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sabato 31 marzo 2012

La via Crucisverba

Vincere domani è importante come il lampo di una definizione finalmente risolutiva, di quelle che ti sbloccano dall’empasse delle maglie strette di un cruciverba tignoso, partita assolutamente cruciale, direi strategica per rianimare una classifica catatonica, ma anche perché ci permetterebbe di fare i primi passi verso la prossima stagione con un po' di serenità, visto che Corvino ha lasciato un buco non solo nei prossimi bilanci delle trattorie zona stadio, ma anche e soprattutto nell’organigramma societario. Che sia orizzontale come è caratteristica della nostra manovra, oppure verticale come forse solo Jovetic sa giocare, bisognerà incastrare una vittoria nel cruciverba della domenica, la sola definizione che ci permetterà di affrontare il calendario non proprio facile delle prossime partite con più tranquillità, vittoria quindi perché non c’è altra parola, si sa, chi fa enigmistica ha mente matematica, schematica, rigida come la reazione di Cerci quando gli si fa notare che dietro a una definizione orizzontale non c’è un tramonto. Dicevamo di domani e del fatto che la partita non accetta una definizione diversa come potrebbe essere il pareggio, anche se ci entrerebbe come numero di lettere, e comunque mai una sconfitta perché ha un lettera in più, come del resto non si può più sbagliare pena trasferimento della catatonia dalla classifica al domicilio coatto del tifoso a volte coatto, con inerzia e perdita dell’iniziativa motoria fino all’assunzione di sembianza da statua, con immobilità, inespressività, inaccessibilità come al pensiero di Cerci. Bisogna quindi vincere per salvare la Pellissier, cercare di centrare assolutamente i tre punti evitando di prendere i Paloschi, e il tifoso questa volta dovrebbe fare uno sforzo ancora più grande riempiendo lo stadio, perché la partita è troppo importante e le voci di uno stadio invece semi vuoto sono la diagnosi dei postumi del trauma dopo la tranvata della linea zerocinque che porta a Campo di Marte, però bisogna andarci lo stesso anche con le stampelle e dimostrare di essere una tifoseria con le stampalle, perché quella di domani è di fatto la partita crocevia di una stagione molto crocevia e poco delizia. Puntiamo alla vittoria e questa volta anche al rispetto delle tradizioni, che in questo caso non sono ne la schiacciata alla fiorentina e nemmeno la schiacciata di Pasqua che è un dolce povero della cucina contadina della provincia di Pisa, ma la tradizione che vede gli attaccanti fare i gol e i difensori evitarli, con l’augurio che il brasiliano finalmente si sblocchi per limitare il crollo verticale delle sue azioni e riempire così la definizione nove verticale – i centravanti sugar free, perché una volta inserito Amauri nello schema si sbloccherebbe partita e cruciverba, poi basterà inserire alla definizione otto orizzontale - giocatore di un altro pianeta - Giovetic, e ancora - allenatore e giocatore che fanno il dolce del momento - Colomba Pasqual, per finire con l’arroganza di chi sa che ormai ha risolto lo schema libero - giocatore che ci ha belle e rotto - Scassani. Alla fine bisognerà risolverlo davvero il cruciverba di domani in tutte le maniere, con le buone o con le cattive, che si dimostri facile o difficile, di culo, di forza, mi verrebbe in mente anche di rapina o sul filo del fuorigioco, ma per questo ci vorrebbe Inzaghi, bisogna comunque vincere anche se la vittoria più difficile dovesse chiamarsi Bartezzaghi.

venerdì 30 marzo 2012

Hardrancore


Noi tifosi siamo una categoria crudele più ancora dei nostri figli che non hanno pietà nel darti del rincoglionito alla prima titubanza tecnologica, oppure quando cominci ad allontanare la bottiglia del vino per leggere meglio sull’etichetta se è imbottigliato all’origine, che è poi l’origine di tutti i sintomi di una vecchiaia che contiene anche i solfiti, la solita solfa insomma dei figli bucaioli che ci dicono quello che ci dicono ma che però sono sempre e comunque i nostri primi tifosi. Noi che inveiamo contro gli avversari senza farci mancare l'insulto gomito a gomito da gradinata, quello fratricida che include anche i giocatori della propria squadra, siamo spietati come i bambini piccoli ma senza avere la stessa innocenza, tanto per parlarsi chiaro quella del tifoso è pura ignoranza. Prendersela con Cassano perché ha i buchi in faccia significa non aver capito che sta imparando a mangiare con la forchetta, così come prendersela con Cerci perché non rientra significa non capire che non rientra più nei nostri piani. Il tifoso è esasperato dalla troppa passione, viene continuamente frustrato sulla schiena da brividi freddi, ieri succedeva per Silva e oggi per De Silvestri, un giocatore preso di mira solo perché è uno che prova sempre la giocata più difficile, così come Quaresma messo in croce solo perché gli era stato fatto firmare un contratto di cinque anni nei quali doveva fare la trivela almeno una volta, quello che adesso sta succedendo al povero De Silvestri che sta provando a fare gol all’incrocio opposto mascherando la grande giocata con un uno stop a seguire. Poi ci sono piazze dove i tifosi sono più o meno di tendenza, più o meno conservatori anche nel modo di contestare, seguendo la mentalità della propria società votata al cambiamento e all’innovazione, a Milano per esempio che sono sempre stati quelli più avanti, con la Milano da bere degli anni 80 hanno voluto lanciare un vero e proprio stile di vita e di tifo, perché dopo la Stramilano che ha lanciato tanti atleti, sono passati a Stramaccioni per lanciare un allenatore della primavera, fino a offrirci la metà di Strasser per lanciare l’inculata intera del secolo. A Firenze che è città polemica per eccellenza, il tifoso tende ad accettare meno il cambiamento, anzi lotta alla morte per contrastarlo, è conservatore, combatte l’innovazione e vive nel rimpianto quando questo gli viene imposto. Una volta constatato che Prandelli non sarebbe stato per noi quello che Biscardi è stato per “il processo del lunedì”, ci siamo accaniti contro tutto e contro tutti fino a contestare addirittura quelli che ci sembravano dei gol in fuorigioco e dei falli da rigore non fischiati, non rendendoci nemmeno conto che facevano parte del pacchetto delle liberalizzazioni del governo Monti. Poi invece quando è stata la società a non voler cambiare come è successo con Sinisa confermandolo, apriti cielo. Siamo rancorosi e brontoloni ma anche generosi, la Fiorentina è in difficoltà e allora malgrado tutte le nostre incazzature ci siamo stretti intorno alla squadra per vedere di unire gli sforzi e arrivare in fondo. Anche il gruppo sembra ricompattato dopo il ritiro di Viareggio, sembra essersi creato il clima giusto per affrontare il Chievo, clima che forse risente anche della Pasqua, che infatti il buon Delio ha utilizzato per sensibilizzare i giocatori davanti a certi atteggiamenti di livore manifestati durante il confronto, che ha usato come metafora con la quale motivare, facendo presente che da una parte c’è la principale festività del Cristianesimo che celebra la resurrezione di Gesù, e dall’altra c’è la principale preoccupazione dei tifosi, e che per festeggiare la salvezza hanno bisogno di una resurrezione della squadra. Parlando di tutto questo Delio ha fatto presente che c’è un periodo preciso che precede questa festività, che sia la resurrezione di Gesù o la nostra, e anche questo argomento è stato utilizzato come metafora per far capire ai giocatori quanto fosse importante il periodo che precede la partita, ma non appena Rossi ha svelato con enfasi che stava parlando della Quaresima, Cerci gli ha subito chiesto se alla fine c’era riuscito a fare la trivela.

giovedì 29 marzo 2012

Il mattino ha l’Oro Pilla in bocca


Sarà forse proprio perché siamo disperati d’amore se ogni settimana pensiamo di risolvere i problemi con il turnover della speranza, investendo le nostre aspettative ogni volta su un giocatore diverso, ma che alla fine risulterà sempre più uguale al sale di Wanna Marchi, prima avevamo pensato che fosse Cerci, poi che fosse Amauri, poi che fosse Vargas, poi che fosse Marchionni, poi che fosse e poi che fosse, ma del senno di poi son piene le fosse. Il sale della Marchi non si scioglieva come anche i nodi al pettine di una squadra che ha difficoltà ad andare in gol, la cui manovra sembra fluida fino ai diciotto metri per diventare astringente come il limone davanti alla porta. A proposito del quale mi viene da fare una considerazione tra attaccanti che non segnano e difensori che invece segnano al posto degli attaccanti, ma che a loro volta non riescono a evitare che segnino i loro avversari diretti, ovvero nessuno riesce a fare bene il proprio lavoro e non si capisce il perché, e non si capisce, e qua ritorno al limone, come mai nella Lemonsoda ci siano gli aromi artificiali e invece nel detersivo per i piatti si trovi del vero succo di limone. Amauri per esempio a forza di rimandare l’appuntamento con il gol si è ingolfato come lo è stato il calendario per le tante partite rinviate, ma mentre la Lega era andata in difficoltà per un evento imprevedibile come la fine di gennaio, per il bomber non si capisce il perché, è vero che è stato fermo tanto tempo, ma anche le porte lo sono quando si presenta davanti, e lo sono da molto più tempo di lui per non dire da sempre, e allora vorremmo fare come fa Mazzarri che da la colpa all’arbitro, ma ognuno invece è arbitro del proprio destino e consiglio quindi ad Amauri di fischiarsi un bel rigore a favore per fare come Silva e chiedere di tirarlo, così lui si sblocca e si toglie un pensiero, noi pure mandandolo via come l’altro. Almeno una certezza l’abbiamo raggiunta però, su Cerci non possiamo più contare, ormai è un dato di fatto dopo l’ultima fesseria, un peccato perché le qualità per diventare un giocatore importante le avrebbe anche avute tutte, ma evidentemente non si rende conto della fortuna che gli è capitata, e che sia fortunato lo dimostra il fatto che anche se non trovasse più una squadra disposta a metterlo sotto contratto, dopo gli ultimi episodi sono arrivate in società miriadi di richieste da parte dei comuni italiani più piccoli, che a causa del crollo delle nascite hanno grandissime difficoltà a mantenere vive certe figure tipiche e vorrebbero ingaggiarlo come scemo del villaggio. Ci sono poi discussioni su chi sia il giocatore più forte di tutti i tempi, e i nomi sono sempre quelli, ma giustamente si fa presente come il calcio sia cambiato negli anni e quindi come siano improponibili anche certi paragoni di fronte a uno sport che va dieci volte più veloce di venti anni fa, e tutto sta cambiando non solo nel calcio, la Maremma oggi per qualcuno è diventata una famosa maiala, per sciogliere certe problematiche legate alla sfera sentimentale un tempo si sfogliava la margherita “m’ama non m’ama m’ama non m’ama” oggi invece si usano le mele “meladà non me la dà meladà non me la dà’” ma quello che invece non cambierà mai e che è una certezza assoluta è il nostro immenso amore per la Fiorentina, fermo, forte e deciso come Petrus Boonekamp l’amarissimo che fa benissimo, anzi no, troppo olandese come Sneijder e noi non siamo certo come l’Inter, quindi direi che il nostro amore è italianissimo come l’amaro Cora, un amaro scoramento, ma poi penso che domani è un altro giorno e soprattutto che il mattino ha l’Oro Pilla in bocca.

mercoledì 28 marzo 2012

Il calcio sui maccheroni


Oggi mi piace iniziare con uno smile, senza nessuna smailiza sia chiaro, anzi ne consiglio l’assunzione (vedi foto) come integratore, per fare in modo che dopo aver ingerito il sano e disinfettante spirito propositivo del suo principio attivo, salga l’effetto benefico per rincuorare coloro che si sentono addosso la mortificazione del vivere la dimensione del ridimensionamento. Qualcuno ti dice che devi bere poco, va bene, basta pensare che il bicchiere sia mezzo pieno come si dice, e che sia stato mezzo riempito bene, perché è con questo ottimismo che dopo aver guardato meglio la classifica della Fiorentina, dico che non è affatto vero che siamo in crisi, perché i ristoranti sono sempre pieni e se non prenoti per tempo la vittoria contro il Chievo non trovi un posto in area per andare in gol neanche se ti chiami Amauri, e allora ho già prenotato per domenica. Cercare il lato positivo delle cose aiuta a superare anche quei momenti più bui che nella nostra storia più o meno recente sono stati spesso e stranamente legati all’architettura, prima con la condanna di Palazzi e poi con il pareggio di Palacio a Genova, ma guardare il mondo con gli occhi di Cerci ci aiuta a non capire e quindi a sopportare meglio anche certi dolori, guardare avanti per riappropriarci di quella fiducia incosciente che ci spinge a dare una bella pedata nel culo una volta al De Ceglie ignaro e l’altra al de stino amaro. Oggi tutti guardano con preoccupazione al prezzo della benzina, la depressione poi aggrava il percepito, qualcuno sostiene di non poter affrontare serenamente l’attacco del Chievo al pari del costo della vita, soffrendo in particolar modo Pellissier e il rincaro del carburante. Questo scoramento porta a influenzarsi a vicenda, tanto che ormai lo dicono tutti in un passa parola fuori controllo e fuori dalla realtà delle cose, lo dice la tv, lo dicono in ufficio e lo dicono anche al bar invece di parlare di donne e di Fiorentina, ma non è così, è solo una visione distorta e ribaltata della realtà, è un clamoroso bicchiere mezzo vuoto invece di quello mezzo pieno, perché due mesi fa mettevi 20€ e oggi continui a mettere 20€, non è che aggiungi 50 centesimi, la differenza è che adesso entra meno benzina e quindi la benzina è diminuita e non certo aumentata. A supporto di questa tesi guardiamo anche alla contestazione dei tifosi del Cesena nei confronti di Mutu, che da fuori sembrerebbe in difficoltà e che invece a una lettura meno oppressa, si può senz’altro affermare che il rumeno in Romagna, specie dopo le abbondanti nevicate e davanti a una montagna di neve bianca, abbia affermato convinto “sono venuto nel posto giusto”. Tutto ha un suo lato positivo perché se è vero che le televisioni hanno svuotato gli stadi per colpa dello spezzatino, è vero anche però che oltre alla possibilità di vedere le partite in HD e in 3D a tutte le ore, se ti abboni entro aprile puoi ascoltare le bestemmie dal campo in dolby surround. Pensiamo quindi positivo e trasferiamo questa energia in campo per battere il Chievo, magari proprio grazie a un gol di quel Vargas che durante il ritiro di Viareggio, quando è stato il suo turno, invitato da Rossi come anche gli altri, a tirare fuori quello che non andava o comunque a sfogarsi, ha dimostrato di essere un vero uomo confessando le sue debolezze, chiedendo scusa e sostenendo grazie appunto a quella sua personale esperienza, che anche un bicchiere se troppo pieno d’acqua non sempre è positivo. Vargas dopo aver chiesto scusa a tutta la squadra per il suo rendimento, riconoscendo una debolezza assoluta davanti alle belle donne e a Tilsa in particolare, con un italiano ancora un po’ approssimativo ha detto “ Sono un tipo solubile io, mi sciolgo subito davanti a una bella donna. Mi perdo in un bicchier d’acqua”

martedì 27 marzo 2012

L’armata Brancaleone


Abbiamo perlomeno messo una partita come tramezzo di mattoni forati a separare quel tracollo dal salotto buono, un tracollo che ci è caduto tra capo e collo,  il pareggino di Genova ci isola un po' dal dolore e ci aiuta a esorcizzare lo zerocinque, oggi è il momento del rivestimento facciavista di quel tramezzo tanto per non mostrare solo la faccia del piagnisteo, e allora rivisitiamo con ironia quella disfatta considerando la squadra di quel giorno come un’armata Brancaleone, definendola bonariamente e in tema, un manipolo di miserabili oppure un gruppo di straccioni come più vi aggrada. Mescoliamo le atmosfere di una buia Italia del XI secolo con la modernità di oggi, Benigni direbbe “anda e rianda chi capita capita”, Sirvano di Panariello con la R, detto “ i’ vaia” invece, dopo la partita avrebbe detto “ma vaia vaia vaia”, mentre i dialoghi sono tutti originali tratti dal film di Monicelli. Cominciamo subito con un tifoso che dopo la Waterloo Viola ha aspettato fino a tarda notte un giocatore/dirigente a piacere e a seconda delle antipatie. Il tifoso chiede al giocatore/dirigente che dopo la partita sta guardando come se niente fosse successo una foto sul suo iPad - Quella pallida ma appetibile chi è? Risposta – Mia sorella.  Allora il tifoso di nuovo – No, intendo quella a latere con la faccia da baldracca. Risposta – Mia matre. - Ah! Con questa esclamazione alle 1,30 di notte il tifoso Viola chiude il dialogo. Il telecronista di Sky a bordo campo vicino alla panchina di Delio riporta le grida del Mister dopo il terzo gol -  Oh gioveni, quando vi dico seguitimi miei pugnaci, dovete seguire et pugnare! Poche conte! Se no qui stemo a prenderci per le natiche. Alla fine del primo tempo invece al rientro negli spogliatoi c’è stato un mezzo battibecco tra Conte e il Vigile Urbano perché l’allenatore bianconero imbottigliato prima delle scalette ha esclamato – Cedete lo passo signore. Mentre lo Vigile Urbano rispondeva – Cedete lo passo tu. Alla fine della partita due tifosi Viola incazzati dialogano riferendosi alla fidanzata di un giocatore - Vanci, è grande amatora. E l’altro – Ma Cippa non se ne dole? E il primo di animo buono -  E sì che se ne dole, ma a te che te ne cale? Il momento più triste arriva al quinto gol quando nel parterre di Maratona un tifoso si accascia a terra subito confortato dall’amico, e questo è il dialogo -  Arrivette lo mio momento: non sento manco più li dolori a li piedi, oramai. L’altro gli risponde - E se anco fosse? Io credo che anderai a star bene. Io non vorria dire se tu, or che trapassi, irai allo paradiso nostro dei cristiani o a quello de la tua gente e de lo tuo Dio di prima; ma per certo, io credo che sarà sempre meglio di questa vita che ci toccò in sorte. E l’uomo distrutto dal gol di Padoin risponde – Anco io lo credo.  Allora l’altro lo consola - Non soffrirai più lo freddo, né calura, né fame, né sete, né bastonate, né spaventi, ma uno ciclo sempre a bello e l'uccelletti sui rami degli arbori in fiore, e l'agnoli che ti daranno le gran pagnocche di pane, e cacio, e vino, e latte in abundanzia, e ti dicono "Vuoi, vecchio? Piglia! Ancora vuoi? Piglia! Mangia, bevi, vecchio!, fatti sazio, e dormi... vecchio!... dormi... dormi...". Poi un dialogo tra Montolivo e il massaggiatore dopo che il giocatore Viola si era avvicinato alla panchina, questa è la cronaca di Sky - Ah... la milza! Il massaggiatore gli risponde - No, ivi ci sta lo fegato. E allora il Monto - Ah sì? Spesso mi dole. Massaggiatore -  Bollitura di cetosella, finocchio... zolfone... malva... tutto insieme... Bere a digiuno! Monto - Bono remedio? Massaggiatore - Eh... ti ribolle dentro come sciacquare una botte, poi per lo dietro ti esce uno gran foco... e tu sei guarito! Poi una frase di incitamento di Delio subito dopo avere incassato lo zero due - All'erta, miei prodi! Vi siete finora coperti di merda, copritevi oggi di gloria. Alla fine del primo tempo Delio infuriato si rivolge a Cerci – Potevi dircelo che eri un bastardo! E il romano – Manco io lo sapevo! E poi per finire quello che rimane solo un desiderio per sfogare la rabbia di una sconfitta tattoo, e come all’inizio è il solito tifoso Viola che si rivolge a un giocatore/dirigente a piacere e a seconda delle antipatie - Aquilante! Vien qui mala bestia che ti do lo zuccherino… [boom, gli da un pugno] Eccote lo zuccherino.

lunedì 26 marzo 2012

Pittura amaurale

Intanto diciamo che è stata una bella partita, emozionante e con ben oltre un ora legale di carattere, affatto bloccata dalla paura che entrambe le squadre avevano accatastato a ridosso delle proprie tifoserie, tra contestazioni e prestazioni gelatinose al limite del flaccido tremolante. Con una vittoria potevamo uscire dalla sala d'attesa del dentista lasciando il Genoa a togliersi il dente sulla poltrona della serie B, ma come spesso ci capita quest'anno abbiamo sbagliato il facile lungo linea del match point per subire la beffa dell'infilata sulla bandiera a scacchi. Se l'errore di Lazzari è clamoroso per la maggiore difficoltà a sbagliarlo che a farlo un gol del genere, e perché sarebbe stata l'ultima palata di terra sulla fossa genoana, più grave è l'errore di Amauri perché a differenza di Lazzari è un centravanti, e davanti a una balena già spiaggiata bastava alzare la palla per lasciare Frey ai volontari del WWF nel disperato tentativo di rimetterlo in piedi e riportarlo al largo di una tenuta difensiva che fa acqua da tutte le parti. E' grave anche l'errore di Vargas è vero, perché anche lui avrebbe potuto sciogliere un istituzione come l'unità di crisi allertata non dalla Farnesina ma dalla Fiorentina per l'emergenza della sua classifica, ma la sua partita è talmente convincente che la prepotenza fisica scaricata a terra mi lascia pensare che sia definitivamente tornato dall'oltretromba dove era sprofondato insieme alla coniglietta Tilsa. Riconosciamo a Delio almeno il merito di aver presentato una squadra viva, migliore come gioco di quella di Marino, che visto il nome tutto gli si potrà dire sul rendimento della sua squadra, ma certamente non di essere uno sciocco data la quantità del suo sale, e non possiamo invece addebitare a Delio delle responsabilità sui tanti, troppi errori plateali dei singoli giocatori. Il rammarico per la mancata e meritata vittoria va a braccetto con la preoccupazione di aver perso un'altra chance importante, l'ennesima per fare un balzo in classifica e rinfrancarsi anche psicologicamente, occorre adesso una verifica doverosa sulla tenuta nervosa di fronte a una squadra tignosa come il Chievo. Il 4 4 2 sembra rincuorare un po' il gruppo con un Marchionni che se è questo è l'ala giusta per glassare la fascia del modulo nuovo, che non è una colomba e neanche un uovo di Colombo, ma visto il periodo un uovo di Pasqua con la sorpresa di un giocatore che da qui alla fine della stagione può ancora fare comodo. Marchionni rispolverato all'indomani dell'addio di Pantaleo potrebbe non essere proprio un caso, ma se così fosse i vari annunci di democrazia delle opportunità più volte sbandierata da Rossi in campagna elettorale perderebbero di credibilità. La squadra continua a raccogliere meno di quanto meriterebbe, ma almeno mostra quella personalità che speriamo serva a portarci a questa benedetta quarantena di punti e poi finalmente fuori dal reparto infettivi. Sulle macerie di Corvino nessuno meglio di Macia così come per le guerre intestine Guerrini, entrambi promossi per andare a riempire il vuoto di carica fino all'ingaggio del nuovo Ds, che qualcuno spera sia Lo Monaco non tanto per le sue qualità, quanto perché una scelta così spirituale potrebbe scoprire le carte di una vendita societaria se non proprio al Vaticano almeno ai Fratini. Speriamo comunque che non arrivi Leonardi perché c'è già troppa confusione in città con Renzi che impazza alla ricerca della battaglia di Anghiari, una pittura murale di Leonardo quello da Vinci, che dovrebbe essere nel Salone dei Cinquecento dietro al Vasari, perché il rischio alla fine è quello di comprare un giocatore come Cerci per esempio, e dopo averlo scortecciato debitamente nell'angolino di qualche bella prestazione, di qualche bella giocata o gol, si cominci a dire che dietro a lui si nasconde un Messi.