzari, di aver finalmente dato una identità interessante alla squadra, e tra una ciccingomma e l'altra di averci tolto un po’ di amaro in bocca per la disfatta interna con la Juve e non solo, attraverso vittorie prestigiose, ma soprattutto di aver messo in vetrina la coppia Nastasic – Camporese che ha potenzialità illimitate, con De Silvestri in rampa di lancio, Kharja che ci tranquillizza per l'apprezzamento che avevamo esternato quando fu acquistato, riuscendo poi a gestire la patata bollente Cerci, ripresentandocelo come un giocatore che ha subito riacceso la fantasia, viene da pensare se adesso non si a il caso di sbucciarla quella patata per capire meglio se scommetterci anche per la prossima stagione. E per dare un qualche senso a questo campionato proverei a vincere le rimanenti quattro partite in modo da immagazzinare l’entusiasmo che ci servirà per lavorare, speriamo in un ambiente finalmente coeso, e devo dire anche con un certo orgoglio, che da questo avamposto del tifo ce l'abbiamo messa tutta nel pensare positivo, cercando di stemperare le polemiche e i mal di pancia della piazza, in maniera costruttiva, fino a pronosticare quello che sembrava impossibile, e forse anche per questo che delle vittorie di Milano e di Roma ci vogliamo prendere pure qualche merito, anche solo per averci creduto e per aver combattuto il disfattismo dilagante. E il popolo Viola gode anche nel vedere il ritorno alle soddisfazioni coincidere con l’assenza di Vargas, Gamberini, che però ha solo la colpa di essere in una fase calante della sua carriera, ma soprattutto per la mancanza di Montolivo, che ne raddoppia la felicità, perché la sensazione è che quelle vittorie continuino a marchiarne negativamente l’addio. Già impazza la discussione se sia o meno una coincidenza quella della fioritura della squadra, se sia o no lui il pesticida, oppure solo un frutto della casualità, a me piace pensare che l’uomo di Caravaggio porti la sua casualità a Milano, che infatti da quando sono uscite le notizie sul suo contratto rossonero, il Milan ha perso il primo posto in campionato ed è uscito dalla Champion. A Firenze ci piace una cucina abbastanza robusta, dai sapori decisi che non legano con quella slavata del suo essere il “Merisi e bisi” del calcio italiano, e visto che a Milano un po’ se ne intendono di risotti e il tempo è galantuomo, vedremo se il suo sarà un piatto gradito alla Scala del calcio o se sarà messo nel sotto scala dentro alla ciotola del cane.

mercoledì 25 aprile 2012

Festa della Liber-azione di rimessa


E' un venticinque aprile di quelli che più venticinque di così non si può, coerente, e il “tre aprilante quaranta dì durante” non c'entra niente anche se piove, e anche se il tre è da sempre numero di terzini sinistri, un ruolo questo dove effettivamente piovono assenze. A Roma con Romulo verrebbe da pensare, ma siccome la data è di quelle importanti, viene da pensare soprattutto a come un partigiano della panchina, di quelli Rossi davvero come Delio, abbia voluto onorare la celebrazione dell'annuncio dei convocati alla manifestazione di Roma con così tanta e sentita partecipazione, fedele e conseguente congruenza di intenti. Ci aspetta una partita difficile da sempre, contro una squadra che pratica un gioco per vie centrali che soffriamo tremendamente, almeno fino al venticinque aprile, quelle vie che non essendo propriamente via Margutta e via del Corso non dovranno dare corso allo shopping degli attaccanti, tra i quali c'è un Osvaldo che a Roma ha finalmente dimostrato di essere anche un giocatore intelligente, perché vista l'amara esperienza di Sinisa a Firenze in sala stampa, ha comprato gli occhiali di Arisa in modo da essere sicuro che non glieli rubi nessuno. Ma parlavamo della sensazione netta di poter finalmente sventolare le bandiere della liberazione, le stesse che agitò anche il Gila una volta liberato dal buio di Campo di Marte, una volta riaccesa la lampadina su un contratto di cinque anni che a Firenze invece non avrebbe visto neanche con il binocolo, città che gli aveva garantito solo l'usufrutto della maglia fino alla fine della partita, e non come a Genova che fanno le cose sul serio, dove uno può credere finalmente in un progetto serio, ma talmente serio però che non ti puoi dimenticare di pagare la rata del leasing per la maglietta che passa subito quell'ufficiale giudiziario di Marco Rossi a ritirartela. Se c'è un giocatore della Fiorentina dal PH neutro, quello per me è proprio Montolivo, perché ho sempre reputato la sua scelta legittima, come quella della società di lasciare la decisione all'allenatore se utilizzarlo o meno, va da se però, che vedere la fiorentina finalmente liberata dalla sua presenza, e non tanto dalla cifra tecnica, ma da quello che ha rappresentato il suo rifiuto verso la maglia, mi fa piacere, e oggi speriamo di festeggiarlo con l'ennesimo risultato positivo in sua assenza. Spero di rivedere una squadra pronta e cattiva nella pratica del gioco di rimessa, e allora giochi chi giochi, ma non insieme a chi ha manfrinato anche sui sentimenti dei tifosi, spero solo che Montolivo non giochi più in modo da lasciargli addosso il marchio professionalmente scomodo dell'accantonamento nel momento del bisogno della sua squadra, tanto, luce, contratto, progetto serio e maglia nuova l'ha già trovata, come Gilardino del resto, e poi sarà la storia a dire se saranno più le volte che se la mette o quelle che se la leva.   

martedì 24 aprile 2012

Platini o Platinette


Firenze è città di contrasti forti, quelli che a Siena chiamano panforti, divisioni che sono politiche, cromatiche, di qua e Diladdarno, sale e pepe, quello che a Siena chiamano panpepato, divergenze gastronomiche anche nella comunità gay tra chi preferisce l'ossobuco e chi il buco con la menta intorno, ed è normale poi assistere anche a intemperanze gastroenteriche quando si tratta di vomitarsi addosso di tutto, anche fosse solo per rimarcare la sottile differenza che c’è tra il conato di vomito e il cognato del Romito. Quindi non solo nella sua espressione politica più conosciuta, tra le due fazioni opposte che sostenevano, una l’imperatore Adriano in prestito dall’Inter, e l'altra il Papa Waigo visto nella vittoria con la Juve, Gufi e Bighelloni usati da sempre nei mille rivoli del disaccordo, e dai rivoli del Vivoli ai tavoli del Badiani per la palma del gelato più buono. Ma anche per raccontare il caratteraccio burbero di questi berberi, che sono metafora di uomini liberi in contrasto con chi è sposato, con le tragiche partite anni 80 tra scapoli e ammogliati, tra gli ammaliati nel vedere due scapole e chi invece tromba con più continuità. Diciamo che questa storia dei Gelsi e dei Gamberini è abusata ormai più di una donna non consenziente, usata in tutte le posizioni e salse, ma anche senza sughi, in bianco come quando uno non è ben disposto al litigio, costretto a un risotto a trentasei denti invece di una collerica bestemmia, che a Firenze poi non è nemmeno tutto questo gran peccato, di quelli per intendersi che in Purgatorio levano cinque punti da una penitente, perché il nostro è solo un intercalare, e con questo alibi disabile si tenta d'inculare chi ti fa notare che invece non sta tanto bene, ma notare invece fa bene e per questo che la gente fa noto libero, proprio perché se è libero tutto è permesso, anche l'intercalare a dorso nudo. Come chi si skanna tra una canna e la musica ska sostenendo che Vincenzo si chiama Guerini, e chi abituato invece a bere da sempre whisky doppi mentre fa il doppio gioco con una misera doppia coppia insiste nel chiamarlo Guerrini, come anche Battistutta con la stessa arroganza di quando posteggia il suv sul marciapiede. Ma se è vero che il contrasto è anche e soprattutto cromatico come quello dei marmi rinascimentali, in città non ci può essere contrasto per l’unico colore amato che è Viola a tinta unita, che non evita però agli abitanti di via Guelfa e a quelli di via Ghibellina di avere contrasti forti come quelli di Behrami, quando devono affrontarle le squadre strisciate, e se facciamo un viaggio nella cromoterapia capiremo meglio come ce la siamo cavata quest’anno contro le bicolorate, e cercare così di leggere tra le righe se il giallorosso prossimo venturo sarà un colore da temere oppure no. Vediamo che con i nerazzurri non è stata una tragedia, con i rossoneri ce la siamo cavata alla grande, il giallo con il rosso invece, a Firenze si è diviso tra la Roma e il Lecce dove abbiamo vinto e perso, e per domani visto che siamo a campo invertito prevedo un risultato omosessuale, con la Roma a 90 gradi, in modo da stingergli i colori, e parlando di buchi, di portare via l’intero bucato dopo averli stesi con il gioco di rimessa, tattica con la quale finora non ci abbiamo mai rimesso. Ma il dramma vero sembra essere quello con il bianco e nero, da sempre simbolo del contrasto e del colore poco digeribile da queste parti, quest’anno addirittura con un melodramma, che si è estrinsecato come direbbe quel monocromo di Delio, senza neanche Melo, così che alla fine ci è rimato solo il dramma di una sconfitta storica. Ma siamo sicuri però che il bianco e nero sia veramente così deprecabile, così schifoso, e mi viene in mente la tastiera del pianoforte dalla quale far rinascere tutte le volte i notturni di Chopin, e allora vi chiedo e non mi chiedo, visto che io la conosco già la mia risposta, ma il bianco e il nero della foto qui sopra, sono un qualcosa che avvinghiato alla vostra fobia per quel contrasto vi farebbe poi così tanto schifo? E non voglio credere che direste alle signorine di non potervi coricare con loro per un intero notturno di Chopin a causa di un fastidioso mal di testa dovuto a quell’accostamento di colore troppo violento per via della vostra risaputa e orgogliosa sensibilità oftalmica, un'allergia oculistica a quel contrasto netto della cromia di pelli in antitesi che vi rende così tanto fieri fino a generare in voi incubi dalle sembianze di Platini, perché altrimenti o siete gobbi o Platinette.

lunedì 23 aprile 2012

Capra sopra e sotto la panca


Con la storia della coperta troppo corta, Delio decide di scoprire i piedi a Montolivo e Gamberini, di fatto indebolendo la panchina, grande merito quindi per il coraggio e per essere riuscito a presentare una squadra convincente pur senza punte e con i capitani cureggiosi stoccati nel fallimento della stagione insieme alla merce di quello della Sasch a Capalle, e mai posto fu più appropriato e fusion, in grado cioè di fondere in una parola sola il frantumamento dell’intero nostro apparato genitale nel vederli giocare. Personalità, atteggiamento e spirito giusto, mastica oggi che ti mastica domani ,Delio, tradito dai senatori e dalla sua idea tremebonda di affidare a loro le speranze di salvezza, ci mostra finalmente il manifesto del futurismo difensivo con il vernissage della miglior giovane coppia messa in mostra in tutta la serie A, roba da stropicciarsi gli occhi, in una stagione dove per lunghi tratti ci si è dovuti invece tappare anche il naso, e poi togliendo la borraccina della demontivazione dallo scafo di una barca che ormai stava colando a picco. Su Montolivo c'è un grosso equivoco di fondo tra chi valuta le sue qualità e il rendimento passato, e chi invece si limita com'è giusto che sia, al rendimento di questo, lui, Vargas e Gamberini sono giocatori che per motivi diversi è giusto che si accomodino un po’anche sopra la capra, e non sembra che la squadra alla fine ne soffra più di tanto, l'unica che sembra invece soffrirne di più è la capra quando uno dei due uno sgancia e quell'altro se la ride. Adesso Delio dovrà fare turn over e probabilmente è probabile che qualcuno di loro torni a giocare, ma la sensazione nel vedere la Fiorentina fare buone partite senza avvalersi delle loro prostrazioni, ha il sapore della goduriosa rivincita specie nei confronti di chi quella maglia ha deciso di sfilarsela, e francamente ci era sembrato eccessivo da parte di Delio costringerlo a rimettersela tutte le domeniche. Perché alla fine il centrocampo sembra ben assortito, e soprattutto più convinto della sua nuova mission, grazie all’accantonamento della presunzione nel voler imporre gioco, a favore di un atteggiamento più umile, messe in panchina veroniche e passata, sembra essere passata anche la paura, e poi là davanti tanto di cappello anche a chi ha fatto la cappella di sbagliare il rigore, ma che ha avuto comunque il coraggio di tirarlo in assenza del rigorista, e finalmente tanto di cappello anche a chi lo ha applaudito, perché gli attaccanti assunti a progetto per rappresentare l'attacco della Fiorentina in un fine settimana dove era stata pronosticata la fine della Fiorentina, hanno tenuto in apprensione la difesa dell'Inter per tutta la partita, con Cerci smagliante anche fisicamente che pone adesso l'interrogativo se con il rientro di Amauri e JoJo sia doveroso o meno rinnovargli quel contratto a progetto anche per mercoledì. E questa ultima Fiorentina pone anche un altro interrogativo, se sia veramente tutto sbagliato il lavoro di Corvino, oppure quanto visto fino a un mese fa non sia più colpa di circostanze negative dovute a fattori diversi da quelli meramente tecnici, perché il clima adesso è finalmente cambiato anche nel tifo, e questo è servito a ritrovare uno spirito di corpo, il rammarico continua a essere quello di lasciare sempre troppi punti per strada, una guarnizione difettosa che Delio non è riuscito a sostituire e che non ci permette ancora di raggiungere la quota salvezza e quindi di cominciare a pensare alla prossima stagione con rinnovato slancio, proprio in virtù dell’entusiasmo nel vedere in campo i giovani talenti che altro non sono che il trailer del nostro futuro. A proposito del quale quello che si è visto a Genova dovrebbe far riflettere, i tifosi nel aver fatto guerra a una proprietà seria come la nostra, sana e solida, senza la preventiva protezione di un’alternativa con serbatoio adeguato, con il rischio di contrarre infezioni pericolose, e autolesionismo per autolesionismo, ai giocatori che si sfilano la maglia Viola con troppa facilità, per poi ritrovarsi una domenica pomeriggio di Aprile in mezzo a un campo solo con la canottiera.

domenica 22 aprile 2012

Vincere è norma edwigente


Una bene e una male significa che oggi sta a quella bene, poggio e buca fa pari come Poggi e buchi sarebbe invece un bel Cansino, e potrebbero essere proprio loro, la Daniela e la Tini, i fondo schiena propiziatori per mostrare forse definitivamente la schiena al fondo della classifica. A pensarci bene però oggi è parecchio dura, perché sembriamo davvero nel cosiddetto vicolo cieco, visto che per vedere una qualche vittoria insperata ci siamo giocati già parecchi jolly, e per riuscire a vedere qualcosa in un vicolo cieco ci vorrebbero dei begli occhiali spessi come culi di bicchiere o di Cassini appunto, o inserire nella forassite che ospita il nostro impianto di gioco, anche una bella Guida che ci porti alla Gloria di un'altra vittoria di prestigio. Già dato però, e mi sembra che la Poggi e la Cansino non siano sufficienti per ritirare su gli attributi di una squadra senza punte, testa e testosterone, l'unico e ultimo disperato tentativo che ci è rimasto, non è tanto quello di far scendere in campo Cerci, cioè anche quello, ma solo se coadiuvato dal bagno purificatore dalla sfiga della vera regina, anzi dalla doccia che ci permette così di ammirarla in tutto il suo splendore, quando ancora cioè Montezemolo pensava a lei e non a Italo. Si sa il mondo cambia, le mode pure e i gusti non se ne parla nemmeno, a me piace ricordarla così, sperando che Cerci faccia il Pierino e che a Montolivo gli si drizzi almeno il tiro e trovi finalmente la porta, smettendo una buona volta di stare lì sempre a guardare il gol dal buco della serratura. E' vero anche che con lei sarebbe più adatto un Semioli invece di un Cerci, perché con Pippo Franco c'è sempre stata una certa affinità in scena, però anche Alessio ha una buona dose di faccia a culo e chissà mai, ma sì, facciamoci pure questo bel film in tutti i sensi, doppi sensi compresi, e compresa anche la vittoria, che più è difficile e meglio sarà visto che la strada per la salvezza è ancora lunga proprio come la coscia di Giovannona, e allora è bene che la fantasia corra, vada pure lì, alla coscia e alla vittoria, e vista l'ora non si butterebbe via neanche Vittoria Mezzogiorno. Vogliamo una squadra senza tante seghe mentali, per quelle abbiamo già abbondantemente dato, perché i tre punti sarebbero davvero Vitali al netto da Alvaro sempre pronto a sbirciare da tutti i buchi possibili, e non vorremmo mai che poi risultasse un osservatore di Stramaccioni mandato a spiare gli schemi di Delio, e non più i fondoschemi da Dio come faceva una volta. Ma poi non c'è neanche tutto questo gran tempo di fare tanti scongiuri che è già comincia la partita, e infatti non so nemmeno perché scrivo, e così non vorrei aver bruciato l'Edwige, ma alla Fenech non abbiamo più niente da perdere e quindi è bene tentarle tutte, c'è un solo grande problema, perché se davvero la dovessimo vincere e qualcuno pensasse di riconoscere un qualche merito propiziatorio a questa deriva pecoreccia del blog, il problema sarebbe per il post successivo, perché bene o male ce le siamo giocate quasi tutte, forse c'è rimasta la Giorgi ma lì il problema sarebbe quel Bruno che potrebbe innescare la commedia degli equivoci, e a ricordare la sua esperienza sulla panchina Viola anche quella degli orrori, e poi quella Lory Del Santo che però sarebbe un richiamo troppo forte a Prandelli. Potremo fare un salto nel presente, abbandonare le nostalgie adolescenziali, e sostituire una coppia datata come quella Montezemolo-Fenech proponendo la freschezza di quella attualissima Montolivo-De Pin, così prima della partita con la Roma vi schiaffo una bella foto di Celeste sotto la doccia. 

sabato 21 aprile 2012

Proni al pronostico


Il quadro psicologico della stagione sta tutto nella sua cornice di pubblico, e parlare di una squadra svuotata sarebbe scontato come una considerazione presa dagli scaffali di un discount, parlerei piuttosto di un sotto vuoto, ma come tecnica di conservazione e non tanto come problematica derivante dallo svuotamento dello stadio, conservazione poi nel senso di mantenimento della proiezione disattesa. Concetto questo che sembra un po' contorto solo per difetto di esposizione, per una patologica ricerca dell’arabesco fine a se stesso, ma che in realtà è di una semplicità imbarazzante, ovvero, la Fiorentina quest'anno ha saputo dimostrare solo di non essere mai stata in grado di confermare i propositi della vigilia. La squadra non è mai riuscita cioè a confermare una prestazione positiva e il risultato che da essa ne era derivato, disattendendo sistematicamente la speranza e il pronostico nella partita successiva, dimostrando così quel lato maledettamente snob del non voler onorare degnamente le sensazioni positive della vigilia. La nostra è a tutti gli effetti una forma di indolenza verso tutto ciò che i tifosi si aspettano dalla squadra, per tutto quello che rientra nel pronostico, dalla superiorità tecnica al fattore campo, fino alla favorevole condizione psicologica maturata in quel preciso momento storico, come per esempio dopo la vittoriosa trasferta di Milano, ebbene si, tutte le partite della cosiddetta conferma le abbiamo fallite. Perché se è vero che la squadra snob rifugge sdegnosa alla consuetudine, rifiutando con tutte le forze il ménage a due con quello scontato di un pronostico senza sorprese, è vero anche che in tutto ciò non c'è solo un atteggiamento, ma anche la patologica indolenza di chi non riesce caratterialmente a confermare le attese, due anime queste che sono presenti nella nostra Fiorentina, tanto che se a Roma dicono “all'anima de li mortacci tua” a Firenze si dice “all'anime di qui' morto di Montolivo”. Ma è anche deliziosamente vero che entrambe sono propense poi a sorprendere, e cioè a stupire attraverso la meraviglia delle vittorie inaspettate proprio nelle partite dove invece il risultato è scontato nella sua strapronosticata sconfitta. Ed eccoci allora alla partita di domani, per fortuna, di quelle che rientrano appunto tra le perse o quasi, come lo furono anche Genova e Parma, senza uno straccio di una punta e con in più quel Montolivo in campo che sembrava fosse stato espropriato della titolarità, come la filiale argentina della compagnia petrolifera spagnola Repsol, con la differenza che quella di Riccardo in campo è una compagnia soporifera, ed era stato quindi deciso di nazionalizzarlo in tribuna per sedare gli spettatori più abbienti in caso di cattivo risultato, avviando così la procedura per la prima eutanasia di gruppo in ambito calcistico, e poi invece si è deciso in extremis di inserirlo a seguito della moria degli uomini gol e quindi nel tentativo di addormentare Lucio e Samuel attaccandogli l'apatia come succede con lo sbadiglio, per cercare in qualche modo di facilitare quelli che proprio punte non sono, chissà se la mossa della disperazione catatonica porterà al risultato desiderato, quello che è importante comunque è che sembra essere proprio una di quelle partite senza nessuna speranza, e alla fine sono queste le notizie che devono riempire di gioia l’animo del tifoso Viola, quello più avvezzo almeno, che intravede nel mulinare scomposto di un Cerci voglioso di assestare pedate vincenti, una sorta di eroe ciociaro che ci consegna la salvezza su un piatto anche se non proprio d’argento, almeno fondo, un piatto tipico delle sue zone, e da un carbonaro della ragione qual'è, cosa meglio di un bello spaghetto alla carbonara con tanto, tanto pepe, quello appunto che abbondantemente versato su un campionato altrimenti poco speziato, ci ha fatto prendere proprio un bello spaghetto. Siamo nelle mani di Dio, speriamo solo che dopo il gol di Cerci non applauda.